Dopo la Seconda guerra mondiale, alcune potenze occidentali avviarono programmi segreti per riutilizzare ex nazisti in funzione anticomunista. In piena nascente Guerra Fredda, gli Stati Uniti e altri Paesi ritennero utile assorbire le competenze di ufficiali, scienziati e agenti dell’ex regime hitleriano, anziché lasciarli cadere nelle mani dell’URSS. Queste iniziative – spesso coperte dal segreto militare – furono e rimangono controverse, poiché integrarono nelle istituzioni occidentali individui compromessi con il Terzo Reich (nationalgeographic.it). Di seguito esaminiamo i principali programmi (noti e meno noti) che videro ex nazisti al servizio di apparati occidentali.
Operazione Paperclip: scienziati nazisti al servizio degli USA
Operazione Paperclip: un razzo tedesco V2 catturato viene lanciato in un test negli Stati Uniti nel 1946, risultato diretto delle competenze missilistiche naziste portate in America dopo la guerra. Dopo la guerra gli Stati Uniti attivarono la Operazione Paperclip (nota inizialmente come Project Overcast), un programma segreto per reclutare scienziati tedeschi nazisti e sfruttarne il know-how nei propri programmi militari e spaziali. Attraverso Paperclip circa 1.500 scienziati tedeschi e austriaci – molti dei quali membri del partito nazista – furono trasferiti in America tra il 1945 e i primi anni ‘60. In cambio dell’expertise in campi come missilistica, aeronautica e chimica, gli Stati Uniti offrirono a questi tecnici contratti di lavoro, protezione e spesso la cittadinanza, ignorando il loro passato nazista. La giustificazione addotta fu l’imperativo di impedirne la cattura da parte dei sovietici, considerati ormai i nuovi rivali: Washington temeva infatti che l’URSS potesse accaparrarsi le “migliori menti” scientifiche tedesche, alterando gli equilibri strategici. Tra i reclutati celebri vi furono Wernher von Braun e l’intero team dei razzi V2 (oltre 100 ingegneri), che contribuirono in modo determinante ai programmi missilistici americani e alla nascente NASA. Sebbene efficace nel potenziare la corsa tecnologica USA, l’operazione Paperclip resta un capitolo controverso perché portò ex nazisti nelle istituzioni americane, privilegiando la realpolitik rispetto alla giustizia post-bellica.
Organizzazione Gehlen: spie di Hitler nella Guerra Fredda
Un altro caso emblematico fu la Organizzazione Gehlen (o Gehlen Org), creata nel 1946 nella Germania occupata. Questo servizio segreto fu costituito direttamente dagli Alleati occidentali riunendo ex ufficiali dell’intelligence militare nazistait.wikipedia.org. A capo vi era Reinhard Gehlen, già generale della Wehrmacht e responsabile durante la guerra dello spionaggio tedesco sul fronte orientale (contro l’URSS) (it.wikipedia.org). La Gehlen Org fu finanziata e sostenuta dalla nascente CIA americana, diventandone di fatto “gli occhi e le orecchie” dietro la Cortina di ferro nei primi anni della Guerra Fredda. In pratica, gli Stati Uniti fornirono mezzi, fondi e copertura, mentre Gehlen e i suoi uomini (molti con trascorsi nell’esercito o nelle SS naziste) misero in campo la loro rete e competenza in operazioni clandestine. L’organizzazione condusse attività di spionaggio e controspionaggio contro l’Unione Sovietica e i Paesi del blocco orientale, ad esempio infiltrando agenti nei Paesi baltici e raccogliendo informazioni militari dietro la Cortina. Nel 1956 la Gehlen Org confluì ufficialmente nel nuovo servizio segreto della Germania Ovest, il Bundesnachrichtendienst (BND), di cui Gehlen divenne il primo direttore. Questo significa che una parte dell’intelligence della Germania Federale nacque direttamente dalla rete di ex nazisti riciclati con l’aiuto della CIA – un fatto storicamente documentato e spesso criticato a livello etico.
Altri casi (meno noti) di collaborazione con ex nazisti
Oltre a Paperclip e alla rete Gehlen, emersero ulteriori programmi segreti occidentali che arruolarono ex nazisti o collaborazionisti fascisti, sebbene meno noti al grande pubblico. Alcuni esempi significativi includono:
- Operazione Bloodstone (USA, fine anni ’40): Nel 1948, su iniziativa dell’ufficiale CIA Frank Wisner, partì un’operazione clandestina nota come Operation Bloodstone con l’obiettivo di reclutare ex ufficiali tedeschi, diplomatici e collaboratori nazisti da impiegare nella guerra segreta contro l’Unione Sovietica (spartacus-educational.com). Tra i reclutati figurarono anche membri del NSDAP (Partito Nazista) di alto profilo, come Gustav Hilger (già consigliere del ministero degli esteri tedesco). Documenti emersi in seguito mostrano che funzionari dello stesso Dipartimento di Giustizia USA denunciarono come Wisner avesse “reclutato sistematicamente criminali di guerra nazisti” all’interno di questi programmi. Un agente coinvolto, Harry Rositzke della CIA, anni dopo ammise che Wisner era disposto a usare “chiunque, purché anticomunista”. L’operazione Bloodstone rientrava nella logica spietata della Guerra Fredda: l’anticomunismo come priorità assoluta, anche a costo di riabilitare elementi compromessi del Terzo Reich.
- Fughe organizzate e protezione di criminali di guerra: Parallelamente ai programmi ufficiali, vi furono reti ufficiose (a volte soprannominate “ratlines”) che aiutarono molti ex nazisti a fuggire in Sud America o Medio Oriente, spesso con la complicità di elementi occidentali. Ad esempio, Klaus Barbie, famigerato ufficiale SS noto come il “macellaio di Lione” per le torture e deportazioni di ebrei in Francia, riuscì a scappare in Bolivia sotto falso nome con l’aiuto di canali clandestini. Servizi di intelligence occidentali (in primis statunitensi) favorirono il suo reinsediamento in Bolivia come parte della “crociata contro il comunismo” in America Latina (theguardian.com). Negli anni ‘70 Barbie – protetto dal regime militare boliviano di Hugo Banzer – operò sotto lo pseudonimo Klaus Altmann come consigliere in tecniche repressive (interrogatori e tortura), replicando in Sudamerica gli orrori che aveva perpetrato in Europa. Molti oppositori politici boliviani furono incarcerati o uccisi anche grazie al ruolo di Barbie, che agiva di fatto come consulente anticomunista al servizio della dittatura (col tacito avallo dei suoi contatti US)theguardian.com. Solo nel 1983 Barbie fu finalmente arrestato e consegnato alla Francia per essere processato. Questo caso emblematico dimostra come alcuni criminali nazisti sfuggirono alla giustizia e vennero riutilizzati in funzione anticomunista durante la Guerra Fredda.
Va sottolineato che questi riutilizzi di ex nazisti da parte degli apparati occidentali emersero appieno solo decenni più tardi, attraverso documenti declassificati, inchieste giornalistiche e studi storici. Ad esempio, rapporti della CIA e del Dipartimento di Giustizia desecretati negli anni ‘80 confermarono che almeno un migliaio di nazisti ottenne protezione negli Stati Uniti – inizialmente sotto il programma Overcast/Paperclip – spesso eludendo le richieste di estradizione (storiain.net). Tali rivelazioni hanno alimentato un acceso dibattito storico e morale: fino a che punto la lotta al comunismo abbia portato le democrazie occidentali a compromessi con figure del passato nazista.
vedi anche: Gehlen, MI6 e Ucraina: l’alleanza anglo-ucraina contro la Russia