La commissione del Senato cileno decide di revocare la nazionalità al card. Ezzati, arciv. di Santiago del Cile

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di Sabino Paciolla

Ieri sera, come riportato dal quotidiano spagnolo Periodista Digital, la Commissione per i diritti umani del Senato cileno ha deciso all’unanimità di revocare la nazionalità cilena all’arcivescovo di Santiago, Ricardo Ezzati, accusato di aver coperto i casi di abusi sessuali. Tale decisione deve essere ratificata dalla Camera Alta e dalla Camera dei deputati.

Il card. Ezzati, già Presidente della Conferenza Episcopale del Cile (2010-2016), è stato elevato a cardinale da Papa Francesco nel 2016.

L’arcivescovo Viganó, nel suo memoriale di agosto del 2018 sul caso McCarrick, addebitò, tra l’altro, a papa Francesco di continuare “a proteggere i due cardinali cileni Errazuriz e Ezzati”. (leggi l’articolo del blog qui).

Anche una delle vittime cilene, Hamilton, come abbiamo riportato in un altro articolo su questo blog, (vedi qui) in una intervista fece riferimento ad Ezzati. Riprendo a questo proposito un passo: “Hamilton, da parte sua, ha più volte ribadito che insabbiare la denuncia del crimine di abuso è anch’esso un crimine e si è concentrato in particolare sul cardinale Francisco Errazuriz, arcivescovo emerito di Santiago e membro del Consiglio dei nove cardinali che coadiuvano il Papa nella riforma della Curia, il cosiddetto C9, e sul suo successore, l’attuale arcivescovo della capitale cilena Ricardo Ezzati. «Ci piacerebbe che andassero tutti in galera», ha dichiarato, ma «in Cile per il codice penale l’abuso sessuale si prescrive dopo 5 o 10 anni».(…)”

Ricordo che in seguito alla crisi cilena da abusi sessuali tutti i vescovi in carica hanno rimesso il loro mandato nelle mani di Papa Francesco. Quest’ultimo sta decidendo caso per caso se accettarle o meno.

Vi riporto ora l’articolo della redazione del giornale spagnolo Periodista Digital, nella mia traduzione (in questo caso ho utilizzato traduttori automatici e vocabolario).

Tweet in cui si parla della nazionalità del card. Ezzati

Tweet in cui si parla della nazionalità del card. Ezzati

Ieri sera, la Commissione per i diritti umani del Senato ha deciso di revocare la nazionalità dell’arcivescovo di Santiago, Ricardo Ezzati, accusato di aver coperto i casi di abusi sessuali.

La decisione, promossa dai senatori Ximena Rincón, della democrazia cristiana, e Adriana Muñoz, del Partito per la Democrazia (PPD), è stata presa all’unanimità e deve essere ratificata dalla Camera Alta e dalla Camera dei deputati.

Secondo Rincón y Muñoz, la nazionalità per grazia è stata concessa a questo sacerdote salesiano di origine italiana nel 2006 per il contributo che aveva dato al Paese dal suo ruolo di religioso, soprattutto in materia di educazione, “ma ora sappiamo che questo non è efficace perché non ha sostenuto i minori e questo non ha nulla a che fare con ragioni giudiziarie”.

Allo stesso modo, il senatore Alejandro Navarro, membro della Commissione per i diritti umani, ha indicato che i legislatori comprendono il dolore delle vittime.

“Siamo stati per coloro che hanno sofferto di oltraggi nella loro dignità e, dopo averlo denunciato, la gerarchia lo ha nascosto”, ha aggiunto.

All’inizio di ottobre, Ezzati è comparso davanti alla Procura regionale di O’Higgins, accusato di aver coperto i casi di abusi sessuali, ma ha invocato il suo diritto di non testimoniare.

Il religioso fa parte del gruppo di sette vescovi cileni indagati dalla Procura Nazionale del Cile per casi di abusi sessuali che hanno infangato la Chiesa.

Fonti della Procura hanno detto a Efe che al 5 novembre sono state aperte 139 indagini che hanno coinvolto 190 persone legate alla Chiesa cattolica e 245 vittime.

Fonte: periodistadigital

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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