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Home Politica Internazionale AREE DI CRISI

In Sarakeb (Idleb), il ruolo di Hezbollah … e quello di Abbas Ibrahim

6 Marzo 2020
in AREE DI CRISI
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Escalation tra Kataib Hezbollah e esercito statunitense in Iraq e Siria

unità paramilitare irachena appoggiata dall'Iran Kataib Hezbollah è in Siria per combattere lo stato islamico nella città di confine di Al Bukamal

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Le circostanze riferite nell’articolo riguardanti l’inziativa di Hetzbollah su Serakiq sono state riferite anche dai canali di notizie – come Anna News – che possiedono reporter di guerra sul campo.

Scarlett HADDAD pubblicato su L’orient le Jour

Mentre si tiene la riunione al vertice a Mosca tra il presidente russo e la sua controparte turca, la regione di Idleb è ancora influenzata da ciò che è accaduto nella località strategica di Sarakeb. Va notato che questa località è un crocevia in cui M5 e M4 si intersecano, la prima collega la Giordania ad Aleppo e quindi attraversa la Siria da nord a sud, mentre la seconda collega Latakia al confine iracheno e attraversa la Siria da est a ovest. Di nuovo sotto il controllo dell’esercito siriano e dei suoi alleati, questa località fu improvvisamente assunta dall’esercito turco e dai suoi alleati prima di cambiare ancora una volta il controllo, in seguito a combattimenti notturni tra soldati e  miliziani turchi ed il commando d’élite di Hezbollah dell’unità “al–Radwan” .

Sia i loro alleati che i loro nemici, sono concordi che i combattenti Hetzbollah  anno agito con insolito coraggio e preparazione, ciò ha permesso loro di riprendere il controllo di Sarakeb prima di lasciare il posto ai soldati siriani. Si tratta del  primo confronto diretto tra l’esercito turco e Hezbollah, che fino ad allora aveva sempre avuto cura di evitare di affrontare combattimenti sul territorio siriano lontano dai riflettori dei media. Secondo fonti concordanti sul campo, lo scontro tra soldati turchi e combattenti del partito sciita è stato causato da una combinazione di circostanze, senza essere il risultato di una decisione politica.

I soldati siriani mentre avanzavano attraverso il Rif Idleb, furono sorpresi dal collasso più veloce del previsto dei miliziani che si trovavano ad affrontare nella regione. Avanzarono quindi rapidamente, superando i limiti stabiliti dal loro comando militare. Quindi il proprio comando li ordinò di ritirarsi e lo fecero. Tuttavia, i combattenti di Hezbollah rifiutarono di lasciare i luoghi appena conquistati, in base al principio militare che stabilisce che non si dovrebbe ritirarsi dai luoghi su cui si è preso il controllo.

L’esercito turco reagì immediatamente, lanciando un’offensiva per fermare l’avanzata dell’esercito siriano e dei suoi alleati e persino per riprendere Sarakeb. I combattenti di Hezbollah erano quindi soli sul posto e subirono l’attacco turco. Un bombardamento turco di una delle loro posizioni lasciò quasi una dozzina di morti e molti feriti tra loro. Quindi fu ordinato loro di ritirarsi e eseguirono.

Va notato che a quel tempo il direttore della sicurezza generale Abbas Ibrahim era in Turchia, in risposta a un invito che gli era stato inviato in precedenza dal suo omologo turco. Il generale Ibrahim ha infatti forgiato anni di solide relazioni con il capo della SR turca, il generale Fidan Haqqan. Ha anche avuto un ruolo nell’incontro che ha avuto luogo tra quest’ultimo e il generale siriano Ali Mamelouk, lo scorso gennaio, che tuttavia non ha dato grandi risultati.

Dopo l’offensiva turca su Sarakeb, che rivendicò l’uccisione dei combattenti di Hezbollah, gli interlocutori turchi del generale Ibrahim furono pronti a dirgli che non vogliono assolutamente confrontarsi con il partito sciita, né inoltre con l’Iran, chiedendo al capo della sicurezza generale di trasmettere questo messaggio alle parti interessate e, di conseguenza, di spingere verso la calma. Il generale Ibrahim è tornato in Libano e ha consegnato il messaggio dei turchi ai suoi destinatari.

Ma per Hezbollah, così come per l’esercito siriano, la posta in gioco era troppo importante per chiudere rapidamente questo fascicolo. Decisero quindi di prendere l’iniziativa. Hezbollah inviò rinforzi nell’area e di notte fu lanciata una controffensiva per riprendere il controllo di Sarakeb. I combattenti sciiti avanzarono da nord, mentre i soldati siriani scelsero di avvicinarsi a sud. Nell’ offensiva notturna Hezbollah attaccò  il nemico da più direzioni  riuscendo a neutralizzare il suo sistema d’allarme e i  droni turchi, che costituiscono il punto forte degli attacchi e della potenza di fuoco turca.

Anche la stampa israeliana ne ha parlato, sottolineando che la tecnica militare dei miliziani sciiti è migliorata in modo impressionante. Era quindi la prima volta che eseguivano un’offensiva notturna di questa portata, per occupare una località in una regione che non era la loro. Il che, secondo la stampa israeliana, dovrebbe dare uno sguardo a quello che potrebbe essere il prossimo scontro nel nord della Galilea, come suggerito dal segretario generale del partito Hassan Nasrallah, in uno dei suoi discorsi. Inoltre, immediatamente dopo questa battaglia, i turchi hanno nuovamente contattato il direttore della sicurezza generale per preparare nuovi colloqui dopo gli ultimi sviluppi sul campo, perché per anni ha dimostrato di essere una persona affidabile e un canale di contatto sicuro. Ma per ora, la priorità è data alle discussioni svoltesi ieri a Mosca tra il presidente russo e la sua controparte turca.

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Autore

Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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