La coalizione USA anti-ISIS ha cercato di impedire che l’esercito siriano attraversasse l’Eufrate

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“Nel corso dell’ultimo giorno, unità dell’esercito siriano con il sostegno della Forza aerea russa, dopo aver attraversato l’Eufrate, hanno continuato ad espandere la testa di ponte costituita a est di Deir ez-Zor.
Le truppe siriane, nonostante la resistente ostilità dei militanti dell’ISIS sono riuscite a liberare più di 60 chilometri quadrati dai terroristi sulla riva sinistra dell’Eufrate.

Purtroppo, il comportamento di questa operazione è stata caratterizzata non solo dalle azioni coraggiose e competenti dei militari siriani, ma sono anche da segnalare  alcuni comportamenti inspiegabili da parte delle forze appoggiate dal governo USA.

Infatti nelle 24 ore, la situazione sull’Eufrate è diventata complicata. Igor Konashenkov, rappresentante del Ministero della Difesa russo ha detto che  non appena le truppe siriane hanno cominciato ad attraversare il fiume, “in poche ore il livello delle acquee dell’Eufrate è aumentato di ben due volte e la velocità delle acque è arrivata a raggiungere i 2 metri al secondo. Poiché non c’è stata pioggia, L’evidenza è che questo comportamento delle acque può avvenire solo quando si aprono le chiuse a monte”. Ed in questo caso le chiuse in parola sono sotto il controllo della opposizione moderata controllata dagli Stati Uniti.

Ma non è tutto, le forze filo-USA (Syrian Democratic force)  e le forze statunitensi dalle posizioni statunitensi hanno aperto il fuoco contro l’esercito siriano.

Secondo i rapporti dei comandanti siriani i contrasti più gravi e il fuoco massiccio sulle truppe siriane si sono registrati dalla direzione settentrionale a nord dell’Eufrate. Sta a dire da dove sono posizionate le “Forze Democratiche siriane (SDF), e le unità speciali dell’esercito degli Stati Uniti che invece di liberare Raqqa evidentemente sono impegnati a contrastare l’esercito siriano contro ISIS.

Ria Novosti riferisce che generale russo Konashenkov ha detto che osservando questi eventi si capisce bene che non si tratta di coincidenze e che la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti non è in Siria per combattere il terrorismo ma per interferire contro coloro che lo stanno combattendo continuamente ed efficacemente.

Non c’è bisogno di avere grandi conoscenze militari per vedere  in tutte queste “coincidenze” – un modello. Quanto più vicina è la fine di ISIS in Siria, più chiaro è chi combatte i terroristi e chi lo imita. Pertanto, se gli Stati Uniti non vogliono combattere il terrorismo in Siria, almeno  non interferiscano con coloro che lo fanno.

 

 

 source link  (secondo informazioni RIA Novosti)

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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