Elon Musk contro il “Deep State”: una battaglia per la sovranità, contro la finanza predatoria

Si può criticare Elon Musk su tante scelte personali, ma non sui punti di convergenze dell’agenda MAGA che ha sostenuto con tutte le sue forze, tra cui la sovranità del popolo americano, la libertà di pensiero, la lotta ai gender fluid e il rifiuto degli eccessi della finanza speculativa a favore del lavoro reale.

Elon Musk, l’icona dell’innovazione e della libertà di opinione, ha annunciato la sua uscita dall’amministrazione Trump, dove ricopriva il ruolo di capo del Dipartimento per l’Efficacia del Governo (DOGE). La notizia, diffusa tramite un post sul suo social X il 28 maggio 2025 e confermata da Reuters, segna un punto di svolta, ma non la fine della sua crociata contro il “deep state” statunitense – quella rete di poteri occulti chestrangola la sovranità dei popoli per il profitto di pochi. Musk, con il suo spirito visionario, ha sostenuto spesso di voler combattere per un mondo in cui il lavoro, l’ingegno e la libertà prevalgano sulla finanza speculativa, capace di generare immense ricchezze depredando le società.
Lo si può criticare su molte scelte personali, ma questi temi che ha cercato di portare avanti sono un fatto, rispetto a tanti altri milirdari che hanno messo a disposizione ingenti patrimoni per la costruzione di un mondo distopico.

Una missione per smantellare la “palude”

Il DOGE, voluto da Trump per razionalizzare la macchina statale, aveva un obiettivo chiaro: ridurre gli sprechi e smantellare le inefficienze di un sistema burocratico ipertrofico. Musk, nominato “funzionario speciale” con un mandato limitato a 130 giorni, ha affrontato questa sfida con l’audacia che lo contraddistingue. In meno di un anno, il DOGE ha ridotto l’organico federale di 260.000 unità – il 12% del totale – attraverso incentivi al pensionamento e minacce di licenziamento (Bloomberg). Un risultato straordinario, anche se l’obiettivo iniziale di tagliare 2.000 miliardi di dollari di spesa pubblica è stato ridimensionato a 150 miliardi, come riportato da Bloomberg

Ma la missione di Musk va oltre i numeri. La sua lotta è contro un sistema che, come egli stesso ha dichiarato in un post su X, “si arricchisce sulle spalle dei lavoratori, manipolando le istituzioni per mantenere il controllo”. Questo sistema, spesso identificato come il “deep state”, rappresenta un intreccio di élite finanziarie, burocrati e politici che, secondo Musk, soffocano l’innovazione e la sovranità dei popoli. La sua visione, come emerge da un’intervista al Washington Post, è quella di un’America – e di un mondo – in cui il profitto nasca dal lavoro, dalla creatività e dalla costruzione di valore reale, non dalla speculazione finanziaria che “succhia il sangue delle società” (Washingtonpost.com).


Un uomo contro l’establishment

La decisione di Musk di lasciare il DOGE, come riportato dal Washington Post, è stata influenzata da minacce alla sua sicurezza personale e dalle difficoltà nel portare avanti riforme radicali in un ambiente ostile . Non è un segreto che Musk sia diventato un bersaglio. Da quando ha acquistato Twitter (ora X) nel 2022, trasformandolo in una piattaforma di libertà di espressione, ha attirato l’ira dei poteri costituiti. Le sue posizioni controcorrente – come il suggerimento di un compromesso per la guerra in Ucraina, con il riconoscimento della Crimea come russa e la neutralità di Kiev – hanno scatenato critiche feroci. In un tweet del 2023, Musk ha dichiarato: “La verità è il primo passo verso la libertà. Non possiamo costruire un futuro su menzogne”. Parole che hanno fatto tremare Washington.

