In Siria si è votato ma la UE non riconosce le elezioni e noi aspettiamo l’immunità e non abbiamo tempo…

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In Siria il 26 di maggio ci sono state le elezioni presidenziali. Ha vinto per la quarta volta consecutiva Bashar al Assad.

Come riportato dall’agenzia siriana SANA il 27 maggio, citando il presidente del parlamento siriano, Hammoud Sabbagh, Assad ha ricevuto più del 95% dei voti (l’affluenza è stata di circa 18 milioni, ovvero il 78,6%). L’ex membro del governo Abdullah Sallum Abdullah  e il capo del Fronte Democratico Nazionale Mahmoud Ahmed Marai hanno ricevuto rispettivamente l’1,5% e il 3,3% dei voti.

In Italia le elezioni dopo la crisi di governo non sono avvenute perchè – a detta del presidente della Repubblica –  la pandemia non avrebbe permesso le votazioni in sicurezza o cose simili. Invece, in Siria c’è la guerra  e ci sono attori internazionali che ancora non acconsentono che il paese si ricostruisca, che l’attività economica riprenda.

Ci sono dure sanzioni, persino il materiale per la ricostruzione non è ammesso, perchè le case si possano riparare ma non ricostruire, a detta anche dell’Onu la situazione va congelata così. Tuttavia, le elezioni si sono svolte e milioni di persone hanno sfidato gli attentati e le bombe per recarsi alle urne.

Quindi se non si hanno materiali perchè l’occidente non li fa passare, c’è qualcuno che usa ciò che ha per ricostruire, senza aspettare un domani… Ditemi voi se questa è una buona cosa o una cattiva cosa…

Ovviamente, queste elezioni non sono assimilabili alle nostre. Le elezioni impongono una grandiosa organizzazione. In Siria si è trattato più che altro di manifestare la volontà – da parte della gente – di un riconoscimento che solo Assad per ora rappresenta la garanzia che le cose non vadano molto peggio.

Ma è cinico e orwelliano per l’Occidente versare lacrime di coccodrillo per i siriani e incolpare Assad per questa guerra brutale.

L’occidente infatti sta tentando il renbrandig di al Nusra la formazione qaedista che domina ad Idlib per proporre il suo leader Juliani come nuovo presidente di tutta la Siria. Questo non è detto esplicitamente ma ci sono passi per giungere a questo. L’insistenza che le elezioni siano rappresentative di tutte le componenti della società civile , è più che eloquente laddove per società civile si intende la partecipazione di tutti i gruppi radicali e quelli da sempre supportati dal NED, che è l’organismo statunitense per i regime change.

In una parola, se la situazione non va in questo modo, la situazione – secondo gli intenti statunitensi ed europei – deve rimanere così com’è, invivibile, con l’80% della popolazione al di sotto della soglia di povertà. La comunità internazionale vuole che i siriani siano puniti per il sostegno al proprio presidente che ha resistito e tenuto unita la nazione. Senza di lui, in questa situazione, il paese si sarebbe disgregato, con vasti strati della società corrotta dopo anni di guerra, sarebbe esploso secondo le linee di faglia delle varie etnie e gruppi che esistono sul territorio.

Tutto questo, la comunità internazionale lo sa. L’Europa lo sa, i rappresentanti europei lo sanno . Lo hanno programmato, hanno sostenuto il progetto. Ma fingono di non sapere e, come era prevedibile , hanno dichiarato le elezioni illegittime.

L’Unione Europea non riconosce i risultati delle elezioni presidenziali in Siria, non sono state “né libere né giuste”. Lo ha detto il 27 maggio, durante una conferenza stampa a seguito di un incontro con i ministri degli esteri dei 27 paesi dell’UE a Lisbona (Portogallo), l’Alto rappresentante dell’UE per la politica estera e la sicurezza Josep Borrell. La versione testuale della conferenza stampa è stata pubblicata sul sito web del servizio diplomatico dell’UE.

Per chi è al di fuori di queste vicende siriane, abbondantemente riportate dai media in modo manipolato per anni, sembrerà la posizione della UE legittima. Ma non è così, se le informazioni sono state fuorvianti, ed in una lunga concatenazione, ancor oggi si giudica su basi e fatti sbagliati.
Ogni vicenda, specialmente se è al di fuori della nostra visione e portata , va giudicata secondo standard siriani e mediorientali. Ma noi continuiamo a pretendere in tutto il mondo che si usino le nostre misure per giudicare eventi che hanno altri riferimenti, mentre noi abbiamo dimenticato persino i nostri. Così con i nostri vecchi punti di forza che oggi usiamo solo strumentalmente , portiamo alla rovina altri paesi.

