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IRAQ – Rinvenuta una fossa comune con 600 corpi, ma la notizia non è ripresa da nessun media occidentale

by Patrizio Ricci
3 Luglio 2020
Reading Time: 2min read
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IRAQ – Rinvenuta una fossa comune con 600 corpi, ma la notizia non è ripresa da nessun media occidentale

yazidi in fuga - foto Asia news

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Le fosse comuni di civili sono una prova scottante dei crimini dell’ ISIS, di al Qaeda e altri gruppi affini. Eppure, le sanzioni statunitensi ed europee sono tutte indirizzate contro il governo siriano, anche se quest’ultimo ha il merito di aver bloccato l’avanzata e la presa del paese da parte dei suddetti terroristi.

Today: A new mass grave of victims of ISIS contains almost 600 bodies, is discovered in the Region Kask (Province Nineveh) #Ezidis pic.twitter.com/pdqn9pS7Ks

— Eziden Weltweit e.V. (@EzidenWeltweit) June 29, 2020

Questo è l’ennesimo ritrovamento che testimonia i crimini dell’ISIS, un gruppo terroristico che gli Stati Uniti hanno agevolato in funzione anti- Assad: “Una nuova fossa comune di vittime dell’ISIS contenente quasi 600 corpi, è stata scoperta nella Regione Kask (Provincia di Ninive)”.

Quindi l’ennesima evidenza dei crimini dei terroristi. Quelli che gli USA hanno pensato di usare utilmente contro il governo siriano per far crollare lo stato. Ricordiamo in proposito, la famosa intervista del gen Flyn (ex capo della DIA): “Sostenere l’ISIS nostra decisione deliberata (Michael Flynn, DIA)”. Tale affermazione ha trovato conferma anche grazie al documento della DIA (vedi qui).

Ecco il passaggio del documento sull’auspicio che l’ISIS vinca contro Assad (scaricabile qui):

Tutti questi elementi che accenno (a cui ho dedicato a suo tempo un più ampio spazio), dimostrano la responsabilità diretta occidentali su quelle fosse comuni che ancora oggi vengono rinvenute.

A queste evidenze se ne unisce anche un’altra: la provincia di Idlib, amministrata da al Qaeda,  non è soggetta a sanzioni.

Lo è invece – il resto della Siria – un paese che faticosamente esercitando il sua legittimo diritto di difendersi.

Quindi la documentazione  Caesar Act, costituita da circa 6.786 foto (l’accusa statunitense ai crimini che avrebbe commesso il regime di Assad), la maggior parte raffigurante persone morte in combattimento, rappresenta  la più recente ipocrisia occidentale.

Infatti, se quelle foto hanno generato la forte reazione occidentale, invece le 15.000 vittime di genocidio e massacri di massa  seppellite nei siti in tutto il territorio – in cui i militanti anti-Assad in precedenza avevano dominato – ,  (The Guardian), non sollevano nessuna questione.

Quella parte del mondo che si definisce più progredita e si autodefinisce patria dei diritti inviolabili dell’uomo, è la stessa che in Afganistan da anni non muove un dito contro il traffico di eroina la cui produzione per il 90% appunto proviene da quel paese. Allo stesso tempo, non muove un dito contro l’ISIS che nel Kosovo prospera. Tutta l’attenzione è focalizzata invece contro Assad, anche se il suo comportamento è distante mille miglia dalle pratiche criminali di quell’universo di tagliagole appoggiati dall’occidente.

La fossa con i poveri resti dei 600 yazidi massacrati è l’ennesimo richiamo alla coscienza degli avidi leader occidentali.

Ma nessuna risposta è pervenuta.

patrizioricci by @vietatoparlare

Tags: documentidocumenti riservatiISISPatrizio RicciSiriayazidi

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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cultura Cattolica, Samizdatonline, Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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