Il sogno della UE in Ucraina è una guerra permanente, anche dopo il cessate il fuoco

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L’Europa vuole la guerra diretta, si va verso l’escalation ed i media sono impazziti

Il presidente polacco Morawiecki  al vertice NATO giovedì prossimo proporrà di mandare truppe della Nato in Ucraina “come forza di pace” ma capace di difendersi. Il presidente polacco finge di non sapere che le forze di pace possono essere mandate solo dall’Onu previa accettazione tra le parti. Inoltre, le due parti devono concordare un cessate il fuoco. Questi sono i requisiti.

Evidentemente, nessuno dei requisiti esiste. Ma le armi affluiscono da tutta Europa e dagli USA a go go. Così più si va avanti e più Zelensky dal suo probabile rifugio in Polonia, diventa più baldanzoso, peraltro senza che nessuno si irriti.

Stati Uniti su proposta della Polonia: fate voi, noi non partecipiamo, ma non vi preoccupate vi sosterremo esternamente…

Gli USA e, specialmente la Casa Bianca, dimostra di avere più senno di Bruxelles. Infatti, gli USA hanno fatto sapere che se gli alleati della NATO degli Stati Uniti vogliono inviare truppe in Ucraina, Washington li sosterrà. Ma l’invio di forze di pace dall’alleanza è improbabile. L’ambasciatore statunitense all’ONU Linda Thomas-Greenfield.

“Altri paesi della NATO potrebbero decidere di voler inviare truppe nel territorio dell’Ucraina, questa sarà una decisione che hanno preso. Non vogliamo che questo si trasformi in una guerra con gli Stati Uniti, ma sosterremo i nostri alleati della NATO”.

Nello stesso tempo, Thomas-Greenfield ha sottolineato che non ci sarebbero stati militari statunitensi in Ucraina:

“Quello che posso dire è che al momento non ci saranno truppe americane in Ucraina. Il Presidente (Joe Biden – ndr) è stato chiaro su questo”.

Ricordo che giovedì 24 marzo, al vertice della Nato a Bruxelles, si discuterà la proposta del vicepremier polacco Yaroslav Kaczynski di inviare una missione armata di mantenimento della pace della Nato in Ucraina.

La Polonia sentiti gli USA fa un parziale ‘dietrofront’

L’idea di Varsavia di introdurre una missione di mantenimento della pace della NATO in Ucraina sarà difficile da attuare dal punto di vista del diritto internazionale. Lo ha detto l’ambasciatore di Polonia negli Stati Uniti Marek Magerowski in un’intervista alla CNN.

Magerovsky ha definito la proposta di Yaroslav Kaczynski “un concetto preliminare, che viene sottoposto all’esame”. Non deve essere attuato nel quadro della NATO per evitare i rischi di coinvolgere la Federazione Russa in uno scontro militare diretto.

“Non stiamo parlando di una possibile escalation, della possibile partecipazione dei militari della Nato in Ucraina”, ha sottolineato l’ambasciatore polacco e ha chiarito che non si parla nemmeno di personale militare polacco.

Secondo Magerowski, la Polonia non può intraprendere alcuna azione unilateralmente. Tutte le decisioni, per quanto radicali possano essere, devono essere prese da tutti i paesi della NATO.

Poco prima, Linda Thomas-Greenfield, Rappresentante Permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, ha parlato con una retorica simile.

Considerazioni

È necessario comprendere molto chiaramente che l’ex Ucraina si sta ora trasformando di fatto nel nuovo distretto militare occidentale della Federazione Russa. Pertanto, l’esercito russo e le basi del Ministero della Difesa della Federazione Russa dovranno stabilirsi lì ora e per sempre.

Secondo la pubblicazione  RealClearDefence , dopo il completamento dell'”operazione militare speciale“, le ostilità non finiranno ancora. Ciò sarà facilitato dal sostegno occidentale ai “ribelli” ucraini con armi e denaro. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa dovrà affrontare il compito di assicurare il perimetro lineare del nuovo confine dal confine bielorusso e dal nord della regione di Kiev a Mariupol per 2950 chilometri.

Pertanto, in caso di disintegrazione definitiva dell’Ucraina, nei territori ‘liberati’ si ​​ricollocheranno alcune unità e formazioni del Distretto Militare Occidentale e del Distretto Militare Meridionale russo. Verrà adottata l’esperienza di difesa delle repubbliche non riconosciute: Transnistria, Abkhazia e Ossezia del Sud.

Se anche la Nato non sceglierà l’intervento diretto, è stato già deciso che nel territorio controllato dai russi, ci saranno operazioni terroristiche (o di ‘sabotaggio’ che dir si voglia) sull’esperienza della Siria. Ed attenzione: questo indipendentemente dalla volontà della popolazione.

Quindi, si calcola che, anche se l’esercito russo occuperà solo una parte del paese (quello al di là del Dniepr a est), dovrà lasciare permanentemente in loco circa 29.000 uomini. Questo allo scopo di prevenire e fronteggiare i sabotaggi alle infrastrutture critiche.

VP News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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