La Chiesa saprà cogliere l’opportunità o sceglierà l’ostilità?
L’intervento di Don Samuele Ceccotti, vicepresidente dell’Osservatorio Van Thuan, sui provvedimenti pro-vita, pro-famiglia e anti-gender della presidenza Trump, pubblicato su La Verità il 2 febbraio 2025, evidenzia una questione cruciale: la Chiesa saprà cogliere questa opportunità o si chiuderà in un atteggiamento ostile?
Alla domanda se la nuova presidenza possa aprire spazi per una presenza cattolica più incisiva nella vita pubblica, Ceccotti risponde con una nota di realismo amaro:
«Mi piacerebbe rispondere che la Chiesa coglierà l’opportunità offerta e lavorerà per gettare le basi per una rinascita della società cristiana. Ma realisticamente temo che nei prossimi quattro anni ci sarà uno scontro tra Trump e le Gerarchie cattoliche. Gli spazi però si aprono e chi coglierà l’opportunità sarà quel laicato cattolico militante, preparato e motivato, riconducibile al mondo pro-life, pro-family e all’arcipelago della Tradizione».
Un’analisi lucida, che pone interrogativi drammatici su quale direzione vogliano prendere i vertici della Chiesa.
Perché i vertici della Chiesa rifiutano di vedere?
Il problema non è solo politico. Qui è in gioco qualcosa di più profondo: la crisi di discernimento delle alte sfere ecclesiastiche, incapaci di riconoscere un’opportunità storica per riaffermare la presenza cristiana nella società.
Ma la domanda più inquietante è un’altra: questa cecità è involontaria o deliberata?
Viviamo in un mondo segnato da scontri culturali netti, in cui i princìpi cristiani sono sempre più marginalizzati. Eppure, mentre alcune forze politiche tentano di difendere la vita e la famiglia, la gerarchia ecclesiastica sembra guardarle con sospetto, se non con ostilità.
Il paradosso è evidente: mentre il laicato cattolico militante si dimostra saldo e consapevole, chi dovrebbe guidarlo sembra volerlo soffocare. Si preferisce una Chiesa silenziosa, che non disturba il mondo, che si fa accettare anziché sfidarlo.
“Costruire ponti” non basta: l’uomo ha bisogno della Verità
«La Chiesa deve costruire ponti»: una formula che suona bene, ma che non basta più.
L’uomo non ha bisogno di un cristianesimo annacquato, che si limita a “dialogare”, bensì di una carità più profonda, che sia anche testimonianza della Verità.
Una Chiesa che si preoccupa più di essere accolta dal mondo che di annunciare la novità di Cristo Redentore tradisce la sua missione.
La carità non è un sentimento generico, un’opera di filantropia o un atto di gentilezza, ma amore per l’uomo nella sua totalità, nella sua anima e nel suo destino eterno. E questo significa dire la verità, chiamare bene il bene e male il male, senza paura di risultare impopolari.
«La Chiesa non è fatta per rincorrere il consenso del mondo, ma per salvarlo».
Se i vertici non vedono, il laicato cattolico dovrà agire
Se chi governa la Chiesa continuerà a chiudere gli occhi, la responsabilità ricadrà sul laicato cattolico, chiamato a portare avanti la battaglia per la Verità, con o senza il sostegno delle Gerarchie.
Ma a questo punto ci si chiede: siamo di fronte solo a un’inerzia della gerarchia, o a una vera e propria opposizione alla Tradizione della Chiesa?
Non è solo Trump a essere osteggiato. Oggi i vertici ecclesiastici sembrano in contrasto con la stessa dottrina e liturgia della Chiesa, in una corsa verso il cambiamento che assomiglia più a una resa al mondo che a una riforma ispirata dallo Spirito Santo.
L’ironia è che persino alcuni settori del mondo laico sembrano avere più anticorpi contro il relativismo di molte alte sfere ecclesiali. Ma questo paradosso non deve scoraggiare: la Verità non dipende dagli uomini, ma da Dio.
Restare vigili, pregare e perseverare nella fede
No, la Chiesa non è solo un’istituzione umana, e la speranza non viene meno. Cristo non l’abbandonerà.
Tuttavia, il compito del laicato non è quello di restare in attesa passiva, ma di stimolare, vigilare e testimoniare la Verità.
Costruire ponti” è una formula che suona bene, ma non basta al cuore dell’uomo.
Il solo ponte che la Chiesa deve custodire e tenere saldo è quello tra Dio e l’uomo.
La carità cristiana non è semplice dialogo: è testimonianza della Verità, è amore per l’uomo nella sua interezza, non solo per la sua fragilità emotiva.
Una Chiesa che si preoccupa più di essere accolta dal mondo che di convertirlo tradisce la sua missione.
L’uomo non ha bisogno di compromessi, ma di radici profonde, di una Chiesa che non abbia paura di chiamare il bene e il male per nome.
La vera sfida per il laicato cattolico sarà dunque raccogliere l’eredità della Tradizione e agire con libertà, anche senza il sostegno delle Gerarchie. Se i vertici della Chiesa si ostinano a non vedere, spetterà al popolo cristiano portare avanti la battaglia per la Verità, con o senza di loro.
No, non del tutto. La Chiesa non è solo un’istituzione umana, e la speranza resta nella certezza che Cristo non l’abbandonerà mai. Tuttavia, il laicato può e deve essere uno stimolo, a meno che i vertici ecclesiastici non scelgano di intensificare la loro opposizione alla Tradizione e perseverare nell’abbraccio al liberismo progressista.
In tal caso, qualsiasi cambiamento nella Chiesa seguirà il metro dei secoli.
Paradossalmente, il mondo laico sembra avere più anticorpi della Chiesa stessa. Eppure, la gerarchia ecclesiastica è sempre stata strutturata proprio per preservare la dottrina e la liturgia da stravolgimenti, non per sottrarsi a critiche e richiami quando devia dalla sua missione.
Attendiamo, preghiamo, chiediamo a Dio il dono della perseveranza nella fede e restiamo vigili.