In un momento storico segnato da tensioni geopolitiche e da profonde trasformazioni sistemiche, la recente visita di Re Carlo III in Italia ha assunto un valore che va ben oltre la diplomazia ordinaria. Accolto con tutti gli onori di Stato e ricevuto dalle più alte cariche istituzionali italiane, il sovrano britannico ha pronunciato un discorso ufficiale dinanzi alle Camere riunite del Parlamento, un privilegio riservato solo a rari leader internazionali di altissimo rilievo (tra cui, ad esempio, Nelson Mandela nel 1998). Le sue parole hanno evocato amicizia, cooperazione e condivisione di valori comuni. Tuttavia, ciò che ha colpito osservatori attenti non è stato tanto il contenuto esplicito dei discorsi, quanto il non detto, il messaggio implicito che sembra rivolgersi a strati più profondi del potere: un richiamo simbolico e metapolitico, che risuona nei corridoi invisibili del potere culturale europeo.
Una visita dal forte valore simbolico
Quella di Re Carlo non è stata una semplice missione diplomatica, come se ne vedono frequentemente nel contesto internazionale. Il tono solenne ma misurato, l’accurata selezione dei riferimenti storici, la scelta dei luoghi visitati e l’uso di simboli carichi di storia (come il sorvolo delle Frecce Tricolori con i colori del Regno Unito) rivelano un’intenzione più profonda. Questi elementi, presi insieme, sembrano costituire un segnale silenzioso ma potente, rivolto alle élite europee, quasi a ricordare l’esistenza di una trama di legami culturali, storici e ideologici che sopravvivono alla politica dei governi e ai confini istituzionali.
Questo segnale emerge in un contesto di crescente multipolarismo globale, in cui l’egemonia dell’Occidente anglosassone si trova a fare i conti con l’ascesa di nuovi blocchi, come i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Secondo analisi di think tank geopolitici come il Center for Strategic and International Studies (CSIS), l’attuale scenario globale è sempre più definito da un gioco a più poli, dove l’Unione Europea appare spesso internamente frammentata, incapace di esprimere una visione unitaria e coerente su questioni chiave. In questo contesto, la figura del sovrano britannico si staglia come qualcosa di più antico e profondo: non solo capo di Stato, ma simbolo vivente di un retaggio storico che continua ad avere risonanza metapolitica.
Il Sovrano come guida della Massoneria britannica
Un elemento spesso trascurato, ma altamente significativo nel contesto simbolico di questa visita, è il ruolo del monarca britannico nella massoneria regolare anglosassone. La United Grand Lodge of England (UGLE), fondata a Londra il 24 giugno 1717 presso la Goose and Gridiron Ale-house, è universalmente riconosciuta come la loggia madre della moderna massoneria speculativa. Basata sui Landmarks tradizionali e sulla Costituzione di Anderson (1723), questa istituzione ha irradiato i suoi principi in tutto il mondo occidentale e oltre, fungendo da modello per le logge regolari.
In questa visione più ampia e simbolica, il sovrano non è soltanto un capo di Stato, ma una figura archetipica: il gran maestro invisibile di una rete transnazionale che opera sul piano culturale, spirituale e intellettuale. Una rete che, pur muovendosi in modo discreto, esercita un’influenza profonda su numerosi ambiti: dalle accademie alle istituzioni, dai circuiti finanziari alla diplomazia informale.
La visita di Re Carlo in Italia, letta attraverso questa lente, può essere interpretata come un gesto metapolitico di richiamo all’ordine, un promemoria silenzioso per le élite europee e per le logge che si riconoscono nella tradizione massonica regolare, la cui autorità simbolica e gerarchica fa riferimento storicamente proprio alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra.
Le radici britanniche del Risorgimento italiano
Nel suo discorso alle Camere, Re Carlo ha ricordato i legami storici tra Italia e Regno Unito, citando con orgoglio Giuseppe Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour e Giuseppe Garibaldi, figure chiave del Risorgimento italiano, tutte profondamente legate alla cultura e alla politica britannica dell’epoca.
