‘Guerra civile siriana’ e meccanismo delle sanzioni, in breve…

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A metà febbraio 2016, una milizia chiamata Liwa Fursan al-Haqq, o i Cavalieri della Rettitudine, è stata espulsa dalla città di Marea, a circa 20 miglia a nord di Aleppo, da un altro gruppo armato, le Forze democratiche siriane. Il risultato dei combattimenti tra le fazioni, come al solito sono state case distrutte, vittime tra i civili, molti profughi. Ma in questa vicenda c’era una sfumatura fondamentale…

La cosa più sorprendente di questo episodio (uno dei tanti) è che i “cavalieri” erano armati e sponsorizzati dalla CIA, e il secondo – dal Pentagono attraverso le aree controllate dai curdi nella Siria orientale.
Nello stesso tempo, naturalmente, la terminologia generalmente accettata in relazione alla guerra in Siria restava la “guerra civile”.

I rifugiati della guerra civile siriana sono cittadini siriani e residenti permanenti che sono fuggiti dal paese durante la guerra civile siriana. La popolazione prebellica della Repubblica araba siriana era stimata in 22 milioni (2017), compresi i residenti permanenti. Di questo numero, 13,5 milioni di persone (2016) sono state identificate dalle Nazioni Unite (ONU) come sfollati bisognosi di assistenza umanitaria.
L’80% dei rifugiati siriani vive al di sotto della soglia di povertà, con un accesso limitato ai servizi di base, all’istruzione o alle opportunità di lavoro.

Si ritiene che questi profughi siano il risultato di una “guerra civile” nonostante non poche incongruenze (come è evidente nell’esempio sopra). Questo è proprio ciò che è trapelato alle fonti libere, nonostante la censura.

Nel 2015, il Pentagono ha contribuito a creare un nuovo gruppo militare, le forze democratiche siriane. La CIA, nel frattempo, mantenne un proprio centro operativo in Turchia, da cui inviava aiuti ai gruppi ribelli in Siria, fornendo loro missili anticarro TOW dai depositi di armi dell’Arabia Saudita.

L’obiettivo del Pentagono formalmente era armare questo gruppo e prepararlo a riconquistare i territori dello Stato Islamico (la cui storia di emersione e sviluppo è anche molto notevole) nella Siria orientale, oltre a fornire informazioni per gli attacchi aerei statunitensi. In realtà gli Stati Uniti non hanno combattuto lo Stato Islamico, se non per sottrarre le terre a nord dell’Eufrate al governo siriano.

Mentre le azioni del Pentagono facevano parte di uno sforzo aperto degli Stati Uniti e dei loro alleati contro lo Stato Islamico, il sostegno della CIA alle milizie fece parte di uno sforzo segreto separato degli Stati Uniti per mantenere la pressione sul governo di Assad nella speranza di convincere il leader siriano al tavolo delle trattative per poi sostituirlo con un governo fantoccio. La Russia è stata determinante nell’aiutare l’esercito siriano, impedendo che l’ISIS prendesse interamente il paese.

Di conseguenza, tutti gli abitanti decisi dai ribelli siriani islamisti e tutti quelli che servivano per distruggere la Siria divennero i beneficiari del “budget della difesa” negli Stati Uniti, gli altri no.

Ecco qui spiegate le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Europa. Una approfondita conoscenza della storia della guerra di Siria potrebbe dire molto sulle evocazioni attuali a proposito di vaghi valori europei, ove essi sono utilizzati ad uso e consumo della geopolitica e mai come principi spirituali. Gli effetti sono l’unica cosa che c’è di reale.

Senza che io voglia giustificare alcuna aggressione, ma l’occidente versa in tristi contraddizioni. Perciò dovrebbe ricordarsi di non ergersi al di sopra di nessuno. Invece, esso stesso continua a condannare un intero popolo ad una vita grama, privandolo dei frutti del proprio lavoro e mantenendone il giogo con le sanzioni.

VPNews

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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