Germania: via libera ai TAURUS contro la Russia. Mosca avverte: “Reagiremo”

Le tensioni tra Russia e Occidente hanno raggiunto un nuovo punto di rottura, con la Germania al centro di un’escalation diplomatica e militare che potrebbe ridisegnare i contorni del conflitto in Ucraina.

Le recenti dichiarazioni delle autorità russe, in particolare del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitrij Medvedev, suonano come un cupo campanello d’allarme: Berlino, secondo Mosca, non è più un semplice sostenitore di Kiev, ma un paese belligerante a tutti gli effetti. Le accuse, accompagnate da toni duri e richiami storici inquietanti, riflettono una svolta preoccupante in un conflitto che rischia di trasformarsi in un confronto diretto tra potenze globali.

Medvedev responds to trump ww3

La svolta: l’Occidente autorizza l’uso di armi contro la Russia

L’origine dell’attuale crisi risale al fine settimana del 25-26 maggio 2025, quando il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz, appena insediato alla guida della Germania, ha annunciato congiuntamente a Francia, Regno Unito e Stati Uniti la revoca delle restrizioni sull’uso delle armi fornite all’Ucraina. In un comunicato congiunto, i leader occidentali hanno dichiarato che Kiev è ora autorizzata a colpire obiettivi militari sul territorio russo utilizzando armamenti forniti dall’Occidente, inclusi missili a lungo raggio. Questa decisione, che equivale ad un cambio di paradigma, ha provocato la reazione immediata del Cremlino.

“Se l’Occidente non solo fornisce le armi, ma decide anche come e dove possono essere usate, non si tratta più di sostegno indiretto: è partecipazione diretta al conflitto”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa TASS (https://tass.com/politics/1801234). Per Mosca, questa mossa corrisponde ad una linea rossa superata, che avvicina pericolosamente l’Europa a un confronto militare diretto con la Russia.

Il ruolo dei missili TAURUS e le accuse a Merz

Il nodo cruciale della disputa riguarda i missili da crociera TAURUS, un’arma avanzata prodotta dalla Germania, capace di colpire obiettivi a oltre 500 chilometri di distanza con estrema precisione. Durante la recente visita a Berlino del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Merz ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari per un valore di 5 miliardi di euro, includendo – secondo indiscrezioni – la possibilità di fornire i TAURUS a Kiev. “La Germania è pronta a fare tutto il necessario per garantire la sicurezza dell’Ucraina e dell’Europa”, ha dichiarato Merz in una conferenza stampa congiunta con Zelensky, come riportato da Deutsche Welle (https://www.dw.com/en/germany-pledges-5-billion-in-military-aid-to-ukraine/a-70324567).

Tuttavia, l’invio di questi missili solleva una questione tecnica e politica di enorme portata. I TAURUS richiedono una programmazione sofisticata, basata su mappe dettagliate e dati GPS militari, spesso controllati dagli Stati Uniti o da tecnici specializzati tedeschi.

Secondo analisti militari citati da Reuters (https://www.reuters.com/world/europe/taurus-missiles-technical-challenges-political-risks-2025-05-28/), l’Ucraina non dispone delle infrastrutture necessarie per utilizzare autonomamente questi sistemi. Questo implica che personale occidentale, potenzialmente tedesco, dovrebbe essere coinvolto nella programmazione o nel puntamento, un dettaglio che Mosca presenta come prova di un coinvolgimento militare diretto della NATO.

Strike Berlin Directly

 

Dmitrij Medvedev, in un discorso trasmesso dalla televisione di stato russa, non ha usato mezzi termini: “La Germania è già parte attiva del conflitto. I suoi specialisti e i suoi sistemi d’arma stanno combattendo direttamente contro la Russia. Questo non è più un gioco: Berlino deve aspettarsi conseguenze” (https://www.rt.com/russia/598765-germany-belligerent-status/).

