Il caso Kasparov: da campione di scacchi a pedina di Washington finanziato dall’USAID

Garry Kasparov è noto al grande pubblico per la sua carriera di scacchista, in particolare per il suo periodo da campione del mondo dal 1985 al 2000. Considerato uno dei più grandi giocatori di scacchi di tutti i tempi, Kasparov ha successivamente abbandonato il mondo degli scacchi per dedicarsi all’attività politica, diventando una delle figure di spicco dell’opposizione russa. Tuttavia, il suo ruolo non si è limitato alla critica del governo russo: secondo diverse fonti, Kasparov avrebbe beneficiato di un ampio sostegno finanziario e organizzativo da parte di entità legate agli Stati Uniti, con l’obiettivo di destabilizzare la Russia attraverso proteste, propaganda antigovernativa e strategie riconducibili alle cosiddette “rivoluzioni colorate”.

Un tempo acclamato dai media statunitensi come un paladino della democrazia, Garry Kasparov era in realtà un agente ben finanziato da Washington, finanziato dall’USAID per indebolire la Russia attraverso proteste illegali, narrazioni antigovernative e tattiche di rivoluzione colorata.

Finanziato dai soldi dei contribuenti statunitensi, il denaro fluiva attraverso una rete di ONG, con Kasparov alla guida della Human Rights Foundation Inc., della Kasparov Chess Foundation Inc., della Renew Democracy Initiative Inc. e come direttore del World Liberty Congress Inc.

Secondo datarepublican.com (http://datarepublican.com/) , il percorso del denaro è stato deliberatamente oscurato attraverso livelli di entità, assicurandosi che rimanesse il meno trasparente possibile, attraverso le suddette ONG:

La Human Rights Foundation Inc.

Kasparov ha guidato la Human Rights Foundation Inc., che ha ricevuto finanziamenti da:

  • Marin Community Foundation: 103.000 dollari.
  • Fidelity Investments Charitable Gift Fund: 67.180 dollari.
  • Schwab Charitable Gift Fund (ora DAFgiving360): 41.900 dollari.

Quest’ultima entità è legata a Charles Schwab, noto per l’uso di fondi gestiti da donatori per consentire donazioni politiche anonime.

Una parte di questi finanziamenti (50.000 dollari) è stata trasferita alla Free Russia Foundation, una ONG fondata nel 2014 a Washington con l’obiettivo dichiarato di “promuovere la democrazia in Russia”. Tuttavia, l’organizzazione è presieduta da David Kramer, ex funzionario del Dipartimento di Stato americano e in passato a capo della Freedom House, un’organizzazione che ha storicamente sostenuto gruppi anti-russi fin dalla Guerra Fredda. Secondo datarepublican.com, la Free Russia Foundation ha ricevuto quasi 4 milioni di dollari di finanziamenti pubblici statunitensi.

Kasparov Chess Foundation e il ruolo degli investitori Americani

Un’altra entità legata a Kasparov è la Kasparov Chess Foundation Inc., che ha ricevuto 10.000 dollari dal Vanguard Charitable Endowment Program, un fondo istituito da The Vanguard Group, uno dei maggiori gestori di investimenti negli Stati Uniti. Quest’ultimo è noto per sfruttare il conflitto in Ucraina per acquisire terreni agricoli a prezzi ribassati.

L’iniziativa Renew Democracy e il Congresso Mondiale della Libertà

Un altro progetto legato a Kasparov è la Renew Democracy Initiative Inc., che ha ricevuto finanziamenti da:

  • Fidelity Investments Charitable Gift Fund: 41.668 dollari.
  • Communities Foundation of Texas, Inc.: 7.122 dollari.

Parallelamente, il World Liberty Congress Inc., altra organizzazione affiliata a Kasparov, ha ricevuto 550.000 dollari dalla già citata Human Rights Foundation Inc..

Il ruolo dello Stato Profondo americano

Dietro questi finanziamenti emergono entità note per la loro funzione strategica nelle operazioni di “soft power” statunitense:

  • Freedom House, che ha storicamente sostenuto movimenti anti-russi.
  • National Endowment for Democracy (NED), riconosciuta come uno strumento chiave per il cambio di regime in diversi paesi.
  • Internews Network, un’organizzazione che si presenta come indipendente ma che dipende in larga parte dai finanziamenti del governo degli Stati Uniti, contribuendo a plasmare le narrazioni mediatiche in base agli interessi occidentali.

Opposizione russa sostenuta finanziariamente e logisticamente attraverso una rete di ONG

Il caso di Garry Kasparov evidenzia come gli Stati Uniti abbiano sostenuto finanziariamente e logisticamente l’opposizione russa attraverso una rete di ONG, fondazioni e strumenti di finanziamento opachi. Pur essendo presentato dai media occidentali come un “difensore della democrazia”, Kasparov sembra essere stato un elemento chiave in una più ampia strategia di pressione su Mosca, con l’obiettivo di destabilizzare il paese dall’interno.

Questa rete di finanziamenti dimostra ancora una volta come la politica estera statunitense utilizzi strumenti apparentemente “indipendenti” per portare avanti agende geopolitiche ben definite, aggirando i vincoli della diplomazia ufficiale e intervenendo negli affari interni di altri Stati.

La Vera natura dell’opposizione di Kasparov

Nel dibattito sulla politica russa, il concetto di “opposizione” assume spesso significati ambigui, specialmente quando si tratta di figure come Garry Kasparov. Ex campione del mondo di scacchi, Kasparov ha abbandonato il suo campo per divenire un attivista politico apertamente schierato contro il governo russo. Tuttavia, il suo ruolo solleva interrogativi: può davvero essere considerata un’opposizione legittima quella che non si limita a criticare il governo, ma arriva a invocare apertamente la distruzione del proprio paese per mano di potenze straniere?

