La guerra in Afghanistan è un Racket

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Gli Stati Uniti faranno di nuovo una escalation [in Inglese] militare in Afghanistan.

Sedici anni fa gli Stati Uniti hanno invaso il paese e hanno deciso di eliminare i Talebani che erano al potere per qualcosa che era stato pianificato altrove, da altre persone. A partire da questa invasione, gli USA hanno tentato di sconfiggere i Talebani. Hanno perso. E appena lasceranno l’Afghanistan, i Talebani torneranno al potere. Ma nessuno è intenzionato a staccare la spina a questo approccio militare senza senso.

I Talebani fanno parte dell’Afghanistan, e una parte significativa della popolazione li sostiene. Dopo aver invaso l’Afghanistan, gli Stati Uniti avevano riportato al potere i violenti e corrotti signori della guerra. Questi erano esattamente la persone per cui i Talebani si erano formati e che dovevano contenere, e il motivo per cui potrebbero prendere il potere. Se da un lato pretendevano una stretta osservanza religiosa, allo stesso tempo i Talebani si sono occupati con successo della sicurezza locale, e hanno eliminato il regime corrotto e senza leggi dei signori della guerra.

Non ci si deve quindi stupire se una larga parte della popolazione li rivuole al potere.

Il Governo di Kabul sostenuto dagli Americani è totalmente corrotto. L’esercito e la polizia afgani, che gli USA pagano, sono motivati ​​dal solo denaro. Non vogliono combattere. Durante gli attacchi dei Talebani, subiscono gravi perdite, e quindi evitano il più possibile contatti con loro.  Circa il 60% del paese è ora più o meno sotto il controllo dei Talebani. Il Governo dichiara che invece si limita alle città più grandi.

E’ ovvio che è una tendenza che andrà avanti, e prima o poi i Talebani torneranno al potere. L’unica strategia ragionevole è negoziare con loro e trovare una soluzione che gli permetta di governare, e allo stesso tempo garantire che l’Afghanistan non dia origine ad alcuna azione dannosa per  il resto del mondo.

Ma nessuno negli Stati Uniti è disposto a prendersi  questa responsabilità. Chi vorrebbe essere accusato di “trascurare” l’Afghanistan se accadesse un altro 11 settembre, per quanto improbabile? Di conseguenza, devono  essere inviate ulteriori truppe ogni volta che i Talebani sembrano essere  in vantaggio rispetto ai burattini delle forze governative.

Il Presidente Trump ha puntato sulla questione, e ha dato piena autorità al Dipartimento della Difesa per proseguire la guerra in Afghanistan con tutte le truppe che ritiene necessarie.  Saranno quindi i generali, non Trump, a essere accusati se le cose in Afghanistan andranno male. Ma i militari non hanno idea di cosa fare in Afghanistan.

Ieri durante una riunione del Congresso, è stato chiesto [in Inglese] al Segretario alla Difesa Mattis  che cosa si intende con “vincere” in Afghanistan:

L’idea, ha affermato Mattis,  è quella di ridurre la violenza ad un livello tale che possa essere gestita dalle forze governative afgane, con l’aiuto delle truppe americane e alleate che possono formare i propri omologhi afghani,  fornire l’intelligence e ciò che Mattis ha definito le “ capacità di fascia alta”, un riferimento evidente alla forza aerea e forse alle Forze Speciali.

Il risultato, ha detto, sarebbe un “periodo di scaramucce frequenti”, una situazione cioè in cui il governo afgano non debba più fronteggiare una minaccia mortale.

Vincere in Afghanistan è quindi “periodo di scaramucce frequenti” in cui il governo delegato è continuamente in pericolo? Questo non ha ovviamente alcun senso. È una strategia di mantenimento che funziona solo se il quadro generale rimane invariato. Se i Talebani cambiano la loro strategia o subentra un nuovo attore, la strategia di “mantenimento”  avrà termine .

E un nuovo attore c’è già. La variante afgana dello “Stato Islamico” ha appena cacciato i Talebani fuori dalla rete di grotte di Tora Bora, vicino al confine con il Pakistan. Tora Bora è quella che una volta si pensava essere il rifugio di al-Qaeda e Bin-Laden, ed è stato attaccato durante l’invasione statunitense nel 2001/2.

