La prima urgenza è ripudiare la guerra

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La scelta a cui siamo chiamati in queste elezioni, non è tanto di scegliere per un cambiamento o di fare qualcosa di nuovo, ma piuttosto scegliere o meno la continuazione una guerra che rispecchia perfettamente il metodo di approccio al reale delle élite globaliste.

In fondo, la scelta non è nemmeno sulla guerra, ma sul suo significato, Ovvero se proseguire o meno in una degenerazione che va avanti non ostacolata, che si esplicita su scelte strutturalmente e filosoficamente sbagliate, che si riversano solo alla fine, come esito, nella guerra.

Questa è la guerra che i nostri padri avevano imparato a temere, ma che ora i nostri governi non temono più perché perché sono perfettamente allineati con il “grande Reset”  maltusiano, che non è altro che il contenuto della agenda 2030 europea. I nuovi paradigmi nel vivere, qualche milione di persone in meno, povertà, annullamento della proprietà privata, non costituiscono la teoria dei complottisti, ma è proprio nel programma che per i prossimi decenni verrà perseguito se ci sarà più uomo sulla terra.

Il conflitto in corso – profondamente ingiusto – è inserito in questa logica di menzogna. Perciò, la sponda data dai media, ha la funzione essenziale di fuorviare l’opinione pubblica semplificando grossolanamente le dinamiche in corso per imporre la storytelling.governativa.

Tuttavia, questi avvenimenti che ogni giorno comportano distruzione e morte in Ucraina incidono direttamente sul nostro futuro, investono l’io di ognuno, che si interroga e sa che è possibile concepire e desiderare un altro modo di vivere.

La situazione attuale non è avvenuta come un incidente, ma è in continuità con la degenerazione in atto. Quindi ascritta perfettamente tra il bene ed il male. Ove però il male non è identificabile tanto con chi ha iniziato la guerra – su questo non ci si metterà mai d’accordo – la responsabilità è invece nell’uomo che non ha fatto tutto per evitarla e ora non opera per la sua cessazione.

In questa contingenza storica vedo come necessità prioritaria la pace. Se durante la grande guerra fosse stata posta la domanda a un italiano su cosa desiderasse di più, cosa avrebbe risposto se non la fine della guerra? Perciò famiglia, educazione e vita sono temi o principi non negoziabili che saranno polverizzati se il conflitto prosegue con i principi che lo sostiene. Tutte le altre considerazioni sollevate in questo frangente storico sono progetti aleatorie, se pensiamo che siamo ad un passo dalla apocalisse atomica.

Sì, ora il tempo si fa breve. Lo scrivono tutti. Lo dicono tutti, non ci crede nessuno. In fondo è la metafora della vita che ci fa indugiare fino alla fine. Quindi, non esiste alternativa che votare e rimettere al primo posto nelle scelte fondamentali la nostra Costituzione, che è stata pensata per avere un faro proprio in momenti come questo..

E’ evidente che la priorità delle problematiche che incidono sul nostro vivere non sono chiare.  Lo dimostra chi pensa all’astensionismo. Ma non c’è nessun conflitto tra la mia posizione e quella degli amici che pensano che quella dell’astensionismo sia una soluzione migliore. È solo che abbiamo perso il senso della realtà, ma non ne faccio una colpa a nessuno.

I miei amici cattolici dicono che vale la pena votare un amico valido al Senato o alla Camera. Ma secondo questa prospettiva, cosa cambierebbe con un bravo politico collocato in Parlamento anche se agisse singolarmente in difformità del contenitore dell’organizzazione? I partiti portano avanti il loro programma. E lo abbiamo visto: il centro-dx compatto ha sostenuto l’obbligatorietà vaccinale e poi la guerra. La Meloni ha detto chiaramente che perseguirà la continuazione della guerra ed il progetto atlantista che prevede la distruzione della Germania e la disgregazione europea. Se saremo buoni vassalli sarà affrancata l’Italia, forse. Ma è questo che vogliamo? Essere come amebe?

La guerra in corso è una guerra fratricida. Ci sta facendo tornare indietro decenni, tutto ciò che abbiamo faticosamente costruito. Forse distruggerà tutto. Ne vale la pena? Vale la pena alimentare, fare da sponda a questo progetto globalista che fa solo il gioco dei potenti e che,  dopo la pandemia , è passato alla guerra, come già un anno fa io dicevo?

Di fronte alla Grande Guerra il nostro paese seppe ricominciare, ma ricominciò ripudiando la guerra. Questo è il primo punto che Dio vuole, non la flat tax o altro. Ciò che è da interrompere è il progetto satanico in atto. La alternativa è il governo mondiale o la distruzione definitiva. Se non l’abbiamo capito con la pandemia, non abbiamo più speranza se non un intervento provvidenziale di Dio. Tuttavia, di fronte alla “dura cervice”, di fronte alla nostra ingiustizia Dio aspetta tanto, ma poi storicamente è anche intervenuto con i diluvi e pestilenze.

Tutto è meglio che vivere nella dimenticanza di Dio, ma avendone la possibilità, non fare scelte coerenti è incredibile.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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