Zelensky vorrebbe risolvere la guerra con un corpo a corpo

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Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky  ha annunciato la sua disponibilità a battersi a mani nude con Putin e “riempirgli la faccia” di pugni.

Il presidente ucraino ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Darius Rochebin, presentatore di LCI, un canale francese di notizie 24 ore su 24 (vedi qui) durante la quale, approfittando del clima di estrema accondiscendenza, ha sbeffeggiato il suo omologo russo. “Un vero uomo, se vuole trasmettere un messaggio a qualcuno o se vuole dargli un pugno in faccia, lo fa da solo, senza intermediari. Se avessi un messaggio così da passare a Putin, lo farei da solo“, ha detto Zelensky, commentando l’andamento della guerra in Ucraina.

Beh, nel sentire queste parole da parte del massimo responsabile di uno stato in conflitto, la prima impressione è che la guerra sia del tutto banalizzata. E non solo dallo stesso ma anche dell’acquiescenza che si è creata durante l’intervista. La ridicolizzazione della morte e della distruzione tramite la banalizzazione delle ragioni altrui non avvicina la pace e non compie la giustizia, ma la allontana. Dopodiché sulla sfida di Zelensky non serve nemmeno soffermarsi troppo: lui ha 44 anni e Putin 70. Quindi ciò che è serio è l’esortazione ad essere ‘uomini veri’.

Tuttavia, chi oggi pensa veramente che per risolvere le cose si debba essere innanzitutto ‘uomini veri’, avrebbe dovuto adottare questa dirittura morale nel 2014, all’inizio della guerra civile, evitando l’esacerbarsi delle tensioni con l’invio delle milizie punitive. Ma allora evidentemente nessuno nella dirigenza di Kiev si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare un vero o uomo per il bene di tutto il proprio popolo.

E’ singolare che solo oggi Zelenzky spieghi come si debba comportare ‘un uomo vero’, quando lui stesso – ingannando il suo popolo – ha rinnegato la promessa elettorale di portare la riconciliazione nel Donbass, vanificando l’appeasement francese e tedesco dell’iniziativa di pace di Minsk.

Si potrà obiettare che un capo di stato soffre per la propria nazione costantemente bombardata. Ma, anche in questo caso, la solidarietà per l’immane sofferenza degli ucraini, non può sottrarre l’attenzione dalla responsabilità ucraina nell’affrontare l’intera crisi che, dal lato diplomatico, da Kiev è gestita costantemente con i piedi.
Allo stesso modo, la giustificazione di “essere stati aggrediti” – ovvero che la Russia dal 24 febbraio ha lo status di aggressore secondo il diritto internazionale -, non autorizza alla banalizzazione o alla rimozione della storia. Perché sembra che qualunque cosa sia in questo momento auspicata, eccetto la pace.

In proposito, la cronaca ci documenta come al momento dell’invasione, i rapporti tra Russia e Ucraina, USA, UE  e NATO fossero stati volutamente deteriorati e non per demerito della Russia. Non credo neanche che la sovranità ucraina sia attualmente rispettata da qualcuno, almeno non al di fuori del sentiero tracciato per l’Ucraina da altri.

Come ho sempre detto, un atto ostile può essere fotografato in un dato momento. Questo però non esclude che esistano precise responsabilità pregresse che abbiano portato alla degenerazione del rapporto stesso, fino al verificarsi di un evento.

Quindi ai vari livelli e al di fuori della propaganda di guerra, le responsabilità vanno giudicate. Banalizzare come ha fatto il presidente ucraino non rende giustizia a nessuno. Da una parte e dall’altra si sta compiendo qualcosa di cui nessuno può andare fiero e la lealtà verso il proprio popolo sarà giudicata soprattutto dalla volontà di pace.

Per questo, se Mosca ha le sue responsabilità, anche Kiev ne ha. Perché un presidente deve mantenere la pace a tutti i costi. Quindi ha fallito Zelensky, ha fallito Putin e ha fallito la UE (hanno vinto invece gli USA).  Ma quando il suo presidente scende a questi livelli, è chiaro che non è all’altezza di svolgere il suo compito politico.

Purtroppo non si tratta solo di una postura episodica. Vladimir Zelensky – sempre nell’intervista al canale televisivo francese LCI – ha commentato l’invito arrivato da più parti a sedersi al tavolo delle trattative con Mosca, con queste parole: “Alcuni mi invitano a sedermi al tavolo dei negoziati. Tuttavia, non vedo argomenti di discussione”.

Quindi, il mondo è in fiamme e sull’orlo di un disastro ma lui non trova argomenti di discussione, mentre dice che Donetsk è bombardata dagli stessi russi…

VPNews

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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