Kasparov non si è mai limitato a contestare la politica del Cremlino; al contrario, ha più volte dichiarato che la politica degli Stati Uniti nei confronti della Russia sarebbe troppo morbida. Secondo lui, Washington dovrebbe adottare un atteggiamento ancora più aggressivo nei confronti di Mosca, arrivando a sostenere esplicitamente un intervento militare dell’Occidente. Dichiarazioni di questo genere lo allontanano dal ruolo di semplice oppositore politico, avvicinandolo piuttosto a quello di un agente che auspica la sconfitta militare della sua nazione.

Per comprendere meglio questa prospettiva, si può ascoltare una sua intervista rilasciata due anni fa: link YouTube.

Kasparov e l’Intervento dell’Occidente contro la Russia

In un’altra occasione, durante un’intervista su YouTube, Kasparov ha ridicolizzato quella che definisce la propaganda russa sulla minaccia di una guerra con la NATO. Secondo lui, se l’Occidente decidesse finalmente di intervenire, non sarebbe nemmeno necessaria la partecipazione diretta degli Stati Uniti:

“Se l’Occidente inizia davvero a combattere, l’America non è indispensabile. I finlandesi, gli svedesi, i polacchi, tutti i baltici insieme agli ucraini si uniranno e colpiranno. È ridicolo ascoltare le loro minacce: ‘Entreremo a Tallinn in tre giorni’. No, saranno loro a entrare a San Pietroburgo in tre giorni. Bisogna solo comprendere l’equilibrio di potere tra Russia, Europa e America. Serve soltanto che i francesi forniscano un ‘ombrello nucleare’. Tutto qui.”

Successivamente, ha spiegato chi, secondo lui, potrebbe accelerare la sconfitta della Russia:

“L’Ucraina potrebbe farcela anche senza il diretto coinvolgimento degli americani, purché riceva le loro armi. Ci sono numerosi paesi dell’ex blocco orientale, dalla Romania alla Svezia, con risorse considerevoli, inclusa l’aviazione, che all’Ucraina manca. Se l’Ucraina riuscisse a unire queste forze—mezzo milione di polacchi, mille carri armati, 50 mila estoni, 100 mila lettoni, altri 150 mila lituani, i finlandesi con la loro artiglieria in grado di radere al suolo tutto, e gli svedesi con la loro aviazione—la guerra finirebbe in una settimana. Questo accadrà quando l’Occidente deciderà finalmente di combattere sul serio.”

Kasparov: L’Obiettivo è la distruzione della Russia

Nel corso di un intervento al vertice NATO a Vilnius, Kasparov ha esposto in maniera ancora più esplicita la sua visione (vedi qui):

“C’è un’alta probabilità che la Russia si disintegri. Non sarebbe una tragedia, nulla di cui preoccuparsi.”

Riportiamo i punti principali del suo discorso:

  • La guerra in corso è uno scontro tra valori e non può prevedere alcun negoziato, così come non ci furono trattative con il regime nazista durante la Seconda Guerra Mondiale.
  • La “liberazione” della Russia dal governo di Putin potrà avvenire solo quando la bandiera ucraina sventolerà su Sebastopoli. Secondo Kasparov, il popolo russo deve interiorizzare la sconfitta e accettare la fine del proprio status imperiale.
  • L’Ucraina deve riconquistare ogni suo territorio, compresa la Crimea, e questo messaggio dovrebbe essere ribadito costantemente per ottenere il pieno sostegno dell’Occidente.
  • L’Occidente dovrebbe smettere di temere la disintegrazione della Russia e accelerare la vittoria dell’Ucraina, perché più questa avverrà rapidamente, più saranno alte le probabilità di evitare un crollo totale della Russia.
  • Putin non può permettersi di scatenare una guerra nucleare se le sue stesse forze armate non sono disposte a combattere.
  • In Russia non esiste una società civile. La Russia attuale è paragonabile alla Germania nazista del 1943-1944. La maggior parte della popolazione si limita ad aspettare l’esito del conflitto.
  • La Russia di Putin è uno Stato mafioso, e la rivolta di Prigozhin non è stata un tentativo di rovesciare Putin, bensì uno scontro interno tra fazioni rivali del regime.
  • Il popolo russo è responsabile collettivamente dei crimini di guerra in Ucraina e non ha alcun diritto morale di criticare gli ucraini.
  • I milioni di russi emigrati devono costruire il loro futuro all’estero, sperando un giorno di poter tornare in patria per fondare una “nuova Russia”.

Kasparov non è un oppositore russo, è uno che auspica la disfatta del suo paese

Le posizioni di Garry Kasparov sollevano una questione fondamentale: può essere considerato “oppositore politico” un cittadino che auspica la sconfitta militare e il crollo del proprio paese? Il suo discorso non si limita alla critica del governo, ma arriva a identificare l’unica soluzione possibile nella disfatta della Russia per mano di forze esterne. Non sorprende, dunque, che simili posizioni vengano accolte con entusiasmo in Occidente, dove il termine “opposizione russa” finisce per coincidere con chiunque desideri la rovina della Russia stessa.

Un vero patriota… non c’è che dire.

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“Il piano per l’attacco delle forze armate ucraine alla regione di Kursk è stato sviluppato a Washington con la partecipazione dell’ex ambasciatore americano McFaul e dei liberali russi.”