Il Pachistan dopo la strage nella scuola di Peshawar reintroduce la pena di morte .

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Il Pachistan dopo la strage nella scuola di Peshawar reintroduce la pena di morte

La lotta del governo per riprendere il controllo delle aree tribali sta avendo successo. Proprio  per questo è iniziata una fase in cui i talebani  tenteranno il 'tutto per tutto'.  Ma la lettura corretta della realtà, come sempre, non è univoca..

di Patrizio Ricci

La strage di Peshawar  (134 bambini e 9 insegnanti) ha scosso la società pachistana e il mondo intero. Come provvedimento immediato, il premier pachistano Nawaz Sharif ha deciso di reintrodurre la pena di morte, ma solo per i reati legati al terrorismo. Da evidenziare che prima di questo provvedimento,  le pene capitali erano comunque  regolarmente comminate dai tribunali: le esecuzioni erano però sospese per effetto di direttive rinnovate ogni tre mesi. In verità, nonostante la moratoria, le pene di morte sono state molto frequentemente eseguite all'uscita del carcere o dal tribunale, dagli stessi integralisti islamici che hanno poco prima montato ad arte accuse false a danno di  innocenti (spesso appartenenti a minoranze religiose).

Il problema quindi è a monte: la società pachistana è ostaggio degli estremismi religiosi e della corruzione.
La corruzione delle coscienze comincia dalle scuole: i programmi di studio utilizzano sussidi didattici che propagandano odio e pregiudizi religiosi verso le minoranze religiose non musulmane, come cristiani e indù. Nel paese vige la legge della blasfemia: nient'altro che un facile espediente per legittimare le persecuzioni, i crimini, i soprusi contro le minoranze, specialmente quelle cristiane. 
Il radicalismo islamico è generalmente tollerato dallo stato. Emblematico è il caso della cristiana Asia Bibi condannata a morte per blasfemia: per le forti pressioni degli integralisti islamici è da 5 anni imprigionata nel braccio della morte del carcere di Multan, nonostante sia stato dimostrato che è innocente.
 Viene da chiedersi: in un simile contesto, con un sistema giudiziario che costantemente non riesce a garantire la giustizia ad un innocente (con una storia patria  caratterizzata da colpi di stato, governi corrotti che non riescono a ordinare la società e fortemente condizionati dagli Stati Uniti), veramente la pena di morte è la grande novità? Certamente no.

Sì certo, la strage nella scuola di Peshawar è particolarmente vile ed odiosa tanto che persino i talebani afgani hanno condannato  l'attentato.  Tale orrore non può però farci distogliere lo sguardo da altre evidenze anch'esse esecrabili.
Ecco cosa dice un rapporto un  rapporto  di Amnesty International sulla violenza a cui è sottoposta la popolazione , nelle aeree tribali territorio è solo nominalmente amministrato dal governo federale Pakistano ma de facto è controllato dalle diverse tribù  Pashtun ): "Le comunità tribali vivono nella paura più abietta di subire rappresaglie mortali (da parte dei talebani) per il minimo sospetto di stare dalla parte dello stato o persino, come nel caso della giovane attivista Malala Yousafzai, solo per aver difeso il diritto all'istruzione".

La violenza inconsulta però non è solo prerogativa dei talebani ma anche del governo.  I civili non devono temere solo i talebani ma anche i soldati.  Amnesty International  denuncia gli abusi compiuti dall'esercito nel nord-ovest del paese " è stato dato dal governo la potestà di compiere abusi senza alcun freno, e di eseguire torture e sparizioni forzate di civili''.

Come spesso accade gli stati che subiscono ingerenze e ricatti dall'esterno da parte di grandi potenze occidentali non hanno quasi mai uno sviluppo armonioso.  Ad esempio,  l'ex presidente Musharraf  è un esempio emblematico di come si sovrappongano interessi esterni a quelli del popolo sovrano. Appartenente ai servizi segreti pachistani,  Musharraf è stato addestrato  dagli Stati Uniti presso il Western Hemisphere Institute for Security cooperation a Panama dove ha acquisito nozioni, insieme  alle polizie ed eserciti sudamericani  su come si mantiene  l'ordine interno per scongiurare che gli avversari  politici vadano al potere.  Nello stesso  centro, insieme ad afgani, sauditi e indiani i servizi segreti pachistani hanno studiato i metodi di tortura , omicidio, e tecniche di insurrezione e contro- insurrezione.  Musharraf ha poi combattuto con i servizi pakistani (l’ISI) in Afghanistan, per sostenere i mujaheddin anti-sovietici per conto degli USA.  Infine con un colpo di Stato è diventato presidente.

In quel contesto di grande instabilità entrarono in gioco i talebani. L'identikit del talebano era perfetto  per uccidere i russi: essi sono stati supportati negli anni 80' dagli Washington in funzione antisovietica.
Per lo stesso motivo, le Scuole coraniche, le 'madrasse' pachistane, spesso fucina del radicalismo islamico e dei talebani, sono anche queste state irresponsabilmente sovvenzionate anche dal governo degli Stati Uniti.
Poi la musica è cambiata ed i talebani sono diventati i nemici.  Si è allora scatenata una persecuzione senza quartiere: quelle stesse scuole, poco prima sostenute (in cui si studiava solo il Corano),  sono state bollate come 'fonte di reclutamento dei terroristi' e le aree tribali sono state continuamente fatte oggetto di bombardamenti  che coinvolgono spesso molte persone innocenti.

Quindi  oggi dire 'talebano' è sinonimo di spietato, retrogrado, ma  le responsabilità trasversali sono enormi!  Non intendo, per questo, fare  inutili ed ingiusti accostamenti con il crimine nella scuola pachistana : esso merita senza riserve la nostra riprovazione e la condanna più totale!  Però, dovremmo, se vogliamo capire veramente l' insensatezza di quel crimine, guardargli intorno e vedere se nel mondo in cui sono vissuti quelle vittime innocenti, la verità è di casa. E curarcene sempre.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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