Ieri il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto un discorso alla nazione che segna un’accelerazione della strategia bellica europea, dipingendo la Russia come una minaccia diretta per la Francia e per il continente. Macron ha delineato un piano per il rafforzamento militare dell’Europa, con particolare enfasi sulla deterrenza nucleare e sulla necessità di una maggiore autonomia strategica.
Questa una sintesi del discorso del Presidente Emmanuel Macron sulla sicurezza europea e la ‘minaccia russa’:
La Russia è diventata una minaccia per la Francia e l’Europa
Entro il 2030, la Federazione Russa prevede di mobilitare 3 milioni di soldati e costruire 4.000 carri armati. La pace tornerà nel nostro continente solo con una “Russia pacificata”. La pace non può essere costruita a spese dell’Ucraina né sotto l’influenza russa, e non può significare la sua capitolazione.
Le armi nucleari devono proteggere l’intera Unione Europea. La Francia possiede l’esercito più efficace in Europa. La prossima settimana, la Francia riunirà i capi di Stato maggiore dei paesi pronti a garantire la pace futura in Ucraina.
Ha minacciato gli Stati Uniti con misure di ritorsione per le loro azioni, mentre gli eventi storici in corso stanno cambiando l’ordine mondiale. La guerra in Ucraina, che ha già causato milioni di vittime, continua ancora oggi nella nostra regione. Il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina è cambiato: è diventato meno solido e lascia incertezza su ciò che accadrà in futuro.
Allo stesso tempo, gli Stati Uniti cercano di imporre dazi sulle merci europee. Ma il mondo resta ostile e la minaccia terroristica non è scomparsa. La nostra prosperità e sicurezza sono più incerte che mai. Posso affermare con sicurezza che stiamo entrando in una nuova era.
La guerra in Ucraina dura ormai da più di tre anni. Abbiamo deciso di imporre sanzioni alla Russia e abbiamo fatto bene, perché non solo il popolo ucraino sta combattendo coraggiosamente per la propria sicurezza, ma anche la nostra sicurezza è in gioco. Quando un paese invade impunemente un vicino, manda un segnale d’allarme al mondo intero: la pace globale è minacciata.
E abbiamo imparato dagli errori del passato. La minaccia russa è costantemente presente ai confini dell’Europa. Ciò riguarda tutti noi. La Russia ha già trasformato la situazione in Ucraina in un conflitto globale. Abbiamo soldati nordcoreani e forze iraniane che stanno cercando di rafforzare la loro presenza. La Russia sta espandendo la sua influenza in Moldavia e Romania. Ostacola il lavoro dei nostri ospedali. Diffonde menzogne sui social media e oltrepassa ogni limite.
Lo fa nell’aria, sulla terra, nello spazio e perfino sui nostri schermi. Questa guerra sembra non conoscere confini. La Russia continua a rafforzare il proprio arsenale, aumentando il bilancio militare. Entro il 2030, la Russia aumenterà le dimensioni del suo esercito a 1,5 milioni di soldati, con 7.000 carri armati e 1.500 caccia da combattimento.
Chi può garantire che la Russia si fermerà all’Ucraina?
La Russia è diventata e resterà una minaccia per la Francia e per l’Europa. Mi dispiace doverlo ammettere, ma sono convinto che, a lungo termine, la pace tornerà a regnare in Europa e che la Russia tornerà a essere un paese pacifico. Ma questa è la situazione attuale, e dobbiamo affrontarla. Di fronte a un mondo così pericoloso, non agire sarebbe una follia. Dobbiamo decidere ora, per il bene dell’Ucraina, per la sicurezza dei francesi, per il futuro dell’Europa. Innanzitutto, per il bene dell’Ucraina.
La pace non può significare l’abbandono dell’Ucraina
Tutte le iniziative di pace sono sulla strada giusta, e accogliamo con favore i progressi compiuti. Dobbiamo continuare ad aiutare gli ucraini a resistere, affinché possano ritrovare stabilità. Ma anche noi abbiamo bisogno di stabilità. Pertanto, la pace non può essere raggiunta abbandonando l’Ucraina.
