La manipolazione dei media ed una astuta campagna, dimostrano come milioni di persone siano ampiamente manipolabili. Una buona immagine, la compiacenza dei potenti, la rispondenza dei cuori al bene – che pur non si perdono ma si affidano al mondo -, fanno il resto.
Greta si trova nei riflettori dei media di tutto il mondo potremmo dire in modo inspiegabile, “per magia”. Se ci pensate bene, nessuno prima di lei – anche quando si è trattato dei temi più importanti come le guerre , la disoccupazione o la crisi reale che attraversa il nostro paese, ovvero al tremenda infamia esito della speculazione finanziaria e della globalizzazione – è riuscito ad attirare l’attenzione ed a trovare rispondenza tra i potenti e tra chi ha le ”mani in pasta” ed è causa del problema.
Greta invece ci è riuscita. Lo ha fatto semplicemente facendo ‘lo sciopero della scuola’ e sedendosi davanti al Parlamento svedese. Dopodiché, grazie ad un sapiente campagna pubblicitaria ha portato il seguente messaggio al Forum di Davos:
” Non voglio che tu sia disperato, voglio che ti lasci prendere dal panico. Voglio che tu senta la paura che abita ogni giorno in me e agisci, come se ci fosse il fuoco, perché lo è. […] C’è ancora una piccola possibilità di fermare le emissioni di gas serra al fine di evitare sofferenze per gran parte della popolazione mondiale “.
Ma è molto strano: se la ragazzina avesse messo in pericolo il potere , il potere avrebbe risposto duramente, come ha fatto Macron con i gilet gialli in Francia. Invece Greta è stata ricevuta dal Papa ed è una candidata al premio Nobel, domani sarà ricevuta al Senato dove potrà lanciare un messaggio…
Solo chi è fagocitato dalla propaganda ed è del tutto succube ad essa non vede che la storia mostra vistose lacune. Molto stranamente nessun TG nazionale – riportando il breve incontro del Papa che l’ha esortata a continuare – ha fatto minimamente cenno che dietro il suo discorso di allarme ecologista, c’è un nascente genio svedese nelle relazioni pubbliche: Ingmar Rentzhog.

E’ da notare che Ingemar Rentzhog ha fondato la società ”Non c’è più tempo ” nel 2017, ovvero prima che Greta prendesse la sua iniziativa ecologista con il sit-in fuori dal Parlamento svedese.
Dopodichè la storia ”pubblica”comincia quando Greta Thunberg nel 2018: Greta una quindicenne sconosciuta allora inizia il suo attacco solitario contro i cambiamenti climatici in una protesta fuori dal Riksdag, il Parlamento svedese. Tutto quello che fa è semplicemente sedersi da sola con un cartello scritto a mano.
Molti articoli di giornalisti esperti sono stati scritti in proposito, tra questi quello del giornalista investigativo svedese Andreas Henriksson. Questa circostanza è riportata da vari media italiani, tra cui molto chiaramente da “Occhi della guerra” ed un ottimo articolo di Blondet che affronta il motivo per cui le élite europee supportano la campagna ecologista che ha come ragazza immagine Greta.
Il giornalista investigativo svedese Andreas Henriksson fa notare che quattro giorni dopo la sua protesta contro i cambiamenti climatici, è stato lanciato il libro di sua madre Malena Ernman sul clima. Lo stesso giorno, viene lanciata la compagnia “We Do Not Have Time” (Non abbiamo più tempo) e vengono caricate foto sui profili Instagram e Facebook di Greta: a farlo è il curatore della campagna Ingemar Renzhog .
Sembra che tutto sia stato programmato per dipingere la giovane Greta come un’eroina internazionale: un articolo lunghissimo viene pubblicato dal giornale più ascoltato in Svezia, Aftonbladet , poche ore dopo la pubblicazione di Rentzhog su Facebook.
Andreas Henriksson fa anche notare che l’agenzia di PR di Ingmar Rentzhog senza che nessuno lo ingaggiasse e senza donatori ha raggiunto in poco tempo un patrimonio 20 milioni di SEK (circa 2 milioni di euro), semplicemente abbracciando e organizzando la campagna di Greta.
Rentzhog nel mese di maggio 2018, Ingemar Rentzhog viene eletto nuovo presidente del ”think tank Global Utmaning”, interamente finanziato dal miliardario Kristina Persson, l’ex primo ministro del governo di Stefan Löfven .
Le anomalie e le coincidenze di questa carriera di successo che non ha corrispondenze, sono tante. Ma soprattutto accade che da allora in poi tutte le porte si aprono.
