Il senatore Bagnai interviene sulla chiusura di Byoblu

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Nel video: il senatore Bagnai interviene al Senato sulla chiusura di Byoblu

Questo il messaggio di Byoblu agli utenti

HANNO CHIUSO BYOBLU
È tempo di lanciare una sfida!

525 mila iscritti cancellati. 200 milioni di video visti oscurati. 14 anni di storia del paese censurati. Resta una sola cosa da fare.

Ve lo avevo detto che sarebbe successo. Era chiaro che l’intenzione fosse quella. Oggi è accaduto. Youtube ha chiuso Byoblu. Ha rimosso in un solo istante 14 anni di contenuti, tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati… Una fotografia cangiante delle trasformazioni che si sono avvicendate nella società da 14 anni a questa parte, viste con gli occhi dei cittadini e non con quelli dei media.

Hanno chiuso Byoblu ed io oggi, francamente, non so neanche cosa dirvi. Quasi non ho voglia neppure di scrivere, tanta è l’amarezza. Ho sempre combattuto senza risparmiarmi, ma quel canale rappresentava in un certo senso tutta la mia vita. Ancora ricordo la festa per i primi cento iscritti, e ancora custodisco gelosamente la targhetta per i primi centomila.

Cos’abbiamo fatto? Abbiamo ucciso, sequestrato, ricattato, minacciato? No. La nostra colpa è questa ossessione di voler far parlare i cittadini qualunque, di mostrare le notizie anche da un altro punto di vista, di concedere un palcoscenico anche alle idee che per i media non esistono, ma che sono largamente diffuse e secondo me hanno pieno diritto di rappresentanza. In un mondo di fotografi che ritoccano le immagini per adattarle ai gusti del potere, qui gli scatti si pubblicano così come sono, e basta.

I fatti: a dicembre hanno oscurato le riprese di una manifestazione di piazza, a Cesena, che non erano state neanche pubblicate! Erano state caricate per valutazione interna e il titolo era “NON PUBBLICARE”. A gennaio hanno rimosso un’edizione del TG di Byoblu24 dove spiegavamo cos’aveva detto un editorialista di punta del British Medical Journal. In seguito hanno rimosso un’intervista realizzata cinque mesi prima a un Senior Scientist dell’Università di Siena, solo perché parlava della Vitamina C. Poi hanno rimosso un altro spezzone di una manifestazione di piazza, questa volta a Milano, anche questa non destinata alla pubblicazione e non pubblicata. Immediatamente dopo ci hanno demonetizzato il canale e hanno rimosso quasi 5 mila abbonati legittimamente conquistati. Oggi, infine, non trovando di meglio cui attaccarsi, hanno rimosso un video dello scorso settembre 2020, realizzato nel corso di un’altra manifestazione di piazza, in cui parlava l’attivista panafricano Mohamed Konare. Era lì da quasi sette mesi, coperto dal suo bravo diritto di cronaca: a chi poteva dare fastidio? Ha senso chiudere un canale sette mesi dopo, o non si tratta piuttosto di una persecuzione feroce verso una testata regolarmente registrata in tribunale rea di non seguire la linea editoriale dettata da altri?

Siamo tutti consapevoli dei tempi bui che stiamo attraversando. Tempi in cui i diritti costruiti nel corso di decenni di lotte stanno evaporando sotto al peso di una cappa oppressiva e violenta, presidiata dai nuovi difensori della verità, unica e indiscutibile. Byoblu è una delle poche sacche di irriducibili che ancora resistono alla volontà di uniformazione del potere.

Alla fine dell’anno scorso vi abbiamo fatto delle promesse: un mercato per la vostra economia (ed è quasi pronto), una concessionaria di pubblicità etica (siamo ancora indietro, perché in questo paese come potete immaginare è molto complicato), e un canale unico nazionale sul digitale terrestre, in maniera da rispondere a questa palese ingiustizia arrivando direttamente nelle case di tutti gli italiani.

Su questo ultimo punto avevo una novità da darvi, in questi giorni. Volevo spiegarvela bene, credetemi, ma ormai non c’è più tempo: questo sopruso è tale da richiedere una decisione immediata.

Abbiamo la possibilità di acquisire un canale nazionale sul digitale terrestre, nelle numerazioni basse, a una cifra estremamente conveniente rispetto al suo valore di mercato. Parliamo di circa 120 mila euro più iva. Trasmettere potrebbe costarci, ogni mese, circa 30 mila euro, che se ci pensate è poco meno del doppio rispetto a quanto non ci costi adesso erogare il segnale in sole cinque regioni. La diffusione del segnale, essendo su scala nazionale, sarebbe più stabile e più capillare. La decisione va presa entro i primissimi giorni di aprile.

Non è una cifra alta: in questi ultimi mesi avete dimostrato che i cittadini sono pronti per fare massa critica e possono mettere in campo risorse importanti con pochi sforzi.

Io sono per tentare:la TV dei Cittadini deve imporsi come una realtà ineludibile nel panorama dei media italiani: dobbiamo diventare un polo di informazione forte, che non sia più possibile ignorare e con il quale sia necessario confrontarsi. Chiudere un canale Youtube è sin troppo facile, e io non credo che dargliela vinta in questo modo renda giustizia alla qualità delle idee che portiamo avanti insieme a tutti gli ospiti e a tutti i cittadini che ogni giorno partecipano anche nel nostro telegiornale.

La decisione spetta a voi. Se riusciremo a raggiungere la cifra necessaria entro il 10 aprile, compreremo il canale unico nazionale ed entro i 15 giorni successivi inizieremo a trasmettere in tutte le case. Diversamente valuteremo il da farsi, tutti insieme, come una grande famiglia. La famiglia dei cittadini ancora liberi, che liberi vogliono restare.

Se volete portare la TV dei Cittadini in tutta Italia sul digitale terrestre, entro aprile, potete fare la vostra donazione a questo iban:

INTESTAZIONE: BYOBLU EDIZIONI SRL SEMPLIFICATA
IBAN: IT90V0326801600052100569510
CAUSALE: DONAZIONE PER DIGITALE TERRESTRE
IMPORTO: quello che potete

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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