I nostri media non credono alla solidarietà cubana, cinese, russa o venezuelana… anche se la vedono

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Circa 10 gg fa, la nave da crociera britannica MS Braemer con a bordo alcuni casi di coronavirus si è rivolta alle Barbados, alle Bahamas e gli Stati Uniti di attraccare per l’emergenza sanitaria, ma tutti si rifiutarono .

La MS Braemer era stata ancorata nei Caraibi per 5 giorni e cercava disperatamente aiuto, ma solo Cuba ha permesso alla nave di ormeggiare sulla sua costa, nonostante avesse almeno cinque casi confermati di coronavirus a bordo e più di 300 passeggeri con sintomi.

La nave, a bordo con a bordo più di 600 passeggeri, per lo più britannici, non aveva cittadini cubani.

Cuba, – come sta facendo in Italia con i suoi  52 medici che in questo momento ha inviato in Italia per supportare il nostro servizio sanitario nella lotta contro il coronavirus – , anche in quell’occasione ha agito  per solidarietà globale e non per interesse, tanto più che l’Isola aveva solo cinque casi confermati di Covid-19 e l’attracco della nave poteva minacciare di aumentare questo numero in modo esponenziale.

Questa, il 19 di marzo, la descrizione di RAI News:

La nave aveva 389 casi sospetti di aver contratto il coronavirus, dieci confermati. In concomitanza all’attracco, la Sanità dell’Avana ha annunciato il primo decesso da Covid-19. Si tratta di un turista italiano di 61 anni. “Nonostante gli sforzi compiuti dal team di terapia intensiva che lo ha curato e dal gruppo di esperti del ministero della Sanità che ha assicurato un monitoraggio permanente – si legge nella nota – le complicanze specifiche della sua malattia ne hanno causato la morte.

I funzionari cubani accettarono la richiesta, dicendo che dovrebbe essere fatto uno sforzo comune per contrastare e fermare la diffusione della pandemia.

“Dovremmo tutti ricordare cosa ha fatto #Cuba per noi, che è intervenuta quando nessuno dei paesi del Commonwealth britannico e protettorati nella regione ha offerto alcun aiuto”,  twittò un passeggero a bordo della Braemar, Steve Dale.

Questo non è un caso sporadico, Cuba ha una lunga tradizione di solidarietà nel sostenere le emergenze globali. I medici cubani sono stati elogiati dopo essere stati inviati in Africa occidentale per aiutare durante la crisi causata dal virus Ebola. La stessa cosa hanno fatto al terremoto del 2010 ad Haiti.

Quindi dire che Cuba agisce per fare propaganda in Italia è quando più meschino che mai. A prescindere dai propri pregiudizi e dalle proprie legittime idee politiche , dire che Cuba abbia mandato i suoi medici in Italia per fare propaganda , è veramente meschino. Ma questo è esattamente cosa sta accadendo nel nostro paese.

Certo l’isola caraibica non aveva alcun vantaggio quando è intervenuta in Africa, Haiti o in Siria e puntualmente in tutte le parti del mondo ove ce ne sia stato bisogno.

In particolare, vale la pena ricordare che in Siria il primo materiale sanitario cubano arrivò il 29 agosto 2016  . Insiderover riferisce che “da allora in avanti il Paese caraibico ha approfondito il suo coinvolgimento, suggellato anche dall’invio in Siria di membri del “corpo d’élite” del sistema sanitario cubano, la Henry Reeve International Medical Brigade (HRIMB)”.

Insiderover ricorda anche che:

Il 28 maggio 2017 la Henry Reeve International Medical Brigade ha ricevuto dalla World Health Organization (WHO) il prestigioso Lee Jong-wook Memorial Prize for Public Health in virtù dello straordinario contributo del personale medico cubano alla lotta contro il virus Ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea. La Pan-American Health Organization ha stimato che 7.400 medici volontari della HRIMB hanno curato, negli ultimi dieci anni, 3,5 milioni di persone in 21 diversi Paesi colpiti da epidemie, catastrofi naturali o guerre civili, in una missione umanitaria internazionalista che vede adesso coinvolta anche la Siria.

Il programma statale, avviato dopo la rivoluzione cubana di Fidel Castro, ha permesso ai professionisti della salute cubani di viaggiare in tutto il mondo per assistere in situazioni umanitarie e crisi. Mentre gli Stati Uniti continuano a esercitare pressioni sull’economia di Cuba, da decine di anni sottoposta a sanzioni.

La pandemia di coronavirus dovrebbe essere la ragione dell’unificazione del mondo nella nostra lotta contro questa malattia, ma così non è.

Purtroppo in questi giorni nel nostro paese stiamo assistendo  ad una metodico attacco a chiunque abbia mostrato solidarietà al nostro paese. Questa critica feroce non si salva nessuno . Medici cinesi, cubani, venezuelani o russi sono tutti oggetto di continui attacchi denigranti con l’accusa di essere venuti in Italia per ‘propaganda’.

Media laici – ma anche giornali cattolici –  diffondono un clima di sospetto e di inimicizia.

Anche giornali cattolici come Asia News (vedi qui e qui) o Tempi non risparmiano attacchi a questi Paesi paventando costantemente qualche oscura trama o intrigo.

Questo tipo di trattamento è proprio quel tipo di trattamento di sospetto che i cristiani non vorrebbero fosse messo in atto nei loro confratelli in Cina. Ma la regola – a quanto pare non è valida per sé stessi.

Siamo al paradosso che l’azione è giudicata secondo di chi la fa, quindi se è un cinese che accarezza suo figlio la cosa è sospetta. Questa è la mentalità corrente.

Stessa cosa dicasi per i russi che secondo la Stampa di oggi ”Militari di Mosca acquartierati nella foresteria dell’esercito italiano, i timori di un’“occupazione” russa in Italia’‘ – e la foto che documenta l’articolo recita che i russi stanno ‘studiando’ la mappa dell’Italia per mettere in campo oscure trame: “Gli esperti in guerra batteriologica inviati da Putin col placet di Conte studiano le mappe dello Stivale. Si stanzieranno a Bergamo, con ampie libertà”, sono venuti ad invadere l’Italia, insomma. Non è l’unico articolo con questa linea di viscerale inimicizia che conosce solo sé stessa.

Posso solo dire che la gente non è così, il popolo italiano non è così. Ma ormai i media hanno da tempo abbracciato il compito di ‘istruire’ guidati dal solo spirito di blocchi contrapposti (e forse da qualche ‘manina’ interessata), eliminando qualsiasi altra possibilità di solidarietà e umanità tra gli uomini.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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