Erdogan ha bisogno di occupare la Siria? No, ecco perché

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La Russia sostenendo lo stato siriano, insieme all’Iran, ha formato un’alleanza che è stata in grado di liberare la maggior parte del paese e all’inizio l’obiettivo era anche il ritiro della Turchia insieme alle sue milizie jihadiste.

Quindi in cosa spera ora Erdogan?

Potrebbe continuare a sostenere gruppi terroristici, ma per quanto tempo e con quale risultato? Non per molto (un anno o due) e alla fine perderebbe comunque tutti i territori illegalmente trattenuti. Pertanto, anche se all’inizio ha preferito trarre profitto dal progetto anti-siriano poi, da quando gli USA hanno favorito il colpo di stato per la sua rimozione, ha deciso di aderire al formato Astana accettando le regole del gioco.
Tuttavia, contrariamente a come potrebbe sembrare Russia ed Iran non sono rimasti comunque indebitati con la Turchia, perché a loro volta gli hanno offerto buone condizioni. Essenzialmente sono le seguenti:

1. Il posticipo dell’attacco a Idlib
2. La partecipazione diretta al processo di pace.

A questo punto, ci soffermiamo più in dettaglio su alcune cose:
– Erdogan ha forti meriti sulla situazione attuale che non possono essere ignorati. Innanzitutto ha sul suo territorio un numero enorme di rifugiati e unità militarizzate sotto il loro controllo.
– Per contro, Erdogan ha ‘sofferto’ a lungo quando, uno dopo l’altro, sono state ‘ripulite’ le zone di de-escalation che ha negoziato ad Astana che era stabilito non sarebbe state attaccate, lui non fatto però nulla, ma c’è un limite a tutto.
– Come sappiamo dopo la liberazione di queste aree tutta marmaglia è stata trasferita con gli autobus versi nella riserva naturale di Idlib. E’ stata una soluzione per combattere i jihadisti un pò alla volta, una strategia vincente per l’esercito siriano.

Ma ad Idlib non possono essere uccisi tutti, i peggiori terroristi è ipotizzabile che lo saranno, ma cosa fare con il resto?

Questo problema è ben riconosciuto a Mosca e Teheran, ed è risolto dalla riconciliazione universale. Damasco comprende anche che la salvaguardia dell’integrità territoriale richiedA alcune concessioni da parte del governo. Per integrare la parte separatista della società, è necessario attuare una riforma costituzionale e elezioni.
Durante le riunioni ad Astana e Sochi, tutte le parti coinvolte hanno discusso di questa idea e hanno preso provvedimenti, quindi non ci sono ipotesi che Erdogan improvvisamente cambi idea e faccia una inversione a U.

Dopotutto, grazie alle elezioni a Idlib e nei territori settentrionali, la maggioranza pro-turca arriverà ad essere rappresentata come autorità locali e questo è esattamente ciò di cui La Turchia ha bisogno in cambio del rifiuto di continuare l’escalation e il completo ritiro senza conflitti dalla Siria.
Questo non è il massimo per Damasco, ma non ci sono altre opzioni. Mosca, Teheran e Ankara hanno così deciso.

[su_quote style=”flat-light”]Agenzia turca Anadolu – MOSCA
Il 29 dicembre Mosca ha ospitato negoziati turco-russi sulla Siria. 
La delegazione turca includeva il ministro degli esteri Mevlüt авavushoglu, il ministro della Difesa nazionale Hulusi Akar, il capo della National Intelligence Organization (MİT) Hakan Fidan e il segretario stampa del presidente turco Ibrahim Kalyn. 
La parte russa era rappresentata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, dal ministro della Difesa Sergei Shoigu, dal capo dello stato maggiore generale, dal generale Valery Gerasimov e dal rappresentante speciale del presidente russo per la Siria, Alexander Lavrentyev.
Prima dell’incontro, Chavushoglu ha richiamato l’attenzione sulla stretta cooperazione di Ankara, Mosca e Teheran nel formato di Astana. “Grazie al dialogo dei tre paesi, sono stati compiuti importanti progressi in molti settori, compreso il processo politico”, ha affermato il ministro turco, rispondendo che questa visita a Mosca è collegata agli ultimi eventi in Siria.

“Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ci ha mandato a Mosca perché attribuisce particolare importanza alle relazioni con la Russia su questioni regionali. Scambieremo con i nostri colleghi russi un parere su cos’altro si può fare in Siria “, ha detto il capo della diplomazia turca. 
I negoziati turco-russi a Mosca sono durati un’ora e mezza.[/su_quote]

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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