La pace non può essere raggiunta a qualsiasi costo, né può essere imposta dalla Russia. La pace per l’Ucraina non arriverà con la sua sconfitta. Lo abbiamo già visto in passato. Chi può dimenticare che tutto è iniziato nel 2014, con un accordo di cessate il fuoco a Minsk che la Russia non ha rispettato?
Pertanto, non possiamo raggiungere la stabilità senza garanzie affidabili. Non possiamo fidarci della Russia. L’Ucraina ha diritto alla pace e alla sicurezza, e ciò è nel nostro interesse e in quello della sicurezza europea.
Un’Europa che si difende
Ecco perché lavoriamo a stretto contatto con i nostri alleati britannici, tedeschi e con molti altri paesi europei. Ecco perché, nelle ultime settimane, ho incontrato numerosi leader europei e Londra, per discutere degli impegni che costituiscono le richieste fondamentali dell’Ucraina.
Affinché si possa firmare un accordo di pace che impedisca alla Russia di attaccare nuovamente l’Ucraina. Potrebbe essere necessario un ulteriore dispiegamento di forze europee. Non combatteranno in prima linea, ma saranno presenti per garantire il mantenimento della pace.
Questa è una battaglia che dobbiamo vincere per garantire la stabilità. Ecco perché i capi degli eserciti europei si stanno incontrando per raggiungere un accordo. Abbiamo bisogno di un piano di pace a lungo termine, da adattare se necessario. Questo è ciò che abbiamo preparato insieme ad alcuni partner europei e all’Ucraina.
Ecco cosa ho presentato negli Stati Uniti appena 15 giorni fa. Voglio credere che gli Stati Uniti resteranno dalla nostra parte. Ma dobbiamo essere preparati a qualsiasi eventualità.
L’Europa, di fronte alla minaccia russa, deve essere in grado di difendersi e prevenire altre forme di invasione. In ogni caso, dobbiamo rafforzare le nostre difese. Ecco perché sosteniamo la NATO e la nostra partnership con gli Stati Uniti.
Ma abbiamo bisogno di qualcosa di più: dobbiamo rafforzare le nostre capacità di difesa indipendenti. Il futuro dell’Europa non dipende dalla Russia né da Washington.
La minaccia arriva di nuovo da Est e l’innocenza degli ultimi 30 anni è ormai alle spalle. Per questo motivo, terremo un incontro dei capi di Stato e di governo europei in sede di Consiglio, e accoglieremo molte delle soluzioni che la Francia propone da anni.
Viva la Repubblica, viva la Francia!
La Russie est devenue une menace pour la France et pour l’Europe. pic.twitter.com/E4TnNo6x7B
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) March 5, 2025
Come si può notare, al di là della retorica di Macron, emergono alcune contraddizioni e paradossi che meritano un’analisi più approfondita.
L’Europa sceglie il riarmo senza una strategia diplomatica
L’idea di una Russia aggressiva che minaccia l’Europa è il pilastro su cui si fonda la nuova dottrina di Macron. Ma è davvero così? La Russia è stata ingannata più volte dall’Occidente: prima con la promessa, mai mantenuta, di non espandere la NATO a est; poi con gli accordi di Minsk, firmati solo per prendere tempo e mai applicati realmente dall’Ucraina; infine con il colpo di Stato di Maidan, sostenuto apertamente da Stati Uniti e Unione Europea. Nel 2021, alla vigilia dell’invasione, Mosca aveva chiesto garanzie di sicurezza che sono state respinte in modo categorico. Ora, ironia della sorte, Zelensky chiede per l’Ucraina proprio quelle garanzie che sono state negate a Putin.
Non si tratta di giustificare la guerra, ma di comprendere le radici del conflitto e, soprattutto, di chiedersi se il riarmo europeo possa davvero portare stabilità o se, al contrario, contribuirà ad aggravare le tensioni. Invece di cercare un cambio di postura nei confronti della Russia, Macron e l’UE stanno scegliendo di lanciarsi in una corsa al riarmo che rischia di essere un suicidio economico e politico.