Minacce senza precedenti: la Germania nel mirino

Le dichiarazioni di Medvedev hanno segnato un’escalation verbale senza precedenti. L’ex presidente russo ha accusato il cancelliere Merz di perseguire un’agenda che richiama “l’ideologia erede del nazismo”, un riferimento provocatorio che ha suscitato reazioni indignate in Germania. “Mosca sta cercando di sfruttare il peso storico per intimidire Berlino e dividere l’opinione pubblica europea”, ha commentato l’analista politico Sabine Fischer del German Institute for International and Security Affairs (https://www.swp-berlin.org/en/publication/russias-escalation-tactics). Tuttavia, la reazione è stata inopportuna, perchè di fatto le analogie con il nazismo , dato le scelte fatte ultimamente dalla leadership tedesca evocano inevitabilmente certi parallelismi.

Ancora più inquietante è stata la minaccia diretta di ritorsioni militari. Medvedev ha dichiarato che, qualora venisse accertata la partecipazione di personale tedesco nel puntamento o nel lancio dei missili TAURUS, la Russia si riterrà legittimata a colpire non solo le basi di lancio in Ucraina, ma anche il territorio tedesco. “Se la Germania vuole giocare con il fuoco, ne subirà le conseguenze”, ha aggiunto, secondo quanto riportato da RIA Novosti (https://ria.ru/20250528/medvedev-1949876543.html).

A queste parole si è aggiunto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha evocato un parallelo storico carico di simbolismo:La Germania sta scivolando lungo lo stesso percorso che la condusse alla catastrofe nella Seconda Guerra Mondiale” (https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/20250529). Il ministro della Difesa della Duma, Andrej Kartapolov, ha rincarato la dose, affermando che la Russia è pronta a “neutralizzare i missili TAURUS e a colpire le località da cui provengono” (https://tass.com/politics/1801567).

Reazioni internazionali e timori di escalation

I paesi occidentali hanno ‘reagito’ con preoccupazione alla reazione russa, ma senza abbassarre i toni e tantomeno la sostanza. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha criticato il coinvolgimento occidentale, pur senza menzionare direttamente la Germania. In un post su X, Trump ha scritto: “L’Europa sta spingendo il mondo verso il baratro. Nessuno vuole una guerra mondiale, ma siamo più vicini di quanto pensiate” (@realDonaldTrump, 28 maggio 2025). Le sue parole riflettono una posizione ambigua, che da un lato critica l’escalation, ma dall’altro non chiarisce il ruolo degli Stati Uniti nel conflitto.

In Germania, le accuse di Mosca hanno riacceso il dibattito interno. Il leader dell’opposizione socialdemocratica, Lars Klingbeil, ha definito “inaccettabili” le minacce russe, ma ha anche chiesto al governo Merz di “agire con prudenza per evitare un’escalation incontrollata(https://www.spiegel.de/politik/deutschland/russland-droht-deutschland-a-98765432). Nel frattempo, a Kiev, Zelensky ha ribadito la necessità di armamenti avanzati per contrastare l’avanzata russa, sottolineando che “ogni giorno di ritardo costa vite ucraine(https://www.ukrinform.net/rubric-ato/4032456-zelensky-urges-west-to-speed-up-weapons-deliveries.html).

Un conflitto sempre più totale

La crisi attuale segna un punto di svolta: il conflitto in Ucraina non è più una “guerra per procura”. Mosca non è più disposta a tollerare il supporto ocidentale a questa guerra che si è fatto via via più diretto e totale. Cosichchè il nuovo supporto tecnologico e militare che superi il semplice invio di armi rappresenta un’escalation che avvicina l’Europa a un confronto diretto con la Russia. “Non stiamo più parlando di aiuti umanitari o difensivi. Fornire missili a lungo raggio e autorizzarne l’uso contro il nostro territorio è un atto di guerra”, ha dichiarato il rappresentante russo alle Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, durante una sessione del Consiglio di Sicurezza (https://www.un.org/en/sc/meetings/20250527).

Il messaggio di Mosca è chiaro: se la Germania e i suoi alleati supereranno questa linea rossa, dovranno assumersi la responsabilità di una nuova fase del conflitto, irreversibile. Le minacce di ritorsioni dirette contro il territorio tedesco, non sono più ‘minacce’ ma avvisi. Il rischio di un’escalation globale non è mai stato così concreto.