Israele ha effettuato un attacco missilistico contro Damasco

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Media israeliani: Tra gli obiettivi iraniani in Siria attaccati dalle forze aeree dell’IDF mercoledì sera, 18 novembre, c’era la “Glass House”, che ospitava il quartier generale delle operazioni di intelligence e sabotaggio delle Forze Quds, un’unità speciale del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica.

Queste forze sono presenti in Siria perchè altrimenti lo stato siriano sarebbe collassato ed al potere ci sarebbe al Qaeda o l’Isis.
Questa situazione – e quindi la presenza iraniana in Siria –  è da ricondurre allo strangolamento progressivo operato tramite le forze supportate dall’occidente e le sanzioni.

Quindi la presenze iraniana a ha messo ‘una pezza’ all’incapienza occidentale contro il terrorismo che lamenta a casa propria e che dice di combattere in tutto il mondo, meno che a casa dei dittature protette, come l’Arabia Saudita.

Secondo i media siriani, gli aerei dell’aeronautica militare israeliana mercoledì notte sono apparsi nei cieli del Golan all’1: 20, da dove hanno lanciato un attacco missilistico. I siriani affermano che la maggior parte dei missili israeliani sono stati intercettati, ma molti hanno raggiunto i loro obiettivi.

obiettivi Forza Quds che sono stati attaccati in Siria. Nel centro è la scritta “Damasco”. Schema fornito dal servizio stampa dell’IDF

L’emittente russa Vesti riferisce così la dinamica di quanto è avvenuto:

All’1: 15, un aereo israeliano ha lanciato un attacco – il più grande in assoluto – contro obiettivi iraniani in Siria. Gli attacchi sono stati effettuati anche su sei batterie di difesa aerea dell’esercito siriano. I posti di osservazione sono stati distrutti da attacchi di elicotteri.

L’attacco è stato effettuato anche al quartier generale dell’esercito siriano, situato presso il complesso aeroportuale internazionale di Damasco. Israele sostiene che I rappresentanti della forza iraniana Quds responsabili del lancio di missili contro Israele hanno agito da lì contro israele senza specificare altro.

Due piani superiori sono completamente distrutti. Immagini satellitari: ImageSat International (ISI)
Due piani superiori sono completamente distrutti. Immagini satellitari: ImageSat International (ISI)

Dopo l’attacco, il personale che lavorava nell’edificio è stato evacuato. Al momento della pubblicazione del materiale, nella “Glass House” non ci sono segni di attività.

Si noti che nel maggio 2018, durante l’operazione House of Card , l’Air Force dell’IDF si è astenuta dal colpire l’edificio. Tuttavia, un edificio magazzino situato vicino alla Glass House è stato attaccato.

L’IDF ha distrutto oltre 200 obiettivi in ​​Siria negli ultimi 4 anni, colpendo installazioni militari iraniane, basi di formazioni filo-iraniane, depositi di armi e infrastrutture strategiche. Le informazioni sulle operazioni dell’esercito israeliano in Siria sono state parzialmente declassificate martedì 4 settembre 2018.

L’edificio non è stato danneggiato da un attacco dell’aeronautica militare israeliana nel gennaio 2019, quando in risposta ai bombardamenti del Golan, sono stati effettuati attacchi su una serie di strutture dell’IRGC in Siria. Tuttavia, l’attacco di novembre ha mostrato che non ci sono obiettivi invulnerabili per l’IDF in territorio siriano.

L’Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra, ha riferito che almeno 23 persone sono state uccise nell’attacco notturno dell’IDF in Siria, 16 delle quali non erano cittadini siriani. Il Centro ha indicato che la maggior parte delle vittime erano probabilmente membri del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane.

riferimento

La Glass House è un edificio di sette piani che fungeva da hotel dell’aeroporto internazionale prima dello scoppio della guerra siriana (2011). Secondo pubblicazioni sui media stranieri, a metà degli anni 2010, l’hotel ospitava il quartier generale del comandante del distretto centrale del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) in Siria, Abu Bakr, vice di Javad Dafari, a cui il  Teheran aveva affidato il comando di tutte le forze dell’IRGC in territorio siriano.

