La contessa Ursula von der Leyen minaccia di processare la Russia per crimini di guerra

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Il disastro aumenta a mano a mano che la von der Leyen pronuncia un discorso. Ma chi c’è a capo della Unione Europea? In che mani siamo!? Dalle ultime news, si percepisce chiaramente che c’è una persona del tutto inadeguata, che non ha le competenze per il ruolo di gestore di crisi.

Anche un bambino capirebbe che è necessario interrompere la guerra e promuovere negoziati. Per questo Macron è a Washington per fare pressioni su Biden affinché si trovi una soluzione al conflitto. Invece, il vertice della Istituzione europea non fa altro che buttare benzina sul fuoco e paventare espropri e tribunali di guerra:

Tribunale speciale e confisca fondi

L’Unione europea intende creare un tribunale speciale per i crimini di guerra che la Russia avrebbe commesso in Ucraina. Lo ha annunciato il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha pubblicato un videomessaggio su Twitter:

“Lavoreremo con la Corte penale internazionale dell’Aia e aiuteremo a creare un tribunale speciale per processare i crimini della Russia. Insieme ai nostri partner, faremo in modo che la Russia paghi per la distruzione che ha causato con i fondi congelati degli oligarchi e l’attività della sua banca centrale“, ha affermato il presidente della Commissione europea (@vonderleyen).

Successivamente, il videomessaggio di Ursula von der Leyen e la sua versione testuale hanno perso la menzione che le perdite dell’esercito ucraino ammontavano a oltre 100mila persone. Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha rifiutato di confermare queste informazioni, riferendosi al fatto che i dati sulle perdite sono classificati. Il capo del dipartimento per le pubbliche relazioni della Commissione europea, Dana Spinant , ha spiegato che il numero fornito da Ursula von der Leyen non è una stima ufficiale ed è stato preso da fonti aperte per illustrare la brutalità delle truppe russe.

Legare il maggior numero di vittime alla “brutalità” dell’avversario, è davvero singolare. È in corso una guerra in cui entrambi i belligeranti cercano di provocare la maggioranza di vittime tra i nemici. Provocare la maggior parte di vittime è esattamente quello che anche l’esercito ucraino sta facendo ed è esattamente lo sforzo che la NATO sta coadiuvando attivamente insieme alla UE.

Malauguratamente in pochissimi giorni abbiamo visto una risoluzione del Parlamento UE che dichiara che la Russia è uno stato sponsor del terrorismo, poi sono giunte le ulteriori pesanti sanzioni.

Von der Leyen, già incaricata del nono pacchetto di sanzioni, patrocinato dagli americani, ha avanzato il tema della responsabilità penale per elusione delle sanzioni. A proposito, gli stessi americani e persino gli inglesi non introducono una misura del genere, perché non vogliono perdere i contatti con la Russia. In Europa invece la decisione è già stata approvata e le violazioni delle sanzioni saranno nell’elenco dei reati nell’Unione europea, insieme a crimini come: terrorismo, tratta di esseri umani, traffico di droga e armi, ecc.

Come se tutto questo non bastasse e fosse già abbondantemente ‘fuori scala’, ieri abbiamo sentito la von der Leyen sostenere con forza l’ipotesi di “istituire un tribunale stile Norimberga per i ‘crimini della Russia“, una intenzione che viene spesso riproposta, ma che non sembra avere per ora un fondamento giuridico.

Nello stesso intervento, la massima carica istituzionale della UE ha anche espresso l’intenzione di sequestrare il fondo sovrano russo depositato nelle banche europee. L’idea è di creare una struttura che gestisca i beni congelati della Banca centrale russa, nonché i beni privati ​​per sostenere l’Ucraina. Il capo della Commissione europea ha affermato che il danno all’Ucraina causato dalla guerra è di 600 miliardi di euro.

Perdite delle forze Ucraine stimate in 100.000 uomini

Infine, Ella ha dichiarato che la perdita di soldati ucraini sarebbe di 100.000 uomini. A questi – secondo il capo della Commissione EU -, sono da aggiungere 20.000 civili. Poco dopo, la registrazione del discorso con questa dichiarazione è stata cancellata e poco dopo pubblicata di nuovo, ma senza il frame sulla perdita delle forze armate ucraine. A quanto pare si sono resi conto che in questo modo von der Leyen riportava una cifra differente da quella pubblicizzata da Zelenskyj quando ha parlato di perdite di 10-15mila morti dall’inizio della guerra.

Successivamente la presidente della Commissione EU tramite la sua portavoce ha rettificato: la cifra di 100.000 caduti tra le fila dell’esercito ucraino sarebbe la cifra comprensiva di feriti. È da notare che questa cifra è simile a quella stimata dal ministero della Difesa russo a settembre.

Le affermazioni del capo della Commissione europea, oltre a peggiorare sempre più irreversibilmente le relazioni con la Russia (fatto disastroso in una prospettiva futura), sembrano non considerare che la distruzione dell’Ucraina è operata anche a causa della chiusura dei leader occidentali. È innegabile che, l’invio ad oltranza di armi sempre più sofisticate, innalzi esponenzialmente la risposta russa. Conseguentemente, aumentando il livello di scontro, aumenta il numero di caduti e la dimensione della distruzione nel paese.

In definitiva, la UE è direttamente responsabile della deriva in atto dal 24 febbraio in poi, quando – a cominciare dal primo tentativo effettuato a soli 4 gg dall’inizio delle ostilità –  ha sempre scartato l’ipotesi di soddisfare richieste minimali rispetto a quelle attuali, che consistevano essenzialmente nel concedere l’autonomia alle regioni del Donbass e nell’impegnarsi a non entrare nella Nato.

VPNews

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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