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Giuseppe Mazzini trascorse gran parte del suo esilio a Londra, dove pubblicò scritti fondamentali per la formazione del pensiero repubblicano europeo. La libertà di stampa e l’ambiente intellettuale liberale inglese furono determinanti per la sua attività politica e filosofica.
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Camillo Benso di Cavour guardò all’Inghilterra come modello politico ed economico. Ammirava il sistema parlamentare britannico e cercò di applicarne i principi nella modernizzazione dello Stato sabaudo.
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Giuseppe Garibaldi, infine, fu celebrato come un eroe nazionale anche nei salotti e nei giornali londinesi. Le logge massoniche inglesi e la stampa liberale non solo sostennero moralmente la causa italiana, ma contribuirono, in alcuni casi, anche con supporto materiale.
L’Inghilterra del XIX secolo fu dunque non solo un alleato politico, ma anche una fucina ideologica, un laboratorio dove idee liberali, repubblicane e massoniche circolavano liberamente, trovando nel Risorgimento italiano terreno fertile per esprimersi.
Breve storia della Massoneria inglese
Per comprendere appieno la portata simbolica della visita del Re, è utile un breve excursus storico sulla massoneria inglese, il cui legame con la Corona è profondo e duraturo.
1717 – La nascita della UGLE
La United Grand Lodge of England nasce il 24 giugno 1717 dall’unione di quattro logge che si riunivano in diverse taverne di Londra. Questo evento sancisce la nascita della massoneria speculativa moderna, che abbandona progressivamente l’aspetto operativo dei costruttori medievali per abbracciare una visione razionale, simbolica e universale della fratellanza umana. Anthony Sayer fu il primo Gran Maestro ufficiale.
XVIII secolo – L’espansione globale
La massoneria inglese si diffonde rapidamente in Europa, nelle colonie americane e in Asia. Non è un caso che figure come George Washington e Benjamin Franklin fossero massoni. I suoi ideali ispirarono la Rivoluzione Americana e influenzarono anche i primi moti liberali europei.
Il legame con la monarchia
Diversi membri della famiglia reale hanno ricoperto ruoli nella UGLE. Sebbene non vi sia un automatismo, la figura del sovrano è vista come garante spirituale e simbolico dell’Ordine. La UGLE agisce come punto di riferimento per le logge regolari nel mondo, nel rispetto di principi tradizionali e codici comuni.
XIX secolo – Il Risorgimento e la rete massonica
Numerosi patrioti italiani erano affiliati a logge massoniche britanniche e francesi. Le logge offrivano rifugio, connessioni internazionali e risorse, fungendo da canali per idee rivoluzionarie e per azioni politiche coordinate.
XX e XXI secolo – Il soft power massonico
Oggi la massoneria inglese mantiene un profilo riservato ma strategicamente influente. È presente in settori chiave come la finanza (City di Londra), la diplomazia, l’intelligence, la cultura e le scienze. Per molti studiosi, rappresenta una delle reti più efficaci di soft power britannico, capace di plasmare il dibattito internazionale non attraverso il potere politico diretto, ma attraverso la formazione delle élite e la trasmissione di paradigmi culturali.
Un messaggio per le élite europee?
Alla luce di questo ricco contesto simbolico e storico, la visita di Re Carlo III in Italia appare come molto più di una manifestazione di cortesia istituzionale. È un gesto che sembra rivolgersi a una rete silenziosa di affinità, di valori condivisi e di memorie comuni. Un richiamo, forse sottile, ma riconoscibile, a quelle élite culturali, intellettuali e iniziatiche che, al di là delle dinamiche contingenti, condividono una visione del mondo, una grammatica simbolica e una storia segreta.
In un’Europa attraversata da incertezze, crisi e frammentazioni, la figura del sovrano-massone riappare come riferimento archetipico, come memoria vivente di un Impero che non è più politico, ma simbolico e culturale.
Nel linguaggio formale della diplomazia, si è parlato di cooperazione tra Stati.
Nel linguaggio silenzioso dei segni, si è forse assistito a un promemoria per i “fratelli”, visibile solo a chi sa leggere le pieghe più profonde della storia.
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