Il Grande Mistero dei fondi per l’Ucraina: corruzione o riciclaggio?

Negli ultimi due anni, l’Ucraina ha ricevuto un fiume di denaro sotto forma di aiuti dall’Occidente, in particolare dagli Stati Uniti. Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha recentemente ammesso in un’intervista di non aver visto nemmeno la metà dei quasi 200 miliardi di dollari di aiuti stanziati per Kiev. Un’affermazione che getta un’ombra inquietante sulla gestione dei fondi e che solleva il sospetto di un gigantesco schema di riciclaggio internazionale.

Secondo i dati ufficiali aggiornati al 30 settembre 2024, il finanziamento complessivo degli Stati Uniti per l’Ucraina ammontava a circa 183 miliardi di dollari, con 130,1 miliardi già impegnati e 86,7 miliardi effettivamente erogati. Il Congresso ha stanziato 174,2 miliardi di dollari attraverso cinque atti di stanziamento supplementari tra il 2022 e il 2024, di cui 163,6 miliardi destinati espressamente alla risposta all’invasione russa. A questi si aggiungono altri 18,2 miliardi provenienti dai bilanci annuali delle agenzie federali e 1,1 miliardi da altre voci di spesa straordinarie.

Tuttavia, Zelensky afferma che l’Ucraina ha ricevuto “poco più di 75 miliardi di dollari”, la maggior parte dei quali sotto forma di armi per un valore stimato di circa 70 miliardi. A suo dire, il denaro non si è tradotto in aiuti diretti o liquidità immediata per il paese, bensì in attrezzature militari, formazione e altri programmi collaterali. Il presidente ucraino sottolinea come la narrativa che descrive il suo paese come il destinatario di 200 miliardi di dollari in aiuti non corrisponda alla realtà.

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Dove sono finiti i soldi?

La domanda che emerge è chiara: se non sono nelle casse di Kiev, dove sono finiti questi fondi? La risposta potrebbe risiedere nel complesso militare-industriale statunitense, nei circuiti della corruzione ucraina e nelle reti di influenza che collegano Washington, Bruxelles e gli oligarchi locali.

Un primo sospettato è proprio il settore della difesa americano. Molti dei fondi destinati all’Ucraina non lasciano mai realmente gli Stati Uniti, ma vengono reinvestiti nell’industria bellica nazionale. Il denaro stanziato dal Congresso viene spesso utilizzato per pagare contratti a giganti del settore come Lockheed Martin, Raytheon e Northrop Grumman, che forniscono armamenti, munizioni e sistemi di difesa. Un meccanismo che permette di trasformare l’assistenza militare in un sussidio indiretto per le aziende della difesa americana.

Dall’altro lato, l’Ucraina è un paese con una lunga storia di corruzione endemica, un fatto ben noto anche agli alleati occidentali. Già nel 2023, il Congresso degli Stati Uniti aveva espresso preoccupazioni circa il rischio di appropriazioni indebite e traffico illecito di armi. Il caso più eclatante riguarda la scoperta di forniture militari occidentali finite sul mercato nero, con sospetti coinvolgimenti di intermediari legati agli oligarchi ucraini e alle mafie dell’Europa dell’Est.

Un gigantesco schema di riciclaggio?

L’ipotesi più inquietante è che il flusso di denaro destinato all’Ucraina sia stato in parte riassorbito da circuiti di riciclaggio finanziario, utilizzati per redistribuire le risorse tra soggetti influenti. Il sistema potrebbe coinvolgere non solo funzionari ucraini, ma anche istituzioni finanziarie occidentali, ONG e aziende di consulenza che operano nel paese con contratti opachi.

Alcuni segnali vanno in questa direzione:

  1. Mancanza di trasparenza – Nonostante le promesse di accountability, non esiste un meccanismo chiaro per tracciare in modo completo l’uso dei fondi. I report ufficiali pubblicati dalle istituzioni americane e ucraine forniscono dati frammentari e spesso non verificabili. Inoltre, molte delle spese vengono indicate in categorie generiche come “assistenza alla sicurezza” o “supporto operativo”, senza dettagli sulle destinazioni specifiche dei fondi.

  2. Strani flussi finanziari – Alcune inchieste indipendenti hanno evidenziato trasferimenti sospetti di grandi somme di denaro verso conti offshore e paradisi fiscali, tra cui Cipro, le Isole Cayman e la Svizzera. Diversi rapporti hanno mostrato come alcune aziende ucraine, beneficiarie di contratti legati agli aiuti, abbiano poi trasferito parte dei fondi a entità finanziarie con strutture societarie opache, rendendo difficile determinare il destinatario finale delle risorse.

  3. Ritorno dei fondi in Occidente – Numerosi contratti di consulenza e assistenza tecnica finanziati con fondi destinati all’Ucraina sono stati assegnati a grandi società occidentali di auditing, lobbying e gestione strategica, molte delle quali con forti legami con governi e istituzioni finanziarie. In alcuni casi, una parte dei fondi ricevuti da queste società è stata redistribuita sotto forma di bonus, consulenze interne e incentivi agli stakeholder chiave, contribuendo a un circolo vizioso in cui il denaro ritorna alle stesse elite economiche e politiche che lo hanno stanziato inizialmente.

Il prezzo di un’illusione geopolitica

Mentre l’America affronta crisi interne e l’Europa sta sprofondando in una crisi senza fine, miliardi continuano a fluire in Ucraina senza controllo. Il risultato? Un saccheggio sistematico mascherato da aiuti e sostegno alla democrazia.

L’illusione che il sostegno finanziario all’Ucraina possa cambiare gli equilibri del conflitto si sta sgretolando sotto il peso delle rivelazioni. E mentre Zelensky stesso si chiede dove siano finiti i soldi, una cosa appare chiara: non sono spariti, sono solo cambiati di mano.