Jeffrey Sachs e le obiezioni che distraggono dalle questioni cruciali

Nel video che segue, l’obiezione sollevata è sempre la stessa. Ed è proprio per questo che merita attenzione: evidenzia una tendenza ricorrente nei dibattiti odierni, ossia respingere un ragionamento non per la sua solidità, ma in base al curriculum di chi lo esprime. In questo caso, Sachs viene liquidato a priori per i ruoli controversi che ha ricoperto nella sua carriera.

 

Ma un approccio simile non è realmente ancorato alla ricerca della verità, né tantomeno a quello scopo ultimo che, come uomini assetati di bene, dovremmo perseguire. La domanda fondamentale è: chi oggi sostiene i principi essenziali che ci stanno a cuore? Questi principi sono la pace, la libertà di parola e la sovranità dei popoli, almeno sul piano culturale e religioso. E chiunque li difenda merita ascolto, indipendentemente dal suo passato.

L’analisi critica dell’intervista tra Tucker Carlson e Jeffrey Sachs si inserisce in uno schema già visto. Il ragionamento è sempre lo stesso: i conservatori non sono i “buoni” perché anch’essi sono guidati da forze che semplicemente ridirezionano il loro peso. In questo caso, lo spostamento avverrebbe dai progressisti globalisti a nuovi centri di potere. È lo stesso schema con cui si attacca Trump: prima per la sua presunta connivenza con le lobby ebraiche, poi per i suoi rapporti con figure come Musk e altri.

Ma questa impostazione ignora un fatto cruciale: per quanto Trump e questi gruppi di potere possano avere i loro interessi, il loro operato offre alla base più libertà, meno interferenze e maggiore sovranità ai popoli. Continueranno a fare i loro affari? Certo. Ma il quadro cambia.

Figure come J.D. Vance parlano con sincerità. Potranno essere ostacolate, ridimensionate o influenzate, ma quello che sta accadendo è qualcosa di nuovo. E se anche solo un frammento di questa dinamica dovesse andare avanti, sarebbe comunque un progresso significativo.

 

Resta poi la questione centrale: i popoli devono riprendersi la loro autonomia. Perché dalla gestione del Covid in poi siamo entrati in una fase di autoritarismo da cui non siamo più usciti. Un tempo il potere era identificato con la finanza. Oggi, invece, si tratta di un potere assoluto che agisce direttamente sulle menti. E lo fa con successo.

Screditare Sachs per il suo passato significa evitare di affrontare il cuore della questione. Ma il punto non è chi parla, bensì quali principi sostiene. E se oggi, per opportunità o per convinzione, alcuni portano avanti battaglie giuste, chi davvero vuole la verità non può ignorarlo.

Vietato Parlare – Spunti per una visione oltre le apparenze

 

 
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