In Sardegna sparita zona bianca, un’illusione ed un ricatto

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La Nuova Sardegna riporta oggi che la regione passerà in zona arancione:

SASSARI. L’isola si prepara a dare l’arrivederci alla zona bianca, accompagnata dalle proteste dei tanti imprenditori che dal passaggio all’arancione riceveranno l’ennesima tranvata e da un quasi generale silenzio della politica. Salvo sorprese, ci attendono tre settimane di arancio con un passaggio al rosso nei giorni di Pasqua. Del bianco si potrà riparlare (forse) non prima del 12 aprile. La prima revisione dovrebbe essere il 2 aprile, Venerdì santo. Il giorno dopo scatterà in tutta Italia la zona rossa. Quindi di un cambio di colorazione si comincerà a discutere il 9, con gli effetti di un eventuale provvedimento a partire dal 12. La decisione del Governo ha scatenato delusione e rabbia tra gli operatori economici, culturali, tra gestori di palestre e di luoghi di ritrovo. Tutta la politica tace e lo stesso fa il presidente della Regione Solinas.

Sull’argomento, riporto dalla sua bacheca il condivisibile commento di Belinda Bruni Selis su Ragione Critica:

Dalla Sardegna abbiamo imparato che la zona bianca non è la fine di un incubo, ma il ricatto per mantenere l’incubo in piedi.
La zona bianca ti viene concessa perché hai fatto il bravo. Ma per mantenerla devi avere la zona rossa in testa. Devi comportarti come se fossi in zona rossa. La zona rossa deve essere dentro di te.

Tutti i numeri della Sardegna sono buoni ma un algoritmo decide che l’indice Rt supera 1.

I giornali riportano 1,08. Un algoritmo non media, si va in arancione.

Un algoritmo decide le nostre vite.

Che valore ha una vita decisa da un algoritmo? Perché generare figli per poi insegnare loro che la sopravvivenza biologica dipende da un algoritmo?

Penso a voi che gioite di questo e non ne siete agghiacciati e mi chiedo se siete uomini. Cosa avete ancora di umano?

Penso a tutti i lavoratori che per tre settimane hanno sperato di tornare alla dignità del lavoro e ora un algoritmo condanna di nuovo alla chiusura. Ma voi che non siete stati toccati nello stipendio vi mettete nei loro panni?

Dite che senza salute non c’è lavoro.

Ci arrivate che se non si viene messi in condizione di lavorare non c’è salute?

Voi siete gli stessi imbecilli che fino ad un anno fa stavano al bar mattino, pomeriggio e sera. Quelli che si ammassavano nei locali alla moda per non sembrare sfigati. E ora fate i moralisti puritani. I gestori per voi possono crepare, basta che voi non risultate positivi ad un tampone. Per voi chi lavora e viene condannato da misure folli non è un uomo.

Voi non siete uomini. Non siete più nulla. Siete una massa informe nelle mani di chi detiene la propaganda e reagite come i cani di Pavlov.

Per ironia siete spesso anche molto istruiti, avete fatto le scuole alte.

A voi ci vorrebbe un cataclisma serio. Se dovete raccogliere macerie vere magari vi passa la voglia di inseguire positivi asintomatici con tamponi inattendibili.

Attenzione a non abusare della pazienza dell’universo.

E quelli che dicono di aver capito cosa sono disposti a fare di concreto? Perché da questa follia non si torna indietro.

Non si torna al 2019. Il fine pandemia non ci sarà mai. Se non ce lo prendiamo noi.

 

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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