Il drammatico bivio dell’Ucraina secondo Arestovich

Oleksiy Arestovich è stato una delle figure più influenti della politica e della comunicazione ucraina nei primi anni della guerra con la Russia. Ex consigliere dell’amministrazione presidenziale di Zelensky e portavoce dell’Ufficio del Presidente, Arestovich ha spesso offerto analisi schiette e non convenzionali sulla situazione del Paese. Ora, fuori dai circoli del potere, le sue parole assumono un peso particolare, poiché non sono più filtrate da necessità propagandistiche.

In un recente intervento, Arestovich ha delineato due possibili scenari per la fine della guerra, uno peggiore dell’altro. Le sue parole offrono uno sguardo crudo sulla fragilità del fronte ucraino e sulle conseguenze di una possibile riduzione del sostegno occidentale.


“Tutto è molto peggio di quanto pensiate”

Arestovich parla degli scenari più negativi e positivi per la fine della guerra:

“Lo scenario peggiore si presenta così:

Trump smetterà di sostenerci, la nostra linea del fronte crollerà e i soldati, arrabbiati per l’insensato spargimento di sangue, organizzeranno una Maidan militare e rovesceranno Zelensky.

I russi ne approfitteranno per occupare gran parte dei territori della riva sinistra: Poltava, forse Kharkov, Dnieper, Zaporozhye, o avvicinarsi molto a questi.

Il disastro colpisce:
Salushny torna rapidamente dalla Gran Bretagna in elicottero, sale su un veicolo blindato e dice:

“Gente, non può continuare così! Dobbiamo riconciliarci!”

Viene formato un governo di salvezza nazionale, cataloghiamo le perdite e cerchiamo di uscire dal pasticcio, dopo una breve guerra civile e con nuovi territori perduti intrisi del nostro stesso sangue.

Ma potrebbe essere peggio:
Salushny non potrebbe fare nulla, perché saremmo caduti nella rovina e nella guerra civile, nell’anarchia e nel caos.

Nessuno, a parte i russi, avrebbe potuto stabilizzarci. Nessuna truppa occidentale verrà inviata qui per stabilizzarci.

Salushny potrebbe perdere la sua autorità, oppure le passioni potrebbero divampare al punto che…
Per qualche ragione, Salushny potrebbe non arrivare, e allora… disastro, guerra civile.

Questo è lo scenario peggiore e certamente non improbabile.

Lo scenario migliore si presenta così:

Ci diciamo: “Ok, ok, abbiamo perso, ammettiamo le nostre perdite. Non fateci pressione, non forzateci nulla, cerchiamo di essere costruttivi.”

Cambieremo l’atteggiamento ostile e arrogante con uno di collaborazione, troveremo un accordo, riprenderemo ciò che possiamo e passeremo alla vera ricostruzione del Paese.

Non ci sono altre opzioni, tutto va molto male, amici.
Non puoi immaginare quanto sia davvero grave.”

Trump imporrà sanzioni all’entourage di Zelensky

Sempre Arestovych, commentando il post del presidente degli Stati Uniti con l’appellativo di “comico di successo”, ha detto :
“Secondo le informazioni che mi sono giunte da fonti aperte, alle parole dovrebbero presto seguire i fatti. In particolare, si sta valutando la possibilità di introdurre sanzioni dirette contro l’entourage di Zelensky.”

“Mindich, Shefir, Kolyubayev, Pishchanskaya sono sotto minaccia. Sono tutti portafogli fidati dell’amato presidente, portali per il suo denaro corrotto” , chiarisce Arestovich*.

▪️Nel suo post, Trump ha definito Zelensky “un dittatore senza elezioni” e ha affermato di voler continuare il conflitto per ottenere vantaggi economici.


Il peso di un’occasione mancata

Le parole di Arestovich rivelano non solo la vulnerabilità militare e politica dell’Ucraina, ma anche il fallimento di una strategia che ha puntato tutto sulla guerra senza considerare la possibilità di una pace negoziata in tempi utili. Solo pochi mesi dopo l’inizio del conflitto, a Istanbul si era aperta una concreta possibilità di accordo tra Ucraina e Russia, ma il presidente Zelensky scelse di non trattare, spinto anche dalle pressioni occidentali e dalla convinzione di poter vincere con il supporto militare della NATO.

Oggi, con il rischio di una drastica riduzione degli aiuti , un fronte sempre più instabile e lo scontro tra Zelensky e Trump,  la domanda è inevitabile: cosa sarebbe successo se si fosse scelta la via del compromesso prima che il Paese fosse dissanguato dal conflitto? Arestovich non lo dice esplicitamente, ma la sua analisi lascia intendere che, qualunque sia l’esito, l’Ucraina ne uscirà con perdite irreparabili, molte delle quali forse evitabili con una politica meno intransigente sin dall’inizio.