In Europa, il suo sostegno a figure come Marine Le Pen, AfD e Calin Georgescu ha ulteriormente infiammato l’establishment globale, che lo ha accusato di “populismo” e “arroganza”. Eppure, queste scelte riflettono il suo desiderio di un’Europa sovrana, libera dal giogo di Bruxelles e delle sue élite finanziarie. Come ha detto in un discorso al Forum economico di Doha nel 2025, “la sovranità non è negoziabile. I popoli devono tornare padroni del loro destino”.


La finanza predatoria sotto accusa

La battaglia di Musk non è solo politica, ma profondamente spirituale. Egli sembra vedere il mondo non come un’arida macchina economica, ma come un luogo intriso di significato, dove l’umanità può elevarsi attraverso il lavoro e l’innovazione. In un’intervista a Forbes, ha criticato aspramente il sistema finanziario globale, definendolo “un casinò truccato che arricchisce pochi a scapito di molti”. La sua visione si oppone a quella finanza speculativa che, secondo un rapporto del Financial Times, ha generato profitti record per le banche di Wall Street nel 2024, mentre le piccole imprese e i lavoratori americani faticavano a sopravvivere.

Musk propone un modello economico basato sulla produzione reale, sull’innovazione tecnologica e sul lavoro. Tesla e SpaceX sono esempi concreti di questa filosofia: aziende che creano valore tangibile, dai veicoli elettrici alle missioni spaziali. “Non si tratta di fare soldi, ma di costruire un futuro che ispiri”, ha detto Musk in un’intervista al New York Times . La sua critica alla finanza predatoria trova eco in pensatori come Thomas Piketty, che nel suo libro Capital in the 21st Century denuncia come la concentrazione di ricchezza attraverso la speculazione mini la stabilità sociale .


Le tensioni interne e la resistenza del sistema

Nonostante i successi del DOGE, le resistenze interne sono state feroci. Funzionari come Marco Rubio e Peter Navarro hanno accusato Musk di protagonismo, mentre 77 parlamentari democratici ne hanno chiesto la rimozione per presunte violazioni di legge (Politico). Persino Trump, inizialmente sostenitore del DOGE, ha preso le distanze, rivedendo alcune delle sue decisioni più audaci. Questo dimostra quanto il “deep state” sia radicato, capace di resistere anche a un presidente come Trump e a un visionario come Musk.

Ma la lotta di Musk non si ferma qui. Come dichiarato recentemente, “la missione continua, ma altrove”. La sua visione di un’umanità sovrana, che guarda alle stelle e non alle banche, è più viva che mai. Il suo sogno di colonizzare Marte con SpaceX – “il prossimo grande passo dopo Apollo”, come l’ha definito (spacex.xom) – è un simbolo di questa aspirazione. Marte rappresenta non solo una conquista tecnologica, ma un atto di fede nel potenziale umano, un rifiuto di un mondo dominato da élite finanziarie. Questo è molto diverso dalla visione maltusiana che contraddistingue il progressimo moderno


Un richiamo alla sovranità e al significato

La battaglia di Musk contro il “deep state” e la finanza predatoria è un richiamo alla sovranità dei popoli e al significato intrinseco del nostro mondo. In un’epoca in cui il profitto sembra l’unico dio, Musk ci ricorda che l’umanità può aspirare a qualcosa di più grande: un futuro in cui il lavoro, l’innovazione e lo spirito prevalgano. Come ha detto in un discorso al TED nel 2024, “non siamo qui per accumulare ricchezze, ma per dare senso alla nostra esistenza” (Ted.com).

La sua uscita dal DOGE non è una sconfitta, ma un cambio di campo. La “palude di Washington” può aver resistito, ma Musk guarda oltre: ai cieli, a Marte, a un’umanità libera. E noi, che crediamo in un mondo sovrano e intriso di significato perchè ‘dato’, non possiamo che sostenerlo in questa lotta. La missione continua, e il futuro è nelle nostre mani. Le opzioni sono quelle esistenti, non le scegliamo noi. E’ nostro compito fare le scelte che più ci avvicinano a quella totalità a cui aspiriamo, mentre il mondo sembra andare dalla parte opposta , senza saper decifrare la sua essenza.


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