La principale fabbrica russa di microchip per l’esercito sospende la produzione dopo un attacco con droni

Mentre Zelensky farnetica e Trump sembra mirare alla pace si verificano attacchi di droni ucraini devastanti. Siamo sicuri che le intenzioni corrispondono alle parole? La notizia è della pubblicazione Zero Hedge:

24 gennaio 2025 – di Zero Hedge

La principale fabbrica russa di microchip che supporta l’esercito ha interrotto la produzione a seguito di un attacco con droni. Fonti ucraine riportano che, venerdì scorso, oltre 50 esplosioni hanno colpito infrastrutture petrolifere e industriali in Russia, mentre Mosca lanciava un nuovo massiccio attacco con droni contro obiettivi ucraini.

Tra i bersagli vi sono stati la raffineria di petrolio di Ryazan e la centrale termoelettrica della stessa città, entrambe coinvolte in incendi significativi. “A seguito degli attacchi, sono divampati incendi negli impianti di produzione della Ryazan Oil Refining Company e nella stazione di pompaggio del petrolio di Ryazan”, ha dichiarato lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. La raffineria di Ryazan, la più grande della Russia, vanta una capacità di raffinazione di 17 milioni di tonnellate metriche di petrolio all’anno e si trova a poco più di 300 miglia dal confine con l’Ucraina.

Sebbene attacchi contro depositi petroliferi e infrastrutture energetiche in Russia non siano una novità dall’inizio del conflitto, l’azione ha inflitto danni significativi a un sito industriale strategico: la fabbrica di microelettronica Kremniy El a Bryansk, una delle principali aziende russe del settore.

Secondo la dichiarazione militare ucraina, “l’impianto di microelettronica è stato colpito nella notte del 24 gennaio”. La conferma è arrivata anche dal servizio stampa dello stabilimento, che ha dichiarato alla TASS: “Sei droni hanno colpito Kremniy El, danneggiando parte degli impianti di produzione e il magazzino dei prodotti finiti”. L’attacco ha obbligato l’impianto a sospendere temporaneamente la produzione, causando un duro colpo all’industria tecnologica russa e, indirettamente, al suo complesso militare-industriale.