La Primavera di al-Qaida

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Possiamo divagare all’infinito sul destino della “primavera araba” … del fallimento o del successo, “primavera araba” compromessa e spenta o, al contrario, sempre attiva e pronta a divampare di nuovo, ecc. Al contrario, alcune gravi verità cominciano ad emergere, e sono l’effetto diretto di questa “primavera araba“.

Questo è il caso di Michael Scheuer, che ha presentato le sue opinioni sulla situazione creata dalla “primavera araba“, al Festival Internazionale del Libro di Edimburgo (sul Guardian del 29 agosto 2011). Scheuer è l’ex capo dell’unità della CIA responsabile della “caccia a Bin Ladin” (1996-1999) e consigliere del suo successore fino al 2004. Attualmente insegna questioni di sicurezza internazionale alla Georgetown University di Washington.

“La Primavera araba ha “deliziato al-Qaida” e ha causato “un disastro dell’intelligence” degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, ha avvertito l’ex capo dell’unità della CIA incaricata della caccia a Usama bin Ladin. Parlando al Festival Internazionale del Libro di Edimburgo, Michael Scheuer, ha dichiarato: “l’aiuto che ricevevamo dal servizio d’intelligence egiziano, meno dai tunisini, ma certamente da libici e libanesi, si è prosciugato – a causa del risentimento verso i nostri governi che pugnalano alle spalle i loro leader politici, o perché chi ha lavorato per i servizi è preso dalla paura di essere incarcerato o peggio. La quantità di lavoro svolto dai servizi statunitensi e britannici è enorme, e il risultato è la cecità della nostra capacità di osservare cosa sta succedendo tra gli islamisti.” La primavera araba è un disastro dell’intelligence per i servizi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e degli altri europei”. [Scheuer] ha detto: “Il programma di consegna deve essere ripreso, le persone in stato di detenzione che abbiamo da molto tempo, sono pronte a parlare, in termini di informazioni che possono fornire negli interrogatori. La primavera araba è stata un disastro per noi in termini di raccolta di intelligence, e ora siamo ciechi a causa sia della primavera araba, sia perché non c’è niente con cui sostituire il programma di consegna.”

Scheuer può essere preso per una buona fonte ben informata sulle questioni che preoccupano i servizi di intelligence, soprattutto la CIA. D’altra parte, quello che dice di ciò che era la collaborazione tra i servizi segreti del blocco BAO, ma in particolare quegli degli Stati Uniti, con i paesi arabi come l’Egitto e la Libia … (quella del colonnello Gheddafi, ovviamente), è senza dubbio un quadro preciso di una realtà ormai sparita. E vediamo che il problema, quando non è strutturale (come nel caso della Libia, in pieno caos), diventa una questione di fiducia da parte dei paesi arabi nei confronti dei loro interlocutori americanisti-occidentalisti, soprattutto a causa di politiche estremamente mutevoli, o influenzate da nozioni di pubbliche relazioni, dall’aspetto umanitario, ecc., e dalle direzioni politiche di questi paesi. Gli ufficiali e funzionari dei servizi segreti dei paesi arabi in questione, non vogliono  rischiare una collaborazione, dove possono giustamente chiedersi se essa non le verrà addebitata, in una circostanza o in un altra, a seconda delle variazioni delle politiche occidentali e secondo le alterne vicende della situazione politica nei loro paesi.

Il problema non è realmente questo o quel problema specifico, che sia o no quella di al-Qaida, se al-Qaida esista ancora o no, ma il problema più generale del riorientamento completo dei servizi segreti del blocco BAO, principalmente americanisti, a partire dal 2001. Riorientandosi pesantemente sul terrorismo di matrice islamista, per controllare efficacemente le politiche massimaliste  delle direzioni politiche dal 2001, questi servizi erano strettamente collegati con i rispettivi servizi arabi, perché non hanno la capacità culturale, né la tradizione, né una consolidata rete per compiere un efficace lavoro di intelligence, e se poi pretendono di “non sporcarsi le mani“, e a farlo inutilmente, senza sfruttare l’uso delle informazioni ottenute con certe pratiche ampiamente utilizzate ed estremamente offensive e disumane. Vale a dire che questo riorientamento strategico dipendeva assolutamente dalla stabilità dei paesi arabi, questa stabilità è possibile solo con dittatori al potere e le loro spietate politiche in tal senso, dittatori la cui maggior parte era orientata verso, o alla acquisizione della cooperazione con gli Stati Uniti. La “primavera araba” ha travolto tutto ciò, con le conseguenze descritte da Scheuer.

La confusione che riguarda l’ex capo della CIA è in gran parte sostantivata dalla suggestione di cercare un’alternativa alle pratiche massimaliste del trasferimento di prigionieri e degli interrogatori sotto tortura dell’era Bush (Programma delle Rendition). Ciò suggerisce che i servizi segreti e di sicurezza arabi coinvolti in tali pratiche, non vogliono cooperare con gli Stati Uniti, soprattutto e principalmente in questo ambito. E’ davvero un cambiamento di tipo “democratico“, come quelle che le leadership politiche reclamano da mesi da parte dei paesi coinvolti nella “Primavera araba” – o in tutti i casi, da alcuni di essi, – e per cui vanno anche in guerra (chi vuole pensare alla Libia, non sarà scoraggiato dal farlo). Di storia in storia, il povero blocco americanista-occidentalista finisce per sviluppare una politica sulla dinamica della fresatrice, i cui effetti continueranno ad essere più inaspettati e rilevanti, per loro, che non la dinamica del boomerang.

fonte: http://aurorasito.wordpress.com/category/difesa/ e   defensa

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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