Emergono altri particolari dell’aggressione USA a Deir Ez Zor

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Oggi il canale televisivo della CNN ha pubblicato un video dell’attacco alle unità siriane e, probabilmente, contro i distaccamenti dei contractors russi del gruppo PMC “Wagner”, situato vicino a Deir-ez-Zor. Il video mostra che l’aereo distrugge prima il T-72 e poi colpisce il cannone di artiglieria e vicino. Apparentemente, è distrutto. Inoltre, nell’angolo sinistro è possibile vedere un camion di tipo “Ural” russo.

Alcuni attivisti internet sono riusciti a localizzare la posizione dell’obice M-30 nel momento in cui l’aeronautica militare americana li colpì il 7 febbraio nei pressi di Deir Ezzor. L’obice si trovava nel cuore della città di Hisham, a 5 km a sud del giacimento petrolifero “Koneko”, che – secondo le fonti USA – era lo scopo dell’operazione che sarebbe stata pianificata dalle forze siriane dal 7 all’8 febbraio. Nel video si vede la bocca da fuoco del cannone da 122 mm è rivolto verso posizioni curde nell’area del campo. Coordinate della posizione: 35.299451; 40.297.097 .

Secondo l’esercito americano, questi colpi sono stati inflitti nel quadro di “autodifesa”. Di certo non è noto quale oggetto distrutto che si vede nel costituisse realmente  una minaccia. Un giornalista nel video afferma che dalle dell’SDF sono stati attaccati 500 soldati siriani e “centinaia” di aggressori sono stati eliminati dal fuoco americano, e il resto si è ritirato.

Tuttavia quando dichiarato da CentCom USA non coincide con la versione siriana. Secondo fonti siriane (ISIS Hunter) , lo scopo dell’operazione erano gruppi ISIS  che effettuavano scorribande ed attentati infiltrandosi nel territorio sotto controllo siriano.

Resta il fatto che il solo posizionamento di una bocca da fuoco non attiva non costituisce prova di una minaccia. E’ del tutto normale e plausibile  il motivo per cui le armi fossero posizionate verso il territorio SDF e non verso il proprio territorio…

Resta inoltre evidente che l’operazione  aggressiva degli USA ha richiesto ricognizioni, informazioni, monitoraggio, acquisizione dei bersagli. Queso tipo di preparazione  deve per forza di cose essere fatta in anticipo. Non è quindi il caso di una risposta estemporanea e ‘reattiva’.

In sostanza è plausibile che  il background strategico di questo incidente sia duplice. In primo luogo il controllo della centrale del Conoco e dei campi petroliferi adiacenti sembra essere stato l’obiettivo delle milizie siriane e le forze di appoggio, che sono state spinte così a est  dell’Eufrate. Nello stesso tempo è ragionevole sospettare che possa essersi trattata  di una mossa preparata, poiché la denigrazione diventa un fattore realistico,  una volta che le linee vengono incrociate.

Il secondo rappresenta fondamentalmente la realtà degli Stati Uniti che delimitano il ‘loro’ territorio e fanno ‘una dichiarazione’ molto chiara che non stanno facendo marcia indietro. Lo stato di cose che ha permesso loro di sfruttare la situazione e trincerarsi , ora prosegue con il fermo impegno a difendere il ‘proprio’ territorio. Questo situazione è chiara. Difficile dire a questo un punto cosa potrebbe fare la Russia. Pensare di affrontare gli Stati Uniti come molti suggeriscono, potrebbe portare a una grande conflagrazione tra le due più grandi potenze nucleari che avrebbe come risultato il portare a casa una grande numero di sacchi di cadaveri di soldati morti.

In ogni caso, questo è un grosso problema e poiché la verità lentamente viene fuori, verranno prese decisioni in merito relativamente a qualsiasi risposta appropriata. Tra le opzioni, potrebbe essere incluso non fare nulla, almeno apertamente. Ma gli Stati Uniti sono ovviamente molto impegnati e molto seri (ma lo sono sempre di più i turchi e gli israeliani). I pianificatori strategici  russi in questo momento devono avere un sacco di grattacapi su come andare avanti a questo punto. La pacificazione e la ricerca di una partnership per risolvere questa crisi ha ricevuto un chiaro affronto.

Le linee sono state tracciate. Le spade sguainate. Il sangue è stato versato. Basterà?!…

Fonti-

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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