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Fonti curde: “La Turchia ha fornito uniformi turche ai jihadisti e li ha inviati ai posti di Osservazione”

by Patrizio Ricci
11 Febbraio 2020
in Post vari
0
Fonti curde: “La Turchia ha fornito uniformi turche ai jihadisti e li ha inviati ai posti di Osservazione”

blindato passato ad Ahrar al Sham

La gente soffre per le guerre, sempre. Però accanto a questo mi aspetterei che la comunità internazionale esprimesse almeno il desiderio di voler vedere l’attuale giunta che dirige Idlib, composta da gruppi terroristici – abdicare a quella posizione di gestione di potere ed andarsene. E’ straordinario ma questa richiesta non è stata mai fatta, nessuno l’ha mai fatta.
In compenso si offrono uniformi ed equipaggiamento ai jihdisti.

Divise dell’esercito regolare ai jhiadisti per beneficiare dell’immunità (!?)

La fonte pro-curda “Firat News Agency” (FNA) dice che “l’esercito turco ha adottato una nuova tattica per fermare l’avanzata delle truppe russe e siriane a Idlib: ha rifornito i jihadisti dell’alleanza mercenaria SNA (esercito nazionale siriano) con uniformi turche.

FNA precisa che i suddetti ”benificiari” sonoinquadrati nelle forze pro-turche “Syrian National Army (SNA), un’alleanza di fazioni composti da al-Qaeda come pure Ahrar al-Sham e gruppi reclutati in mezzo estremisti di destra turchi e membri dell’ISIS e di al-Nusra”.

L’agenzia curda elenca dettagliatamente le milizie supportate: sono la Brigata Hamza, la Brigata Sultan Murad, la Brigata Sultan Süleyman Shah e la Brigata Muntasir Bilallah. Tutte queste forze“sono state equipaggiate con uniformi dell’esercito turco e trasferite a Idlib dopo aver ricevuto addestramento militare in Turchia”.

Fonti russe e libanesi dicono che un’aliquota di militanti pro turchi sono stati convogliati nei posti di osservazioni turchi di nuova costituzione per fermare l’avanzata russo-siriana. Da lì stamattina hanno attaccato le posizioni  siriane e russe supportati dal fuoco di artiglieria turca.

I takfiri equipaggiati con armi nuove e portati ai nuovi posti di osservazione turchi

L’intento non è esattamente decifrabile, ma potrebbe essere quello di pretendere anche per i miliziani lo status delle truppe turche nei posti di osservazione. Tuttavia,  come abbiamo visto stamattina con un primo incidente a Seraqib – , nulla di tutto questo si è realizzato e i turchi hanno avuto perdite: il guadagno può essere solo l’escalation e un conflitto più allargato.

La fonte rivela che parte dei circa 1500 mezzi militari tra veicoli logistici, leggeri, corazzati e carri” introdotti dalle Forze Armate turche in Siria sono stati trasferiti ai militanti jihadisti, ivi compreso il gruppo qaedista al Nusra.

Si rimanda al precedente articolo per un ragguaglio sull’attacco dei jhadisti dell’SNA e la speculare risposta siriana avvenuta stamattina a Saraqib.

miitanti jihadisti si preparano alla battaglia a Saraqib

Una considerazione di fondo: davvero l’unica cosa che il mondo può fare è fermare la guerra di Idlib?

Altre pubblicazioni internazionali come al Jazeera, come pure agenzie e media occidentali, sottolineano solo la tragedia umanitaria che si sta verificando nella provincia di Idlib. Lo ha ricordato anche papa Francesco richiamando la sofferenza della gente e invitando a fermare le battaglie in corso.

Però, se questa è una questione sempre toccata, ce n’è una mai sfiorata: sembra che nessuno si renda conto tra coloro che gridano per le sofferenze altrui che digerire l’occupazione di Idlib non solo è una pillola amara per la questione del ripristino territoriale legittimo, per le vessazioni, le coercizioni e le privazioni delle principali libertà, ivi incluse quella religiosa, quanto perché nelle scuole sotto controllo turco-jiadista si crescerà una generazione di fanatici, che crescendo così condizionati, prepareranno il mondo del futuro.

Intendiamoci, è tutto vero, la gente soffre per le guerre, sempre. Però accanto a questo mi aspetterei che la comunità internazionale esprimesse almeno il desiderio di voler vedere l’attuale giunta che dirige Idlib, composta da gruppi terroristici – abdicare a quella posizione di gestione di potere ed andarsene. E’ straordinario ma questa richiesta non è stata mai fatta, nessuno l’ha mai fatta. Il popolo siriano combatte da solo e centinaia di figli della sua terra oggi sono i suoi martiri.

patrizio ricci @ @vietatoparlare

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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