La storia offre tanti altri spunti interessanti, tra cui vale davvero la pena segnalare un punto descritto dal già citato articolo di Blondet . E’ una questione cruciale che mi pare sia stata colta solo nel suo blog:
[su_quote style=”flat-light”]’Non c’è più tempo ”La BCE ha urgenza di investire nel “Clima” i miliardi creati dal nulla
Ma poi c’è un altro motivo più fondamentale per attuarlo in Europa. E lo ha spiegato Paul De Grauwe, di Lovanio, docente di Economia politica europea presso l’Istituto europeo della London School of Economics.
La BCE dal 2015 ha creato dal nulla 2600 miliardi di moneta nuova, dandoli alle banche – le quali non hanno usato questo oceano di liquidità per dare fiato all’economia reale. Com’è ovvio (ma questo De Grauwe non lo dice), perché a quello scopo, una banca centrale dovrebbe dare questa moneta allo Stato che li investirebbe in lavori pubblici – cosa vietata dallo statuto BCE – o per diretti investimenti ad imprese: cosa altrettanto vietata. Ora che la BCE ha finito le cartucce e i trucchi, occorre davverto e con urgenza che il nuovo denaro che creerà dal nulla, vada ad un qualche tipo di investimento, scavalcando le banche.

E’ un impiego “ideale” dal punto di vista dei poteri forti finanziari, perché esso non aumenta la produzione di alcunché, ma se mai la diminuisce. E’ una forma di crescita zero (come piace a Grillo). Investire nella “green economy” garantisce che con quei soldi non nasceranno, che so, nuove fabbriche, ossia più lavoratori, che chiederanno salari più alti riacquistando un potere sindacale che il Capitale ha stroncato felicemente da tre decenni. chiudendo fabbriche qui e aprendole in Cina; non nasceranno nuovi processi industriali più produttivi o rivoluzionari, che (lorsignori ne hanno l’esperienza storica) comporta che una classe prima dominante perde potere a vantaggio di una nuova; l’investimento “ecologico” è un investimento “vuoto”, sostanzialmente sterile, che “sterilizza” la moneta creata dal nulla, la dissipa in un suo uso innocuo per il potere finanziario.De Grauwe propone che la BCE investa in “economia verde”, ossia finanzi investimenti per ridurre in Europa l’inquinamento, la pulizia dei mari e dei fiumi, il riscaldamento, abbassare il CO2 (sic), soprattutto sostituire le varie centrali energetiche con immensi impianti di “energie rinnovabili e sostenibili”, ossia attualmente anti-economiche secondo il “mercato”, e far passare tutti all’auto elettrica
Lascio la parola a De Grauwe: “…. è perfettamente possibile per la BCE utilizzare lo strumento della creazione di moneta dal nulla per favorire gli investimenti ambientali senza mettere a repentaglio la stabilità dei prezzi [cioè senza produrre inflazione, come accadrebbe se il denaro fosse investito nella produzione]”.
Ineffabile la frase che segue: “Naturalmente, si potrebbe argomentare che la BCE può il suo strumento monetario per favorire altri progetti validi, come la riduzione della povertà. Se la maggioranza della popolazione lo desidera, dovrebbe essere fatto. Ma creerebbe il rischio che la BCE fosse caricata di troppe responsabilità sociali che non può gestire correttamente”.
(Leggere qui integralmente l’idea dell’economista belga: https://www.socialeurope.eu/green-money-without-inflation
Niente riduzione della povertà, dunque. C’è tutto il parco auto inquinante da rinnovare per renderlo elettrico, un gigantesco affare che non cambia nulla nelle vite reali delle persone reali (anzi sarà un costosos e pericolos buco nell’acqua, come denuncia un articolo di Analisi Difesa, che postiamo sotto) ma farà contenta Greta. Le migliaia di cretinetti che la seguono, e il Capitale.
(…) tratto da “Facciamo un esperimento con Greta”Blondet e Friends[/su_quote]
Questa questione – che travalica i contenuti direttamente espressi dalla campagna ecologista – credo sia di grande caratura. Naturalmente altri spunti di indagine offrirebbe anche la coincidenza della coincidenza della campagna con le elezioni europee. Intendiamoci: la battaglia per il clima è un argomento di tutto rispetto, che fa onore a Greta, ma Ingemar Rentzhog è lì per fare soldi. Rentzhog grazie a Greta e alla campagna di pubbliche relazioni, è riuscito a costruire il suo marchio e la sua azienda. Ma questo non è niente al confronto dei manovratori.
In definitiva la cosa che più mi stupisce è che con tutti i potenti consenzienti e così ‘umanitari’ in fila a rendere omaggio a Greta, nessuno si insospettisca e che nessuna delle molte e evidenze intorno alla campagna ‘Non c’è più tempo ”, non vengano ripresi dai grandi media.
@vietatoparlare
