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Il G20? Una comparsata

by Patrizio Ricci
2 Novembre 2021
in Esteri
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g20

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Il G20? Una comparsata

Biden si è detto deluso per l’assenza di Xi e Putin. Anche dalla maggior parte dei media sono piovute critiche per la loro assenza.

Nessuno però ha detto che anche queste assenze hanno una spiegazione chiave: evidentemente viviamo in un mondo più che mai diviso. Questi fattori si riversano in qualsiasi cosa e fanno saltare le collaborazioni che si dicono sinceramente ricercate.

Inoltre, esiste un altro fattore critico: alcuni paesi sono svantaggiati e sono ancora alle prese con la sopravvivenza dei propri cittadini. Questi paesi hanno problemi enormi, la maggior parte dovuti ad un sistema globale squilibrato che si è voluto prima diffondere come modello ed ora vuole risolvere le criticità determinate dalla sua adozione, però senza abbandonare la mentalità che ha causato i problemi stessi.

Un pianeta armonico e sano, dovrebbe andare di pari passo con una umanità armonica e sana.

E’ molto semplice: un pianeta verde, dovrebbe avere una umanità armonica e governi orientati al bene comune. Però non mi pare che si stia andando in questa direzione: non possiamo pensare che si sta creando una umanità armonica per merito dei nuovi diritti e dei vaccini, mentre le divisioni tra paesi e gli ambiti di libertà all’interno delle varie società diminuiscono.

Il tema del clima è stato inserito all’interno di un pacchetto che costituisce un pacchetto di resilienza post-pandemico. Ma il metodo è autoritario e sembra creato più da una agenzia di PR che da un serio dibattito, non si può eliminare che le società civili possano parlare ma è proprio ciò che i governi stanno facendo.

Infatti, stiamo assistendo progressivamente alla scomparsa di ambiti di libertà partecipativa con assoggettamento dei mezzi di informazione verso narrative univoche generate dalla leadership governativa, mentre al potere si sono allocati direttamente gli esponenti del sistema militare- finanziario-industriale, che escludono le istanze dei popoli dalle decisioni che contano. 
In questo clima e con questa ‘scuola’, è ipocrita meravigliarsi per l’assenza di qualcuno al G20, quando sarebbe più intelligente capire quali sono i motivi reali di divisione.

Ad esempio, per la Russia un aumento della temperatura globale corrisponde a maggiore vivibilità e abitabilità di vaste zone di territorio e inoltre ciò comporterebbe rilevanti ricadute commerciali.

Nel caso della Russia è noto che essa è alle prese con problemi economici rilevanti, soprattutto la società russa che attende da tempo un più diffuso benessere. Allora, come si può pensare di mantenere aspre e generalizzate sanzioni verso la Russia, quindi verso il sistema produttivo ed il governo, con inevitabili ricadute sulla popolazione e, nello stesso tempo, chiedere un ulteriore sacrificio e costo per il clima?

In linea, potremmo citare lo Yemen: il popolo di questo paese non ha ormai nulla da mangiare e si regge solo con gli aiuti internazionali. Questo accade perchè è ancora in corso una guerra devastante condotta dall’Arabia Saudita con il beneplacito della comunità internazionale: che vantaggio avrebbe la popolazione yemenita per un clima migliore quando il problema è non bere acqua contaminata e quando la possibilità di sopravvivenza in Yemen è di soli 63 e 66 anni (rispettivamente per un uomo e una donna)?

In Yemen, in Siria, in Ucraina ed in molte parti del mondo, interi popoli sono alle prese con situazioni simili. Queste guerre sono scientemente pianificate, la destabilizzazione di molti paesi africani nasconde la competizione tra paesi occidentali e le loro corporation (e si sta tornando all’assoggettamento competitivo di aeree geopolitica tra opposti blocchi). Non è logico tutto questo, non è segno di un’umanità che si rinnova e rinasce, non è segno di un nuovo inizio, non è segno di un futuro migliore.

Inoltre, le infinite lamentele per l’assenza del leader cinese e russo non tengono conto che quanto più la situazione internazionale è tesa, tanto più ai rispettivi leader appare consigliabile rimanere a casa propria (sia per opportunità politica, sia per motivi di sicurezza).

Quindi quando vale il G20 oggi?

