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Home Editoriale ULTIMI POST

Iraq – Attentato in Iraq coinvolge i nostri soldati: tre gravi. Piena solidarietà ai nostri ma basta ambiguità politica

10 Novembre 2019
in ULTIMI POST
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Iraq – Attentato in Iraq coinvolge i nostri soldati: tre gravi. Piena solidarietà ai nostri ma basta ambiguità politica

soldati italiani in Iraq- foto Anna News

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Cinque soldati italiani appartenenti alle forze speciali dell’esercito, inquadrate nel 9 Battaglione Col Moschin sono rimasti feriti a causa della deflagrazione di un potente ordigno esplosivo improvvisato (IED)  in Iraq. Le nostre forze armate sono presenti in questo paese per compiti di lotta allo Stato Islamico (acronimo ISIS o Daesh).

Lo Stato Maggiore dell’esercito Italiano ha dichiarato in una nota che “I cinque soldati colpiti sono stati immediatamente assistiti. Sono stati evacuati e portati in ospedale da elicotteri statunitensi, anch’essi inclusi nella coalizione (per combattere l’ISIS) “.  Secondo quanto riferito dalle agenzie un militare avrebbe subito l’amputazione di una gamba, uno delle dita di un piede e un’altro avrebbe una emorragia interna. Tuttavia, le stesse fonti dicono che nessuno è in pericolo di vita.

Secondo quanto riportato dai tiggì serali, la loro missione non è direttamente collegata alla lotta contro l’ISIS. Il loro compito principale sarebbe finalizzato principalmente all’addestramento dei militari iracheni (ma sempre in ambito coalizione anti-ISIS). Personalmente, su questa versione ho seri  dubbi in quando è noto che le unità speciali di altri paesi sono a disposizione e rispondono al comando unificato della coalizione anti-ISIS a guida USA.

Anche se non è chiara la procedura di impiego e la linea di comando delle forze speciali italiane, è altamente plausibile che le forze speciali italiane siano a disposizione del comando USA. Questa versione è corroborata dal fatto che  al momento dell’attentato gli incursori del Col Moschin erano di rientro al seguito di una colonna mista di pashmerga curdi e militari della coalizione, ovvero da una missione mirata a scovare depositi di armi dell’ISIS (e se si imbattevano in elementi dell’ISIS li avrebbero ingaggiati)..

In tutti i modi faccio tutti i miei auguri di pronta guarigione ai nostri uomini ed auguro a tutto il popolo iracheno che all’orizzonte si profili presto la fine di questo calvario, centuplicato dal giorno delle sanzioni e dell’aggressione occidentale voluta dagli Stati Uniti.

L’Iraq vive ancora oggi un periodo di forti tensioni. Anche oggi ci sono stati morti in questo paese a causa della rivolta in corso che è alimentata sottotraccia dall’esterno.

Andiamo oltre l’episodio; lo dobbiamo a chi fa il proprio dovere per il nostro paese e rischia la vita per noi tutti.

Certamente questo episodio darà adito a più di qualcuno a Washington di ribadire con più forza che la lotta all’ISIS non è terminata perchè l’ISIS è ancora attivo. Il modo con cui i media italiani hanno riferito però questo episodio è desolante. La versione diffusa è desolante perché riferisce l’episodio come un incidente avvenuto nel sabato sera sulle strade italiane, una di quelle avvenute al rientro delle discoteche. Ovviamente non è così.
Ma allora perchè? Tutto ovviamente ha una ragione di essere. La notizia dell’attentato è trattato nel senso utile all’establishment USA (”partito della guerra”) ostile a Trump, quello che cerca continuamente  base legale per catturare il consensus popolare e per rafforzare la presenza USA in Siria ed in Iraq.

I nostri media che  trattano l’attentato ai nostri militari ripropongono per l’occasione la strage di Nassirija, l’accostano ai fatti odierni e non vanno oltre. Sembrano soffrire di amnesia. Evidentemente omettono di chiarire il contesto e fare le dovute connessioni tra gli eventi che continuamente si succedono.  Tra le tante omissioni, ne esiste una particolarmente intollerabile che quanto meno andrebbe detta. Potremmo chiamarla, la ”madre di tutte le omissioni”.

I nostri militari combattono l’ISIS che gli USA hanno facilitato per fini terzi

Andrebbe detto agli italiani che il fenomeno dell’ISIS è stato voluto dagli Stati Uniti. Su questo argomento, in passato ho dedicato molti articoli e molte prove sono disponibili sull’argomento, compreso un documento declassificato della DIA.

Persino  il generale Flynn ha ammesso che armare i terroristi e la creazione di un “Principato salafita” è stata una “decisione intenzionale” per rovesciare Assad (e prima in funzione anti-sciita in Iraq). Questa verità sembra non essere nota solo ai mezzi di informazione.

Negli attimi immediatamente dopo la ‘liberazione americana del nord della Siria dall’ISIS. molti elementi  dell’ISIS (che hanno accettato di transitare all’interno dell’SDF) sono stati nuovamente dislocati prima all’interno delle forze filo-USA delle Syrian Democratic Force (SDF) in Siria e poi proprio in questi giorni  – dopo l’ordine di Trump di rientro delle forze USA, in Iraq.

In definitiva è chiaro che la lotta all’ISIS non terminerà fin quanto continuerà l’opera di destabilizzazione operata dall’occidente e finché questi non rispetterà la legittima esigenza di pace delle popolazioni a cui appartengono il territorio e le risorse. In proposito, in questo momento certo questo non si realizza:  gli Stati Uniti si sono impadroniti delle risorse petrolifere del nord est della Siria e le presidia contro ogni buon senso e violando il diritto internazionale.

Il governo italiano dovrebbe ordinare l’immediato ritiro delle forze italiane dall’Iraq per non avvallare questo tipo di politica che non porta alcun vantaggio all’Italia. Essa serve solo a realizzare gli interessi degli Stati Uniti. Il governo italiano dovrebbe chiarire una volta per tutte il reale svolgersi dei fatti in Siria ed in Iraq e chiarire definitivamente qual’è la politica italiana in medio oriente.

patrizio ricci by @vietatoparlare

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nota: questo video è del 2018, credo non abbia bisogno di ulteriori commenti.

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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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