Il governo siriano critica il “Summit per la Democrazia” degli USA

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Negli Usa ha avuto luogo il Summit per la Democrazia (svoltosi in video conferenza), organizzato dal presidente Usa Joe Biden, a cui hanno partecipato i rappresentanti di 110 Paesi.

Il presidente degli Stati Uniti, durante il summit di due giorni (iniziato giovedì), ha detto: “La leadership americana deve affrontare le nuove sfide dell’autoritarismo, comprese le crescenti ambizioni della Cina di competere con gli Stati Uniti e la determinazione della Russia a minare la nostra democrazia. Dobbiamo affrontare queste sfide”.

Ed ancora: Biden: “La democrazia non nasce per caso. Dobbiamo proteggerla, lottare per essa, rafforzarla, rinnovarla”. Quindi un’asse con questo fine che raggruppa paesi selezionati.

Il vertice è stato a lungo pensato da Washington come strumento alternativo alle Nazioni Unite.

La prima volta che Washington ha imboccato questa strada è stata quando questa Organizzazione ha rifiutato la legittimazione dell’attacco all’Iraq. In quell’occasione, per la prima volta l’ONU, non si piegò al volere degli USA. Fu così allora che fu creata per legittimare in qualche modo l’aggressione, la coalizione dei volenterosi. Questo è abbastanza eloquente , se guardiamo il contesto è apertamente recriminatorio nei confronti degli altri paesi che sono stati riluttanti all’uso della forza contro l’Iraq, quindi ‘non volenterosi’.

Come AUKUS, quindi in embrione un’altra organizzazione di stati che si riuniscono agli USA nella missione di combattere il male nel mondo. Per fare questo evidentemente non basta più la Nato e ci vuole qualcosa di più innovativo, a cui mettere a disposizione armi ed eserciti.

E’ abbastanza eloquente che al summit, tra i paesi non invitati, si notano Cina e Russia, oltre a Ungheria, Turchia, Arabia Saudita, Egitto, Serbia , Vietnam e Thailandia.

Sulla pubblicazione “Prensa Latina” apprendiamo il condivisibile punto di vista del governo siriano su questo evento:

Il consigliere speciale della Presidenza siriana, la dott.ssa Bouzeina Shaaban, giovedì ha ritenuto che il Summit per la democrazia organizzato dagli Stati Uniti, sia un nuovo modo per salvare la propria egemonia.

Questo evento è un nuovo strumento volto a salvare l’unipolarismo e convincere il mondo che gli Stati Uniti sono ancora l’unica superpotenza, ha detto il funzionario durante il suo discorso alla 3^ sessione del South-South Human Rights Forum, organizzato dalla Cina.

Bouzeina Shaaban ha chiarito che Washington ha iniziato a cercare nuovi strumenti per mantenere la sua politica unipolare, in declino dopo anni in cui si è imposta come dominatrice di paesi e popoli.

Shabaan ha definito selettivo l’invito all’incontro del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e ha ritenuto che confermi l’intransigenza dell’Occidente nell’imporre la sua democrazia liberale ad altri popoli in contraddizione con la logica internazionale.

La rappresentante della presidenza siriana ha spiegato che “ogni paese ha bisogno di una democrazia che si adatti al suo sistema politico e sociale, e rifletta la sua cultura, civiltà e storia, e tenga conto delle esigenze della sua gente”.

Secondo il consigliere presidenziale, l’Occidente cerca democrazie clonate che ruotino nella sua orbita e ne attuino le politiche.

pgh/iff/mem/fm

E’ evidente che i 110 paesi, mettendosi sull’ assolutamente esclusivo palcoscenico, non aspirano tanto alla democrazia stessa – perché se la democrazia oggi incontrasse sé stessa, non la riconoscerebbe –, ma piuttosto, essi manifestandosi amici degli USA, vogliono trarne eventuali benefici o condividerne il potere globale.

Vp News

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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