L’industria bellica come soluzione alla crisi economica
Un altro punto critico riguarda la decisione di rafforzare l’industria bellica come motore economico. Con le economie europee in difficoltà, la risposta dell’UE sembra essere quella di investire nel settore militare, trasformando la crisi in un’opportunità per il complesso industriale bellico. Questo però non è un segno di forza, ma di disperazione. La leadership europea, incapace di trovare soluzioni sostenibili per la crescita economica, sta puntando sulla guerra come strumento di rilancio industriale.
Inoltre, non si può ignorare che questa accelerazione militarista sia in parte una reazione alle politiche di Donald Trump. L’Europa, dunque, si trova in un gioco di forza con gli USA, cercando di rendersi più autonoma ma senza una vera capacità di agire in modo indipendente.

Un’Europa scollegata dalla realtà
Il mondo sta diventando multipolare: la Cina e la Russia rafforzano i loro legami con il Sud globale, i BRICS stanno espandendo la loro influenza e nuovi equilibri si stanno formando. In questo contesto, le élite europee sembrano vivere in una dimensione parallela, convinte di poter ancora dettare le regole globali. La realtà è che l’Europa sta perdendo peso economico e strategico, ma invece di cercare un nuovo equilibrio con le potenze emergenti, continua a seguire la strada del confronto.
Il riarmo senza diplomazia non è la soluzione. L’Europa ha bisogno di una leadership capace di comprendere i cambiamenti in atto e di agire con pragmatismo. Invece, assistiamo a una politica sempre più ideologica, che rischia di trascinare il continente in una spirale di instabilità e conflitti.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato il discorso di Macron con sarcasmo: “Ora si scopre che Emmanuel ha l’esercito più potente d’Europa. E Zelensky dice di avercela fatta. È molto importante che questi due abbiano trovato un’attività comune nella misurazione. Ma la cosa più sorprendente è che un nuovo ambasciatore francese ha intenzione di venire da noi. Di recente ha condiviso i suoi pensieri riguardo al suo desiderio di sviluppare relazioni con il nostro Paese. Ma oggi il suo presidente ha ammesso che la pace in Europa non è una priorità per la Francia. Allora perché l’ambasciatore francese viene da noi?”
La vera domanda, a questo punto, è: a chi giova questa strategia? Agli europei sicuramente no. Ma un riarmo, una nuova guerra fredda in Europa o addirittura una guerra calda sono strumenti attraverso i quali una parte delle élite europee potrebbe gestire il declino economico senza scatenare l’indignazione popolare. Di fronte a un deterioramento delle condizioni di vita, queste élite sembrano convinte che per unire il popolo, sottrarre libertà e giustificare la repressione contro le forze sovraniste emergenti sia utile evocare la finta minaccia della Russia, costruita ad arte dai media, per reprimere chi si oppone alle élite globaliste europee e ai Democratici statunitensi.
Ovviamente, questo tipo di postura e questo tipo di parole intedono dissuadere Zelensky ad accettare di sedersi a un tavolo a negoziare. La responsabilità della classe poltica europea è ENORME!
Zelensky dopo il discorso di macron ha cambiato nuovamente idea e ha annunciato che non intende discutere nulla con i russi né fare concessioni.
BREAKING:
Zelensky has changed his mind again and announced that he would not negotiate with Russia.
Zelensky does not want to discuss anything with Russians and make any concessions. He wants to continue the war.pic.twitter.com/UPaOpcpl5q
— Wall Street Mav (@WallStreetMav) March 5, 2025
E di questa pasta i massimi rappresentanti delle nostre istituzioni:
Insisto: chi c’è dietro il piano di guerra totale che i “leaderini” #UE stanno accelerando posto che nessuno di loro, da #Kallas a #VonDerLeyen, da #Macron a #Starmer a #Meloni ha la capacità né alcun interesse nazionale per condurla? pic.twitter.com/eAOXFBA1In
— Martina Pastorelli (@CathVoicesITA) March 5, 2025