Il Comune per vocazione dovrebbe tutelare i cittadini e le famiglie…

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Violenta polemica per una sala negata alle lobbies LGBT. Che però nascondono i loro scopi, complici il centro-sinistra e i mass-media locali.Fermissimo intervento del Segretario locale di Fratelli d’Italia in difesa della famiglia naturale: PD con le spalle al muro.

La vicenda dell’Associazione ‘Famiglie arcobaleno’ a cui il Comune ha negato la sala merita un approfondimento.
Lo statuto di Famiglie Arcobaleno recita: «Lo scopo principale dell’associazione è quello di difendere e promuovere tutti i tipi di genitorialità», precisando «in particolare agire per far sì che la genitorialità gay e lesbica sia presente nella realtà giuridica e sociale del nostro Paese».

Viene subito in mente il “caso Bibbiano”, per cui su richiesta di Fratelli d’Italia si è appena costituita una commissione di indagine anche a Ferrara, ma non è di questo che si tratta.

L’attività di Famiglie Arcobaleno riguarda le cosiddette PMA (procreazione medicalmente assistita) e GPA (gestazione per altri).

Il primo termine indica una pratica utilizzata prevalentemente dalle coppie lesbiche, in cui una donna si fa fecondare artificialmente da un donatore estraneo. Non a caso nel sito dell’associazione si propone un «Viaggio alla scoperta dei centri di procreazione assistita, nei paesi europei in cui questa è consentita anche alle lesbiche», perché – come dichiarano le stesse famiglie arcobaleno – in Italia la fecondazione artificiale per coppie dello stesso sesso è esclusa dalla legge.

Nel secondo caso, invece, si tratta di quanto viene comunemente chiamato “utero in affitto”, ossia la pratica di “produrre” un bambino noleggiando il grembo di una donna che viene fecondata artificialmente. Nel caso di una coppia di omosessuali maschi il seme viene fornito da uno dei due.  Anche questa pratica in Italia è illegale, e perciò si ricorre a siti web che offrono il “servizio” anche a 160 mila dollari.

Oltre alle disposizioni di legge italiane, ed ai sentimenti religiosi che attengono alla sfera privata, credo si debba porre però anche la questione morale di quali motivi possano spingere una donna a ‘prestare’ il proprio corpo, tenendo un figlio in grembo per nove mesi per poi cederlo ad altri.

A questo punto vorrei chiedere a chi ha espresso solidarietà a Famiglie Arcobaleno di parlare chiaramente, soprattutto essendo oramai in prossimità delle elezioni regionali: quale modello di famiglia intendono promuovere il Partito democratico, La Città Che Vogliamo e Coalizione Civica Ferrara?
Quando dichiarano che «il Comune per vocazione dovrebbe tutelare i cittadini e le famiglie», intendono dire vogliono estendere la fecondazione artificiale a chiunque ne faccia richiesta e favorire la compravendita di bambini?

Fratelli d’Italia respinge ogni pratica che considera il bambino un oggetto utile a soddisfare i propri “desideri”. Rifiuta la conseguente sostituzione di papà e mamma con i termini genitore 1 e genitore 2 e ricorda che, mentre la famiglia è una «società naturale fondata sul matrimonio» (art. 29 della Costituzione), le unioni civili sono «formazioni sociali» (art. 2), non equiparabili alla famiglia.

Il PD smetta dunque di usare il termine “famiglie” in modo equivoco al plurale, oppure dica in modo chiaro che vuole equiparare il matrimonio alle unioni civili, permettendo anche la fabbricazione o la compravendita di bambini, in spregio alla visione del mondo occidentale e alle sue tradizioni giuridiche.

Mauro Malaguti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia

 

source from: http://www.fattisentire.org/duro-confronto-a-ferrara-si-tace-lo-scopo-delle-famiglie-arcobaleno/#more-5209.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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