Può non piacere, ma per far capire semplici cose alla opinione pubblica italiana non sono bastati i fatti. Questo vuol dire che in Italia non ci sono anticorpi. Gli anticorpi benché se ne dica vengono formati dalla scuola e dall’informazione e dalla famiglia. Questi settori sono in crisi. Non sta a me in due righe dirvi perchè…

Quando il bene viene comunicato dal potere non avviene un buon processo di formazione di anticorpi e quindi non si immunizzati alle manipolazioni.

Non sono bastati i documenti ormai pubblici che descrivono che tutti gli avvenimenti siriani sono stati un tentativo di rovesciamento di un governo riconosciuto dalle Nazioni Unite e quindi legittimo. Il punto non sono le notizie, è il disinteresse e non avere come fine della vita , vivere in unità. Ovviamente non è colpa solo dei media, ci sono responsabilità personali. L’opinione pubblica italiana si abbevera ad acque avvelenate, ieri per la Siria oggi per la crisi sanitaria odierna, ove il punto sanitario non è il più importante. Dovrebbe essere chiaro quando si parla di Reset, ma non lo è in realtà.

Quindi ciò che è in gioco viene ridotto ad una ‘puntura’ ed all’atteggiamento favorevole ad essa o meno, mentre il conflitto certamente non è su questo o almeno il conflitto è vivere o meno in unità. Naturalmente solo pochi accetteranno questa spiegazioni, gli altri sono già usciti dalla stanza…

Questo è incredibile, ma è così. Quindi oggi è abbastanza chiaro il meccanismo per cui ogni cosa può essere presentata in un altro modo, a patto che si giustifichi per il bene.

Ma torniamo alle vicende siriane,  le cui dinamiche non sono lontane ai nostri giorni peggiori e ai nostri giorni migliori.

La situazione attuale , con il paese diviso da muri eretti dagli Stati Uniti a nord, dalla Turchia ad es, ovviamente non sono stati eretti da Assad.  Questi muri sino sostenuti dalle democrazie occidentali e al di là di questi muri sono rinchiusi i siriani. Questi muri sono a nord dell’Eufrate, nella provincia di Idlib, Afrin, al Tanf…  Ora a chi dice che l’ultima elezione è stata una farsa vorrei ricordare che al di là di quei muri, di elezioni nemmeno si parla e la leadership è stabilita con le armi, tra le varie formazioni che dominano il territorio.

Tuttavia, i paesi occidentali puntano solo il dito contro Assad e pretendono la normalità, proprio quella normalità che essi stessi fanno di tutto perchè non ritorni. 

Amici, ciò che vi posso dire, è che è uno spettacolo vedere la vita in unità, questo solo dovrebbe essere insegnato a scuola, il resto ci permette di avere un buon lavoro e sviluppare potenzialità ma è meno importante per la propria ‘riuscita’.

E’ uno spettacolo vedere la vita in unità ed è la sola cosa che mi interessa…

Nella vita di tutti qui da noi, e in questi scenari siriani, le vite delle persone e ciò che vale camminano parallelamente  in sentieri che ognuno di noi sceglie, e con difficoltà. Se credete di accendere la TV o leggere il giornale perchè essi vi raccontino e vi richiamino alla realtà, vi ingannate.

Questo è un dramma perchè la vita deve essere vissuta in unità e il compito del potere è invece disarticolare. Il potere non rispetta lo stato naturale delle cose, tutti i suoi sforzi è nell’ingannare e disarticolare tutto, disarticolare l’uomo dal di dentro è lo scopo per il dominio. E’ per questo che la Siria sta lottando. Può andar bene un dittatore, può darsi che un presidente italiano non avrebbe altrettanta capacità a far fronte alla situazione. Dico ‘può darsi’, ma questo è certo… Quindi di cosa hanno bisogno i siriani?

Il nostro paese, i nostri alleati hanno alimentato il male e non il bene. Se volevano il bene perchè hanno alimentato il male? Perchè hanno portato in Siria terroristi radicali da 60 nazioni? Perchè in Siria hanno alimentato le divisioni e le hanno armate?  Ciò che è straordinario è che di bene in Siria ancora ce n’è. Ma Borrel non lo ha visto, nessuno lo vede a Bruxelles, e Bruxelles ci governa.

Quindi cosa ci aspettiamo? Tutti gli sforzi sono per distruggere ed ingannare.

Anni fa suor Yola Girges, suora francescana del Cuore Immacolato di Maria e responsabile dell’asilo del Memoriale di San Paolo a Damasco, mi disse per telefono “quello che sta succedendo a noi, domani succederà a voi”. Capii perfettamente cosa dicesse, lo capii. Non mi sarei interessato di Siria se non avessi intuito che mi riguardava, ma oggi ancor di più comprendo che aveva ragione. Pensavo infatti che il disfacimento sarebbe avvenuto ad un altro livello, invece è  quasi totale ed è profondo.

Qual’è il punto di debolezza? E’ quel vivere in unità che i ha trovati impreparati, impreparati anche i miei amici che dicevano di vivere in unità. E’ un’occasione, ricominciare, vediamo cosa succede e chi si alza.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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