Il prezzo dell’Unità d’Italia

Antonio Gramsci (1920): “Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l´Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti”.

Giuseppe Garibaldi Lettera ad Adelaide Cairoli (1868 )
: “Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili.

Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell’Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio”.

Nino Bixio, autore dell’eccidio di Bronte, nel 1863 dichiarò in Parlamento: “Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sangue”.

Luigi Settembrini, patriota risorgimentale, combatté contro i Borbone, intorno al 1870 scrisse nelle sue “Rimembranze”: “La colpa fu di Ferdinando II, il quale, se avesse fatto impiccare me ed i miei amici, avrebbe risparmiato al Mezzogiorno ed alla Sicilia tante incommensurabili sventure. Egli fu clemente e noi facemmo peggio”.

Gaetano Salvemini (1900)
: “Sull’unità d´Italia il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata (…..) è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone (…..)”.

Camillo Benso Conte di Cavour : “Lo scopo è chiaro; non è suscettibile di discussione. Imporre l’unità alla parte più corrotta e più debole dell’Italia. Sui mezzi non vi è pure gran dubbiezza: la forza morale e se questa non basta la fisica”.

Claude Duvoisin, console svizzero Lettera al Re, del 17 dicembre 1860: “nel secolo precedente, il Meridione d’Italia rappresentò un vero e proprio eden per tanti Svizzeri, che vi emigrarono, spinti soprattutto da ragioni economiche, oltre che dalla bellezza dei luoghi e dalla qualità di vita.

Luogo di principale attrazione: Napoli, verso cui, ad ondate, tanti Svizzeri, soprattutto Svizzeri tedeschi di tutte le estrazioni sociali emigrarono con diversi obiettivi personali. Verso la metà dell’Ottocento, nella capitale del Regno delle due Sicilie quella svizzera era tra le più numerose comunità estere”.

Massimo D’Azeglio: “Al sud del Tronto sessanta battaglioni e sembra non bastino …Deve esserci stato qualche errore; e bisogna cangiare atti e principii e sapere dai Napoletani, una volta per tutte, se ci vogliono o no… agli Italiani che, rimanendo italiani, non volessero unirsi a noi, credo non abbiamo diritto di dare delle archibugiate”.

Nell’agosto del 1862 nelle regioni del Sud in rivolta contro l’ingresso da parte del Piemonte fu dichiarato lo stato d’assedio e legge marziale ed inizia violenta e dura la repressione dei paesi liberati dai borbonici.

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