Erdogan: la sua guerra è una guerra religiosa e l’esercito turco è la spada della forza onnipotente

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Il presidente Erdogan ha definito l’offensiva transfrontaliera militare turca come guerra religiosa, recitando una poesia che descrive l’esercito turco come l’ultimo esercito dell’Islam che muore per Allah. Ha promesso che Dio sostiene la Turchia e tutti vedranno quanto è capace l’esercito.

Se fosse così Erdogan non perderebbe mai una battaglia e questo presupporrebbe che il suo esercito combatta secondo le regole applicate da quella forza onnipotente.
Mentre invece lui basa la sua retorica sulle gesta di bande di fanatici che combattono contro l’esercito siriano che è costituito per la maggior parte di musulmani sunniti. Allora perchè questa forza onnipotente dovrebbe aiutare l’esercito turco a discapito di altri musulmani? La risposta è che evidentemente non li considera musulmani.

Mentalità classica dell’ISIS, “Solo noi siamo i veri musulmani, tutti gli altri hanno torto”

Infatti l’ISIS definisce qualsiasi governo – Siria, Iraq, Libia, Egitto, Arabia Saudita e Yemen – un “regime apostata” come se tutti questi stati fossero apostati anche quando implementano la Sharia come in Arabia Saudita.
Addirittura c’è un video in circolazione in cui si vede il leader di Boko Haram che elenca le sette / i gruppi musulmani e li chiama apostati. Tra questi ha menzionato gli Izala (salafiti africani con stretti legami con il Golfo) e l’Arabia Saudita e ha detto che sono tutti infedeli.

E’ da notare che secondo i tuoi stessi standard, i ‘ribelli’ stessi sono infedeli apostati. Molti gruppi ribelli hanno assistito paesi non musulmani come gli Stati Uniti nei loro sforzi per rimuovere il governo siriano e hanno fornito loro armi usate per combattere e uccidere i musulmani intenzionalmente o meno. Si potrebbe anche dire che stavano combattendo per loro. Allo stesso modo sappiamo per certo che alcuni gruppi ribelli come Joulan alfursan venivano pagati e assistiti dagli israeliani (vedi qui e qui).

Secondo le precedenti costituzioni turche, le parole di Erdogan sarebbero sufficienti per un procedimento giudiziario e un processo contro di lui, ma il secolarismo nello stato è praticamente morto ‘grazie’ a Erdoğan e l’AKP, i quali in realtà non vivono nemmeno secondo le pratiche islamiche ma li utilizzano in maniera spregiudicata.

Perciò dato il personaggio, mi domando: ma i leader europei, si rendono conto della gravità della situazione e delle esternazioni di Erdogan in genere? Se la polizia in Italia facesse una intercettazione telefonica avente contenuti di questo tipo, probabilmente si precipiterebbe sul luogo e arresterebbe gli autori come pericolosi terroristi.

A proposito, ve lo immaginate: se Putin dicesse le stesse cose, quale sarebbe la reazione europea?

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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