La Francia tramò per costruire una proxy war in Siria

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Pubblicati da Blast’ nuovi documenti che rivelano la volontà francese di una proxy war in Siria sull’esempio di quella libica

I legami decisi del Qatar con la guerra per commissione siriana sono ormai noti, ovvero solo i nostri media mainstream fingono di non sapere.

Ci sono pubbliche ammissioni, ricorderemo quella dello sceicco al Thani, (ex primo ministro del Qatar che presiedeva nel 2012 la Lega Araba) quando affermò che gli USA e gli alleati del Golfo sostennero gli estremisti islamisti in Siria.

Su questo tema ho dedicato precedentemente alcuni articoli, di cui il primo pubblicato il 9 maggio 2016 dal titolo “Ex ministro di Doha: l’Arabia Saudita ed il Qatar dietro la guerra civile in Siria”. Però allora non era abbastanza chiarito il livello di compromissione della Francia nel tentativo di colpo di stato in Siria.

Certo, la Francia ha fatto parte degli ‘amici dela Siria’ e quindi degli stati apertamente finanziatori dell’insurrezione per procura e del terrorismo, ma la pubblicazione di nuovi documenti ed elementi da parte della dalla pubblicazione francese Blast chiarisce ancor di più il livello di spregiudicatezza del piano di distruzione della Siria.

Quindi, l’articolo intitolato “Qatar Connection: quando Francia e Qatar pianificarono la guerra in Siria” aggiunge un ulteriore elemento che continua a sgretolare la narrativa ufficiale sulla guerra siriana che per anni ci è stata proposta a reti unificate dai media mainstream. Blast un giornale indipendente di giornalisti veterani francesi, mostra i documenti segreti del Qatar sugli incontri di Hamad bin Jassim con Bernard-Henri Lévy nel 2011 e fa una serie di interessanti rivelazioni.

L’articolo rivela il ruolo del Qatar e della Francia nel pianificare la guerra, pianificare l’omicidio di Assad, conquistare grandi città, sostenere i jihadisti; ISIS e Al-Nusra.

Ecco alcuni passaggi significativi:

Quel giorno, accompagnato da David Cameron, il primo ministro britannico, e Alain Juppé, suo ministro degli Esteri, il capo di Stato francese è affiancato anche da un altro uomo. Il suo ruolo giustifica la sua presenza. L’uomo fece di tutto per convincere il Presidente della Repubblica a coinvolgere la Francia in questa avventura [ovviamente si riferisce alla proxy war siriana NdR VpNews].

Bernard-Henri Lévy è anche colui che ha preparato gli animi, moltiplicando gli interventi sui media, con cui ha aperto una linea di contatto continua. Questo giovedì 15 settembre 2011, a Bengasi, nell’effervescenza di una “liberazione”, il filosofo/cineasta/imprenditore esulta.

Pochi giorni dopo, un convoglio è stato intercettato sulla strada per Sirte: l’11 ottobre 2011, il “fratello guida” Muammar Gheddafi ha completato, in condizioni sulle quali non era mai stata fatta luce, un percorso iniziato a pochi chilometri di distanza, Per la presidenza francese il trionfo è totale. Per quale futuro? Questa è un’altra storia. E in questi giorni di gloria gli sponsor ei finanziatori dell’operazione libica, in Francia come in Qatar, guardano verso un nuovo obiettivo.

(…)

Il nuovo documento che sveliamo è anche un resoconto dell’incontro, come quello del pranzo all’Eliseo del novembre 2010. Ha una data, il 20 settembre 2011, ma non specifica invece dove si è svolto. Questo incontro menzionato in questo documento riunisce il capo del governo di Doha e un emissario di Parigi.

L’uomo che affronta lo sceicco Hamad Bin Jassem Bin Jabr Al-Thani, presidente del Consiglio dei ministri (e ministro degli Esteri) è presentato come “consigliere e inviato speciale di Sua Eccellenza il presidente francese Nicolas Sarkozy”. Il suo nome è… Bernard-Henri Lévy! Lo stesso uomo presente a Bengasi 10 mesi prima. E quello che aveva detto lo scorso aprile , quando Blast aveva appena pubblicato un primo documento che evocava il suo rapporto con Doha, di non aver «mai avuto il minimo contatto, di alcun genere, con il Qatar»…

(…)

Bernard-Henri Lévy, questo si legge, ha idee anche in termini di strategia militare. [Pour gonfler les rangs des insurgés syriens, il y aurait bien une solution : « Les forces françaises en Libye ont fini d’entraîner un grand nombre de combattants libyens sous le commandement de Mr Harati et ils seront bientôt envoyés en Syrie pour aider l’armée gratis.] Per ingrossare le fila degli insorti siriani ci sarebbe una soluzione: “Le forze francesi in Libia hanno terminato l’addestramento di un gran numero di combattenti libici sotto il comando di Mr. Harati e saranno presto inviati in Siria per aiutare l’esercito libero.  Parlerò con il presidente Sarkozy della possibilità di fornire loro armi adeguate e parlerò con i miei amici in Cecenia per inviare combattenti esperti. “

(…)

Alla fine, sul banco di prova della storia, c’è solo un punto in cui l’emirato ha sbagliato. Si è rivelato decisivo, impedendo al suo piano di avere successo: il Qatar sperava di piegare la Russia per impedirle di sostenere militarmente il regime siriano. Non conosceva Vladimir Putin e la sua idea degli interessi strategici del suo Paese. D’altra parte, il sostegno militare e finanziario orchestrato da Doha, a cui hanno contribuito altri paesi arabi come l’Arabia Saudita, ha avuto una conseguenza molto tangibile: ha permesso ai gruppi terroristici islamisti Front Al-Nusra (il ramo siriano di Al Qaeda) e Daesh di vedere i loro ranghi crescere rapidamente.

Qualche anno dopo anche il Qatar sarà ufficialmente accusato di finanziare Daesh.. Accuse portate dopo i sanguinosi attentati commessi dal gruppo terroristico islamista in tutto il mondo, e in particolare in Francia, il 13 novembre 2015…

(…)

Qui l’articolo integrale di Blast con i documenti: https://www.blast-info.fr/articles/2021/qatar-connection-quand-la-france-et-le-qatar-programmaient-la-guerre-en-syrie-n84FUYJjQMKbi4Qok7255g

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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