Il Qatar ed i terroristi per i diritti umani

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Il Qatar, è una piccola nazione di dune di sabbia situata nel Golfo Persico che conta solo 250.000 abitanti, ma nel suo sottosuolo ha il più grande giacimento di gas naturale del mondo e, di conseguenza, ha una ricchezza inimmaginabile.

Il potere è gestito in maniera assolutistica, è detenuto da una stretta cerchia elitaria di membri della famiglia regnante e da alcuni  incaricati. Le forme più semplici di espressione politica non sono tollerate. Un poeta ha avuto nel 2012 la condanna all’ergastolo  (ridotta a 15 anni nel 2013) solo perchè i versi che aveva scritto aveva offeso la casa regnante.

Il più importante obiettivo che guida la politica è quello di massimizzare l’influenza sulla scena regionale e internazionale. Questo originariamente riflette l’ambizione personale dell’emiro in carica attualmente, Sheikh Hamad bin Khalifa al Thani, e il suo ministro degli esteri , lo sceicco Hamad bin Jassim Al Thani.

francois-hollande-con-l-emiro-del-qatar-tamim-al-thani-674921Per  l’occidente gli affari sono davanti a tutto nonostante varie fonti di informazione (come ad esempio New Repubblic) ma anche il Ministero del Tesoro americano, indicano il Qatar come uno dei maggiori finanziatori del terrorismo internazionale e dello stesso ISIS.

Nessuna nazione occidentale se la sente di prendere atto di questa situazione.  Gli affari, le sue acquisizioni di aziende strategiche, le sue partecipazioni finanziarie anche nel pubblico, la presenza sul suo territorio  della più grande militare staunitense in Medioriente, fanno sì non solo che si faccia finta di niente ma anche che  si supporti la sua attività di sostegno al terrorismo  quando gli interessi sono geopoliticamente coincidenti .

Tanto per dare un esempio esemplificativo delle leve che Doha ha a disposizione per influenzare le più grandi potenze occidentali ,  ricordiamo che il Qatar è il maggior azionista della borsa di Londra:  possiede il 10 %  della London Stock Change.  E con l’Italia,  il Qatar ha firmato una joint venture con il fondo strategico italiano per 2 miliardi che fa capo alla Cassa Depositi e Prestiti (che è pubblica). Accordi di questo tipo sono stati stipulati nei vari paesi europei e negli USA.  Anche nel settore dell’informazione sono in atto collaborazioni, in particolare in Italia è in essere un accordo di interscambio di informazioni tra la maggiore agenzia italiana (Ansa) e l’omologa qatariota.

Ma il Qatar ha anche un’altro obiettivo: è diventato, insieme a Turchia, il principale sostenitore della Fratellanza Musulmana e gruppi terroristici come Hamas (perchè lo fa? Semplice: si muove quando pensa che , come nel caso della fratellanza musulmana,  certe forze  rappresentino ‘il futuro’). E sempre più spesso, sembra anche disposto a cercare di minare la stabilità di quegli stati che lo circondano.

Nel 2014, il Sottosegretario USA David Cohen ha citato direttamente il Qatar, come sponsor del terrorismo internazionale:

[su_panel](… ) Ma, dolorosamente, l’Iran non è l’unico stato che fornisce sostegno finanziario alle organizzazioni terroristiche.

Più in particolare, il Qatar, da lungo tempo alleato degli Stati Uniti, ha per molti anni finanziato apertamente Hamas, un gruppo che continua a minare la stabilità regionale. Report della stampa indicano che il governo del Qatar sostiene anche gruppi estremisti che operano in Siria.  A dire il vero, questo rischia di aggravare una situazione già instabile in modo particolarmente pericolosa e sgradita. (…)

Un certo numero di raccolte di fondi che operano in giurisdizioni più permissive – in particolare in Kuwait e in Qatar – hanno sollecitato donazioni per finanziare i ribelli estremisti, non per soddisfare legittime esigenze umanitarie. I destinatari di questi fondi sono spesso gruppi terroristici, tra cui affiliati di al-Qaeda siriano, al-Nusrah, e lo Stato Islamico dell’Iraq e il Levante (ISIL), il gruppo precedentemente noto come al-Qaeda in Iraq ( AQI) … fonte: U.S Department of Treasury [/su_panel]

Il Washington Post (tramite l’Associated Press) ha riportato che il Qatar sta cercando di farsi restituire due dei suoi cittadini che le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno arrestato con l’accusa di spionaggio. Le accuse sembrano suggerire che i presunti agenti del Qatar stavano cercando per sostenere Islah, il ramo negli Emirati dei Fratelli Musulmani, un gruppo che ha mantenuto legami con al-Qaeda e che ha cercato di rovesciare il governo degli Emirati .

Organizzazioni e fondazioni qatariote effettuano attività di appoggio al terrorismo anche tramite la difesa dei diritti umani.

Ad esempio, in un articolo del 2014 , lo statunitense ‘The Daily Best’ riferisce che il governo degli Stati Uniti un cittadino qatariota, capo dell’ organizzazione per i diritti umani al-Karama è stato anche un finanziere di al Qaeda:

[su_panel]”La maggior parte del mondo conosce il qatariota Abdul Rahman al-Naimi Omeir come un illustre professore di storia e attivista dei diritti umani. L’organizzazione con sede in Svizzera che ha fondato, nota come al-Karama che in arabo significa ‘’dignità’’, ha lavorato a stretto contatto con le Nazioni Unite e gruppi americani per i diritti umani, in particolare Human Rights Watch.

Secondo il governo degli Stati Uniti, tuttavia, al-Naimi è anche un importante finanziere di al Qaeda. Il Ministero del Tesoro USA ha detto che al-Naimi ha supervisionato il trasferimento di centinaia di migliaia di dollari per al Qaeda ed i suoi affiliati in Iraq, Somalia, Siria e Yemen nel corso degli ultimi 11 anni.

Nel 2013, ha ordinato il trasferimento di quasi 600.000 dollari ad al Qaeda tramite il rappresentante del gruppo in Siria. Nella stessa nota, il Dipartimento del Tesoro ha indicato in Abdulwahab Al-Humayqani, rappresentante di al-Karama nello Yemen, come un finanziatore e membro di al Qaeda nella penisola arabica, affiliato al gruppo nello Yemen.

L’organizzazione di Al-Naimi ha in passato lavorato a stretto contatto con il Centro per i Diritti Costituzionali (CCR), così come con il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Al-Karama ha anche emesso comunicati congiunti con l’organizzazione umanitaria Human Rights Watch”.[/su_panel]

Mentre il ministero del Tesoro USA lanciava queste accuse, altri paesi mediorientali arrivavano a denunciare addirittura cAl-Naimi stesso come un terroirsta.

Human Right Watch naturalmente si è difesa dicendo che non sospettava nulla ma difficile crederlo in quanto c’erano molte evidenze come per esempio un cablogramma pubblicato su Wikileaks del 2007 in cui una informativa degli USA descriveva Al-Naimi come un “sostenitore della linea dura islamista” .

La storia di al-Naimi, è un esempio eloquente di come la difesa dei diritti umani può anche essere utilizzata come copertura politica per le reti jihadiste o per nascondere altri fini sull’onda della nuova dottrina ONU ed USA ‘Responsability to protect’.

Vietato Parlare

altri articoli esterni collegati: La Stampa – Iraq, l’islamismo da esportazione del Qatar. Per il Califfo un tesoro di due miliardi

Associazioni che finanziano il terrorismo in Siria: relazione del Brooking Institute

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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