Direi che il G20 può valere come occasione per i capi di stato per gli incontri bilaterali, che infatti avvengono regolarmente in queste occasioni. Tuttavia, per quando riguarda il valore dell’incontro, esso lascia molto a desiderare; tanto più che a tessere l’agenda sono costantemente gli Stati Uniti che comunque pretendono che qualunque cosa si decida, sia decisa sulla traccia del Washington Consensus. La conseguenza è che il G20 appare un incontro molto schematico e molto orientato secondo certe posizioni precostituite preliminarmente.

Si potrebbe dire che le posizioni siano delineate prima del G20 e che al G20 i capi di stato vadano solo per ratificare, quindi a bighellonare ed a fare passerella. Del resto, basta vedere i filmati che sono a disposizione, come quello all’arrivo dei capi di stato nella sede dell’Eur per rendersene conto.

In definitiva, il carattere è manifestatamente rappresentativo e giustamente molti canali youtube alternativi ne hanno colto aspetti significativi, riproponendoli anche in vena satirica.

Il G20? Una comparsata 1

Gli impegni sono stati vaghi e non c’è stata una reale convergenza geopolitica tra le varie aree in competizione

Le ragioni dell’insuccesso sono molte. Innanzitutto – come dicevo – come si può chiedere a qualcuno un sacrificio, quando è in corso una forte contrapposizione ed un riarmo generalizzato che distoglie risorse ingenti? Come si può chiedere sacrifici, quando alcuni paesi – addirittura all’interno della stessa UE – come Ungheria e Polonia – sono trattati come reazionari e quando l’arma della sanzione dal grilletto facile è la costante del sistema messo in atto? Infine, come si può procedere in questo modo quando sono le popolazioni alla fine che pagheranno il tutto (e lo stiamo già vedendo e lo vedremo – per quando riguarda la UE – soprattutto in Italia).

Le popolazioni pagano sempre: hanno pagato per le varie crisi finanziarie, le crisi del debito. Ed a crearle non è stato il clima ma sono state determinate scelte (ancora in atto) che privilegiano l’economia legata alla finanza, al debito ed al grande capitale (derivante dai guadagni finanziari), rispetto all’economia legata soprattutto al lavoro.

Inoltre, persistono altri problemi insoluti che ora stanno emergendo sempre più prepotentemente: vediamo strategie per elevare la paura tra la popolazione, può essere questo il terrorismo o l’emergenza sanitaria, ma sta di fatto che i governi fanno sempre più ricorso a ‘strategie note’ per giustificare l’autoritarismo e la sospensione della democrazia partecipativa. Questi metodi sono stati illustrati da tempo dagli studiosi e ricorrono regolarmente nella storia, ciononostante i grandi media fingono di non conoscerli.

Da parte dei grandi della terra sono messi continuamente in atto comportamenti malefici, non meno irresponsabili degli atti che uccidono il nostro pianeta. Questi comportamenti sono in antitesi con i declamati propositi verso un mondo armonico verde e meraviglioso.

In particolare, come si può da una parte tentare di destabilizzare altri paesi con cui si compete, organizzare golpe più o meno mascherati, comminare sanzioni contro popoli interi privandoli del necessario e dall’altra riunirsi come se nulla fosse per discutere della decarbonizzazione?

È in atto una sorta di dissociazione dalla realtà da parte dei leader mondiali! Per chi dovremmo creare un pianeta meno malato se non per l’uomo? Tutto è lontano dalla concordia: se lenire le conseguenze di una gestione scellerata dell’industrializzazione è cosa quanto mai necessaria, come è possibile che questo possa discostarsi dall’armonia nel vivere in pace tra le nazioni?

Purtroppo l’attivismo internazionale per il clima sembra essere solo un escamotage per lanciare una nuova industrializzazione fonte di nuovi guadagni per pochi (che come sempre sono sempre i soliti).

Lo schema è sempre quello: alla fine si farà anche qualcosa di buono per il pianeta, ma non si mancherà di mandare avanti il metodo consolidato di penalizzare alcuni a vantaggio di altri.

Ne è dimostrazione il discredito istantaneo verso Cina e Russia per l’assenza fisica dei rispettivi capi di stato al G20. Con quali altri mezzi si pensa di rendere la terra una casa meglio vivibile per tutti, se non con la forza della pace e di una ricercata armonia?

Vp News

 

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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