Il Gas russo si può pagare in rubli, non abbiamo alternative (ma ugualmente c’è chi protesta)

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La Commissione europea in una riunione a porte chiuse ha approvato lo schema di pagamento proposto da Putin per il gas russo. (Fonte: Bloomberg)

Sempre Bloomberg riporta che motivo per cui è stata adottata questa decisione è semplice: eliminando il gas russo, l’economia dell’eurozona collasserebbe (Commissione UE):

“Secondo le nuove proiezioni della Commissione europea, la ripresa dalla pandemia dell’Eurozona si fermerebbe, mentre i prezzi aumenterebbero ancora più rapidamente in caso di gravi interruzioni dell’approvvigionamento di gas naturale dalla Russia.

In uno scenario grave, l’economia del blocco valutario si espanderebbe di circa lo 0,2% quest’anno, con un’inflazione che supererebbe il 9%, poiché i governi hanno faticato per sostituire le importazioni, ha affermato il braccio esecutivo dell’Unione europea. Nel 2023, la crescita sarebbe un punto percentuale al di sotto della linea di base.

Nelle sue prime previsioni da quando la Russia ha invaso l’Ucraina e confermando un precedente rapporto Bloomberg, l’UE ha anche tagliato le sue prospettive di base, prevedendo che il prodotto interno lordo aumenterà del 2,7% quest’anno e del 2,3% nel 2023, in calo rispetto al 4% e al 2,7% di febbraio. Le revisioni suggeriscono che la Germania, la più grande economia del continente, non raggiungerà la produzione pre-crisi fino all’ultimo trimestre del 2022, mentre la Spagna dovrà attendere fino al terzo trimestre del 2023, ha affermato la commissione.

Peggiora anche la situazione dei prezzi: quest’anno e il prossimo l’inflazione nell’Eurozona si attesta al 6,1% e al 2,7%, rispetto alle precedenti proiezioni del 3,5% e dell’1,7%. Il picco si vede in questo trimestre.

La guerra in Russia e le sanzioni imposte in risposta hanno oscurato le prospettive per l’economia globale facendo salire i prezzi dell’energia e mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento che stavano già vacillando a causa della pandemia. L’Eurozona è tra le regioni più colpite a causa della sua dipendenza dall’energia russa e della vicinanza al conflitto”. (Fonte: Bloomberg)

Il presidente polacco Morawiecki non l’ha presa bene

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha criticato la decisione dell’UE di acquistare gas accettando, di fatto, lo schema di pagamento Euro per rubli imposto da Putin. “La Polonia continuerà a seguire le regole e non comprerà gas da Putin”, ha detto Morawiecki.

Solito messaggio a uso e consumo interno. La Polonia ha solo 38 milioni di abitanti e scorte di gas all’88%, oltre ad avere maggiori opzioni di importazione dal nord rispetto ad altri paesi europei. Facile dire a Germania e Italia (rispettivamente con 83 e 60 milioni di abitanti e un tessuto industriale assai più sviluppato di quello polacco) di rinunciare al gas russo per principio. Morawiecki e il suo governo soffiano sul fuoco del nazionalismo interno. Non bisogna dimenticare che prima della guerra in Ucraina il suo governo era alle prese con un duro braccio di ferro con Bruxelles e Berlino sulla questione della rule of law.

(tramite Giubbe Rosse canale Telegram)

Ucraina e Polonia guidano l’Europa

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha anche scritto un editoriale per il quotidiano britannico The Telegraph affermando che il “mondo russo” è una minaccia per tutta l’Europa.
“Il mondo russo è un cancro che non solo inghiotte la maggior parte della società russa, ma minaccia anche tutta l’Europa. Pertanto, non basta sostenere l’Ucraina nella sua lotta militare contro la Russia. Dobbiamo distruggere completamente questa mostruosa ideologia”, ha scritto Morawiecki.

Ha esortato la comunità mondiale a concentrarsi immediatamente sul “cavalcare l’Ucraina dall’influenza di Vladimir Putin”. Secondo il primo ministro polacco, il presidente russo è “molto più pericoloso” di Stalin e Hitler.

Abbiamo vari problemi in Europa…

VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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