Ma chi c’è dietro la provincia dello Stato Islamico del Khorasan (ISKP) in Afghanistan? La maggior parte dei suoi combattenti sembrano essere ex Talebani  che hanno disertato in Afghanistan o sono stati cacciati [in Inglese] dal Pakistan, quando l’esercito pakistano ha messo sotto pressione le loro zone di origine. Ma la vera domanda ora è: chi li paga e cosa vogliono?

Per i signori della guerra in Afghanistan l’occupazione statunitense è diventata un’enorme fonte di denaro. Gli Stati Uniti li pagano per proteggere le merci spedite dall’America e da altri paesi. È un racket per avere protezione. Se gli Stati Uniti non pagano, i suoi convogli vengono attaccati dai “Talebani”.  Quando gli Stati Uniti pagano i signori della guerra locali, i “Talebani” vengono sconfitti e l’area è di nuovo libera per il passaggio dei camion. I soldi ricevuti dal Governo afgano dipendono ugualmente dalla continuazione dell’occupazione statunitense. Nessuno della classe dirigente afgana ha interesse a concluderla. Il Governo a Kabul farà quasi tutto per conservare la sua fonte di denaro.

Questa potrebbe essere la ragione per cui è stato creato l’ISIS in Afghanistan. A Kabul avevano paura che prima o poi gli Stati Uniti avrebbero trovato un compromesso con i Talebani, e quindi lasciato il paese. Si doveva trovare una nuova ragione per continuare la guerra.

Non ci si deve stupire quindi se i servizi segreti afgani, la Direzione Nazionale per la Sicurezza (NDS), sono stati i ​​primi sostenitori [in Inglese] dell’ISIS in Afghanistan. I primi combattenti ISIS erano rifugiati dei Talebani Pachistani (TTP), che si sono stabiliti nella provincia orientale di Nangahar e sono stati messi sul libro paga dell’NDS:

Il caso più noto di questi miliziani che hanno trovato una casa accogliente a Nangarhar è quello del gruppo Lashkar-e islam guidato da Mangal Bagh.

Nella speranza di poterli utilizzare contro il Pakistan, il Governo afgano ha cominciato a “corteggiare” alcuni di questi miliziani, secondo gli influenti anziani delle tribù coinvolte nella costruzione della relazioni dai distretti che avevano dato rifugio ai miliziani ospiti.
….
Gli sforzi del servizio di intelligence afgano, la Direzione Nazionale di Sicurezza (NDS), di attrarre i miliziani pakistani a Nangarhar non si sono limitati a Lashkar-e Islam o ai miliziani di Khyber.  Gli anziani delle tribù e i residenti abituali di Achin, Nazian e Kot testimoniano che i miliziani delle zone di Orakzai e Mohmand appartenenti a diverse fazioni del TTP sono stati autorizzati a circolare in tutta la provincia e ad avere assistenza negli ospedali governativi.

E’ da questi “ospiti” che proviene la maggior parte dei soldati ISKP di stanza a Nangarhar, a seguito dell’annuncio ufficiale dell’espansione dello Stato Islamico nella provincia di Khorasan.

Non è chiaro se o in che misura il gruppo ISIS in Afghanistan sia ancora controllato dai servizi del Governo afgano. Il rifornimento delle loro armi e munizioni ora proviene presumibilmente dal Pakistan. Ma ciò che è chiaro è che questi nuovi partecipanti alla guerra sono stati prima sostenuti dal Governo afgano, e ora sono un motivo di benvenuto per l’estensione dell’occupazione statunitense e del flusso di soldi che ne deriva. Nel frattempo i media possono riutilizzare la vecchia e spaventosa immagine della rete di caverne di Tora Bora e vendere più pubblicità.

La guerra in Afghanistan non ha più alcuna ragione reale. Questo o quel gruppo radicale esisteranno sempre in Afghanistan. La guerra aiuta le forze armate statunitensi a pretendere più budget e a distribuire promozioni. Aiuta i funzionari del governo afgano e i signori della guerra a riempirsi le tasche. Quello che non fa è migliorare la condizione della popolazione dell’Afghanistan o degli Stati Uniti.

La guerra è diventata [in Inglese] il proverbiale “cono gelato che si lecca da solo”. Sfortunatamente continuerà ad essere tale con questo e probabilmente anche con i prossimi presidenti degli Stati Uniti.

*****
Articolo di Moon of Alabama pubblicato il 14 giugno 2017.
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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