Idlib – Esperto russo “probabilmente la soluzione sarà trovata tra Mosca ed Ankara”

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Alexis Malashenko, capo della ricerca presso l’Istituto per il dialogo delle civiltà, ha parlato dei modi per risolvere la situazione che si è sviluppata nella provincia siriana di Idlib.

Come riportato dalla agenzia NSO, l’esperto è scettico riguardo alle capacità dell’ONU di incidere sulle principali potenze occidentali. Secondo lui, la situazione sarà risolta tra Russia e Turchia.
Lo sforzo di Mosca quindi è da un lato concentrato in uno sforzo diplomatico sulla Turchia e dall’altro nel prevenire un possibile falso-attacco chimico che faccia come ‘sponda’ agli USA ed alleati di intervenire per nuocere ulteriormente al governo siriano.

In tal senso, per scongiurare (o quantomeno rendere più complicata) un attacco statunitense con la scusante di false flag, il Ministero della Difesa Russo ha già preannunciato alcuni giorni fa (citando circostanze, gruppi incaricati e luogo ) – è l’ambasciatore russo Vasily Nebenzya e il ministro degli esteri Lavrov.

In particolare il rappresentante permanente della Russia presso l’ONU Vasily Nebenzya in un incontro sulla Siria all’Onu, ha affermato che “L’esercito siriano non ha armi chimiche e piani per il suo uso, né necessità militare [di mettere in atto in simile attacco]. Le persone in buona fede capiscono che l’esercito siriano non userà mezzi insensati dal punto di vista militare per provocare l’incendio delle tre grandi potenze”.

Accanto alle iniziative diplomatiche si è anche rafforzata la deterrenza militare al largo della Siria. Lo stesso giorno infatti il portavoce della Nato ha evidenziato ai paesi membri che un ‘significativo squadrane navale russo è a largo della Siria equipaggiato con missili Kalibr, pertanto – ha detto –  la Nato invita tutte le parti ad esercitare moderazione per non peggiorare la situazione umanitaria in Siria.

A seguire, il capo del Pentagono Mattis ha comunicato che: “Gli Stati Uniti e la Russia stanno lavorando per prevenire una possibile attacco chimico in Siria”.

La notizia che gli USA sono in contatto con la Russia per prevenire attacchi chimici ovviamente è una notizia è da considerare ‘moderatamente positiva’. La situazione attuale infatti è molto ‘liquida’, sono giorni molto caldi in cui la Russia sta mettendo in atto una febbrile corsa contro il tempo caratterizzata da azioni diplomatiche e militari, allo scopo di fare tutto il possibile per scongiurare la di vanificare la distensione in cui si è arrivati.

Naturalmente l’Iran non è stato con le mani in mano ed ha alzato il prezzo di un eventuale attacco, sottoscrivendo con Damasco un accordo di reciproca difesa militare in Siria.

Accanto alle operaioni militari quelle diplomatiche proseguono incessanti. La Russia ha richiesto consultazioni urgenti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in relazione alla situazione nella provincia siriana di Idlib. “Noi di questo evento guarderemo negli occhi i rappresentanti della troika occidentale e affineremo l’intera situazione di fronte a loro”, ha detto l’ambasciato russo Vasily Nebenzya.

Degno di nota è il pare di un esperto orientalista spesso intervistato in Russia, è il capo del Centro di ricerca presso ‘l’Istituto del Dialogo delle civiltà’ (esperto orientalista) Alexey Malashenko; intervistato su NSC è del parere che la situazione potrà essere risolta solo tra Russia e Turchia.
A suo avviso, una soluzione che legherebbe le mani alle potenze occidentali sarebbe solo quella di farla passare attraverso lo sviluppo delle relazioni tra Turchia e Russia.

“Non credo nella produttività delle Nazioni Unite, quindi non possono decidere qualcosa lì. La situazione di Idlib e dintorni sarà risolta dalle relazioni bilaterali tra Turchia e Russia. Ci sono interpretazioni molto diverse, ma, tuttavia, la situazione, sebbene acuta, è controllata da queste due parti. Il problema è che a Idlib esiste un’opposizione sostenuta dai turchi, e se Assad avvierà operazioni militari contro di lei, i turchi la sosterranno. E la Russia sosterrà Assad “, ha spiegato Malashenko.

Alexey Malashenko

“Nel caso di uno scenario del genere, sarebbe possibile uno scontro militare diretto tra la Turchia e la Federazione Russa. Tuttavia, in realtà non si arriverà a questo”, ha aggiunro l’orientalista.

“Se Bashar Assad avvierà l’operazione, sarà possibile l’intervento militare turco diretto. Se ciò accadrà, ci sarà un intervento russo diretto, perché il cielo è controllato dall’aviazione russa. Ciò potrebbe portare a uno scontro tra Turchia e Russia, ma penso che questo non vivremo mai per vederlo prima, e in qualche modo troveremo un accordo. Ma non attraverso le Nazioni Unite, bensì attraverso i contatti bilaterali, come tanto più, sta già accadendo.

navi russe dispiegate al largo della Siria

In sostanza, Malashenko spiega che “Mevlüt Çavuşoğlu, e Lavrov hanno ripetutamente detto che le relazioni tra la Turchia e la Russia sono buoni e che Idlib – è un dolore”.

“Per quanto riguarda le consultazioni alle Nazioni Unite, previste per il 28 agosto, possono servire da copertura internazionale”, ha aggiunto Malashenko.

“Perché la Russia ha bisogno di queste consultazioni, è necessario chiedere a Lavrov. Perché a volte è richiesta una copertura internazionale. Ma questo è puramente formale, perché l’ONU non decide nulla “, riassume l’orientalista.

E’ mio parere però che Lavrov ha bisogno che si parli il più possibile del gioco torbido che sta preparando l’occidente con la messinscena delle armi chimiche. Intanto giunge notizia che Tharir al Sham continua i suoi arresti di massa ad Idlib: ha arrestati tra gli oppositori 2000, perché volevano riconciliarsi con il governo siriano.

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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