Gli Stati Uniti rifiutano una risoluzione ONU che rischia di sabotare gli sforzi di pace in Ucraina

Una risoluzione che mina i negoziati di pace: la strategia dietro la nuova iniziativa all’ONU

Ieri, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata presentata una bozza di risoluzione proposta da un gruppo di Paesi occidentali: Gran Bretagna, Francia, Germania, Canada, Svizzera, Polonia e Stati baltici. Il voto su questa risoluzione è previsto per il 24 febbraio. Dietro la facciata di un impegno per la pace e la legalità internazionale, il testo sembra celare una strategia mirata a ostacolare i delicati negoziati in corso tra Stati Uniti e Russia per una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina.

La risoluzione, infatti, condanna apertamente la Russia per quella che viene definita un’“aggressione” e invita Mosca a ritirarsi completamente entro i confini riconosciuti a livello internazionale. Mentre oltre 50 Paesi hanno già espresso il loro sostegno alla bozza, sorprendentemente gli Stati Uniti si sono rifiutati di co-firmare il testo, mantenendo una posizione prudente. Secondo quanto riportato da Reuters, non è ancora chiaro quale sia il termine ultimo per appoggiare ufficialmente la proposta.

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Questo rifiuto di Washington non è casuale: gli Stati Uniti sono attualmente impegnati in negoziati diretti con la Russia, un dialogo volto non solo a ridurre la tensione bilaterale ma anche a creare le condizioni per un possibile accordo di pace globale in Ucraina. Una risoluzione di questo tipo, che impone condizioni rigide e non riconosce nemmeno parzialmente i cambiamenti territoriali avvenuti durante il conflitto, rischia di azzerare ogni margine di mediazione. Piuttosto che favorire la distensione, potrebbe consolidare le divisioni esistenti, rendendo ancora più difficile il raggiungimento di una soluzione equa e duratura.

Inoltre, la bozza di risoluzione omette un aspetto fondamentale: il diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dalla stessa Carta delle Nazioni Unite. Non viene fatto alcun riferimento agli attacchi di Kiev contro la popolazione civile in territori della Federazione Russa, né si menziona l’occupazione, seppur temporanea, di parte della regione di Kursk da parte delle Forze Armate ucraine.

Al contrario, il testo accusa la Russia di bombardare infrastrutture civili, ignorando le dichiarazioni ufficiali di Mosca, che ha sempre sostenuto di limitare i propri attacchi a obiettivi militari. Questa posizione è stata riconosciuta, almeno in parte, anche dal presidente statunitense Donald Trump, che ha sottolineato l’aspetto strategico e selettivo delle operazioni russe.

Un aspetto significativo, riportato dal Financial Times, è che negli anni precedenti gli Stati Uniti avevano sempre co-sponsorizzato risoluzioni simili. Il cambiamento attuale nella posizione americana riflette quindi una nuova consapevolezza dell’importanza di mantenere aperta la strada del dialogo con Mosca, piuttosto che irrigidirsi su posizioni predefinite e controproducenti.

I ‘soliti’ non rinunciano a minare la distensione globale

L’approvazione di questa risoluzione rappresenterebbe non solo un colpo ai negoziati in corso tra Stati Uniti e Russia, ma potrebbe anche allontanare definitivamente la possibilità di una pace in Ucraina. La soluzione al conflitto non può essere imposta unilateralmente, ma deve emergere attraverso un compromesso realistico, basato sull’avvicinamento tra le due potenze principali coinvolte.

I promotori della risoluzione sembrano intenzionati, piuttosto, a irrigidire il confronto, come dimostrano le loro critiche espresse in passato verso gli sforzi diplomatici statunitensi. Se davvero si vuole porre fine a questa guerra, sarà necessario abbandonare le logiche punitive e favorire un dialogo costruttivo che tenga conto delle legittime preoccupazioni di tutte le parti coinvolte. Diversamente, questa risoluzione rischia di trasformarsi in un boomerang politico, compromettendo gli sforzi di pace e rafforzando ulteriormente le tensioni geopolitiche globali.

Sarebbe ora che questa classe poltica europea sponsorizzata da SOROS mediante USAID e simili e alimenta dalla peggiore ideologia della cancelllazione si dimettesse e non facesse ulteriori danni ai loro popoli.

Riepilogo:

Cambia la posizione di Washington sulla guerra in Ucraina
Gli Stati Uniti si oppongono all’uso del termine “aggressore” per descrivere la Russia nella bozza del comunicato del G7, in vista del terzo anniversario dell’invasione dell’Ucraina. Secondo fonti diplomatiche, la Casa Bianca avrebbe rimosso ogni riferimento esplicito alla responsabilità russa, rendendo il testo più neutrale.

Trump accusa Kiev di aver iniziato il conflitto
Le obiezioni americane seguono le recenti dichiarazioni di Donald Trump, secondo cui sarebbe stata l’Ucraina a provocare il conflitto. Trump ha anche definito il presidente Zelensky un “dittatore”.

Oltre al rifiuto di sostenere la risoluzione Onu anche la Bozza del G7 è stata ridimensionata
Il testo originale, redatto dal Canada, condannava apertamente la Russia.
Gli USA hanno eliminato i riferimenti diretti all’”aggressione russa” e alla violazione della sovranità ucraina.
La nuova versione parla solo di una “guerra devastante iniziata con l’invasione russa”, senza assegnare colpe.

Gli USA non sosterranno la risoluzione ONU
Reuters riporta che Washington non co-firmerà la risoluzione dell’ONU che riafferma la sovranità ucraina e condanna ufficialmente l’aggressione russa.

Trump punta a un accordo senza Kiev e l’Europa
Il presidente americano avrebbe autorizzato colloqui diretti con Mosca, escludendo Ucraina ed Europa, con l’obiettivo di porre fine rapidamente al conflitto.

Prossime tappe diplomatiche
Lunedì: pubblicazione ufficiale del comunicato G7.
12-14 marzo: riunione dei ministri degli Esteri del G7 in Québec.
Giugno: vertice dei leader G7 in Canada.

Vietato Parlare – Spunti per una visione oltre le apparenze.