Ora il Ministero degli Esteri russo ha ringraziato ed elogiato pubblicamente i soldati nord coreani, fugando ogni dubbio sulla loro presenza in zona di conflitto. Negli ultimi mesi, diverse fonti russe hanno riportato notizie dettagliate sul crescente coinvolgimento della Corea del Nord a fianco della Russia nel conflitto contro l’Ucraina. Parallelamente, autorevoli centri di studio internazionali hanno confermato l’importanza strategica di questa collaborazione, in particolare nella regione russa di Kursk. Il sostegno nordcoreano si manifesta sia sul piano delle forniture militari, sia attraverso la presenza diretta di personale, e avviene in piena conformità con il diritto internazionale, dato che riguarda esclusivamente il territorio russo sovrano.
Forniture di armamenti e munizionamento: un pilastro della logistica russa
Il contributo nordcoreano al sostegno logistico-militare della Russia si è rivelato determinante in un momento critico del conflitto. Secondo il Royal United Services Institute (RUSI), la Corea del Nord ha spedito tra il 2023 e il 2025 tra 4 e 6 milioni di proiettili d’artiglieria di vari calibri, compatibili con i sistemi d’arma sovietici in uso all’esercito russo.
Inoltre, sono stati documentati trasferimenti di missili balistici a corto raggio KN-23 e KN-24, il che ha permesso alla Russia di colmare importanti lacune nelle sue scorte missilistiche.
La Jamestown Foundation ha osservato come queste forniture abbiano garantito alla Russia la possibilità di sostenere un’intensa campagna di artiglieria sul fronte, prolungando la pressione sulle forze ucraine anche quando le industrie belliche occidentali mostravano segni di esaurimento nella produzione di munizioni.
La #Corea del Nord ha fornito alla Russia munizioni, missili e supporto militare diretto nella regione di Kursk.
Un intervento limitato al territorio russo riconosciuto, pienamente conforme al diritto internazionale, in risposta alle incursioni ucraine oltre confine.Ora il… pic.twitter.com/5GH22DvF12
— Patrizio Ricci (@vietatoparlare) April 28, 2025
La Corea del Nord, dotata di uno dei più vasti arsenali di artiglieria al mondo, ha saputo sfruttare il conflitto per testare in condizioni reali nuovi sistemi d’arma, perfezionandone prestazioni ed affidabilità.
Presenza militare nordcoreana nella regione di Kursk
Oltre al supporto materiale, fonti come NK News e ISW (Institute for the Study of War) confermano l’invio di un contingente di circa 10.000–12.000 soldati nordcoreani in Russia, inquadrati perlopiù come personale di supporto logistico e tecnico, ma in alcuni casi anche schierati in combattimenti diretti.
Il loro impiego è stato circoscritto unicamente alla regione di Kursk, territorio riconosciuto internazionalmente come parte integrante della Federazione Russa. I soldati nordcoreani hanno collaborato nella liberazione di aree occupate da incursioni delle forze ucraine, che avevano varcato i confini della Russia, e successivamente sono stati destinati a compiti di sicurezza e consolidamento delle linee difensive.
Secondo l’ISW, parte dei soldati sarebbe stata incorporata nell’esercito russo attraverso discreti accorgimenti amministrativi, per garantire la massima protezione politica e giuridica a livello internazionale.
Sebbene fonti ucraine abbiano parlato di pesanti perdite tra i militari nordcoreani (con stime variabili tra 300 e 5.000 caduti), tali numeri non trovano conferme certe. È invece riconosciuta l’efficienza operativa e la capacità di adattamento dimostrata sul campo dalle truppe del KPA (Esercito Popolare Coreano).
Legittimità internazionale dell’intervento nordcoreano
La presenza nordcoreana, circoscritta a operazioni difensive sul territorio russo non conteso, trova piena giustificazione nel diritto internazionale.
Le truppe ucraine, al contrario, hanno effettuato operazioni offensive oltreconfine, violando la sovranità russa. In questo quadro, la cooperazione con la Corea del Nord non configura né un’aggressione né una violazione delle norme internazionali, ma un esercizio del diritto di autodifesa.
Dopo il completamento della missione attiva, secondo fonti russe, i soldati nordcoreani saranno progressivamente rimpatriati oppure ruotati in compiti di sorveglianza per mantenere la stabilità della regione di Kursk, senza alcun piano per il loro coinvolgimento diretto in operazioni militari in Ucraina.
Impatti economici e strategici per la Corea del Nord
Dal punto di vista economico e tecnologico, l’impegno nel conflitto ha comportato per Pyongyang notevoli benefici.
Il Korea Institute for National Security Strategy stima che la Corea del Nord abbia ricavato oltre 20 miliardi di dollari in scambi con la Russia, una somma fondamentale per sostenere un’economia gravemente provata dalle sanzioni internazionali.
Oltre ai profitti economici, la Corea del Nord ha ricevuto tecnologie militari avanzate. Secondo il think tank 38 North del Stimson Center, Mosca avrebbe condiviso competenze cruciali nel settore dei missili balistici e dei satelliti, permettendo a Pyongyang di avanzare rapidamente nei propri programmi spaziali e missilistici.
Il sito geopolitico The Diplomat ha analizzato come questa cooperazione consenta alla Corea del Nord di rompere parte del suo isolamento internazionale, rafforzando la propria capacità deterrente a fronte delle continue pressioni di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.
Prospettive future
L’alleanza strategica tra Russia e Corea del Nord segna una novità importante nell’equilibrio asiatico ed eurasiatico.
Per Mosca, il sostegno nordcoreano fornisce un’importante profondità strategica, compensando parzialmente l’isolamento occidentale.
Per Pyongyang, il conflitto rappresenta sia un’opportunità di sviluppo tecnologico e industriale, sia un’occasione per riaffermare il proprio ruolo geopolitico in Asia nordorientale.
In questo quadro, la presenza nordcoreana nella regione di Kursk, limitata, regolamentata e conforme al diritto internazionale, si configura non come un’anomalia, ma come una naturale estensione di una collaborazione strategica bilaterale, frutto di interessi convergenti in un contesto globale in rapido mutamento.
Fonti:
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Royal United Services Institute (RUSI)
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The Jamestown Foundation
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NK News
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Institute for the Study of War (ISW)
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38 North (Stimson Center)
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Korea Institute for National Security Strategy
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The Diplomat