La stampa estera ha richiamato l’attenzione sulla “Glass House” nel 2016. Quindi l’edizione britannica del Daily Mail ha pubblicato l’informazione che l’edificio ospitava il quartier generale dell’esercito iraniano, per fornire assistenza all’esercito siriano.

Pubblicazioni simili sono apparse su altri media stranieri. La maggior parte di loro aveva una fonte: un rapporto dell’organizzazione di opposizione iraniana NCRI, con sede a Parigi. E’ questa fonte che oppositori ha diffuso informazioni secondo le quali il terzo e il quarto piano dell’edificio erano occupati dall’IRGC e che anche gli ufficiali più anziani dell’esercito governativo siriano non sono autorizzati a entrare in tale sito.

Le pubblicazioni menzionavano anche che nell’edificio si trovava un ospedale da 20 letti, un bar e una sala di preghiera. Il primo piano era occupato dai dipendenti dell’apparato di propaganda dell’IRGC e il seminterrato era occupato da agenti di controspionaggio e dal dipartimento logistico. Lì, secondo l’opposizione iraniana, sono stati immagazzinati milioni di dollari in contanti. Ancora più in basso, erano attrezzati due profondi bunker.

Soprassedendo sui milioni di dollari in contanti che non è una pericolosa arma chimica ma fungono agli stessi scopi dello spionaggio USA in Afghanistan ed altrove Quindi non si capisce perchè distruggere una struttura che esiste lì dal 2010 e che non ha mai costituito una minaccia per Israele.

Ovviamente è del tutto legittimo avere tali asset in un pese amico mentre non sfugge che Israele si è mosso con particolare aggressività proprio perchè gli Stati Uniti sono congelati sulle elezioni e perchè sembra che ora sia utile ‘portarsi avanti con il lavoro’, ‘non si sa mai cosa potrebbe accadere’. Inoltre in questo periodo difficilmente può reagire perchè costringerebbe Biden – sempre sarà lui il prossimo presidente USA  –  ad azioni abbastanza scontate a favore di Israele. Così Israele, qualsiasi sia l’obiettivo sul terreno, avrebbe indirizzato comune la politica americana nel senso voluto.

Anche la parte iraniana ha però le sue colpe. Israele non tollera soprattutto installazioni vicino ai propri confini e dopo centinaia di incursioni, quanto meno Teheran potrebbe provare a dislocare ad una distanza maggiore le proprie installazioni rispetto al confine israeliano.

Tuttavia, è pur vero che, difficilmente – anche assecondando le richieste israeliane . Tel Aviv cesserebbe le proprie aggressioni in Siria. Israele ha attaccato dovunque , in tutto il territorio siriano, sia ad Aleppo, sia sulla costa di Latakia che all’interno.

E’ inoltre da segnalare che IDF ha preteso di dire che la vasta rappresaglia lanciata su obiettivi in siria è una riposta alle mine messe sul lato siriano della ‘zona di nessuno’ sul Golan.

Come di consueto, ISRAELE non  ha chiesto conto al governo siriano di questo. Questo è quello che ha sempre fatto. Negli anni precedenti prima della liberazione della zona di confine dalle forze antigovernative, ISRAELE è intervenuto sempre in modo ostile contro DAMASCO ad ogni colpo caduto sul proprio territorio, anche se lanciato dai militanti per suscitare reazioni.

Israele prima della liberazione di quelle zone vicino al confine ha supportato con armi e supporto logistico e medico alcune delle forze anti-Assad che impunemente potevano ripiegare e trovare riparo sicuro sul Golan, nella terra di nessuno.

Recentemente ci sono state alcune indiscrezioni secondo le quali Israele ha ricominciato a supportare una fazione militante siriana. Che piaccia o no, l’Iran è legittimamente in Siria per esplicita richiesta del governo siriano.

@vietatoparlare

 

corsivo: Vesti.ru

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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