Il 18 maggio sarà una giornata elettorale decisiva per l’Europa orientale, i cui esiti influenzeranno tutto il continente: mentre la Romania affronterà il secondo turno delle sue presidenziali, in Polonia si terrà il primo turno delle elezioni per scegliere il nuovo capo dello Stato. La sfida vede due fronti contrapposti: da una parte Karol Nawrocki, storico trumpista sostenuto dal PiS (PiS, acronimo di Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia), è un partito politico polacco conservatore, nazionalista e cristiano-democratico) e dall’amministrazione USA, dall’altra Rafal Trzaskowski, sindaco liberal-globalista di Varsavia vicino a Bruxelles e al premier Donald Tusk.
I Due Protagonisti: Patriota contro Globalista
Karol Nawrocki (42 anni): Ex pugile dilettante, storico e direttore dell’Istituto della Memoria Nazionale (IPN), Nawrocki è il candidato del partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS). Sposato con due figli, è un cattolico praticante sostenuto dalla Chiesa polacca e dall’amministrazione Trump. Il 1° maggio 2025, è stato ricevuto da Donald Trump alla Casa Bianca, un evento che ha fatto infuriare i media liberali polacchi. Trump lo ha definito “un leone che difenderà la Polonia”, mentre Nawrocki ha dichiarato: “Non sono qui per lamentarmi della Polonia, ma per costruire ponti con gli USA”. La sua posizione sull’Ucraina è pragmatica: contrario all’ingresso di Kiev in NATO e UE, ha suggerito che Varsavia dovrebbe farsi ripagare gli aiuti militari, eco delle idee di Trump. Nawrocki promuove una Polonia sovrana, radicata nei valori tradizionali, e ha accusato Tusk di “antiamericanismo” per le sue critiche a Trump. Tuttavia Nawrocki è un appassionato di storia militare polacca e ha scritto saggi sulla resistenza antisovietica, tema che ha usato in passato per galvanizzare l’elettorato patriottico. Solo recentemente con l’appoggio di Trump ha attutito queste ‘inclinazioni’. E c’è da dire chen l’elettorato lo ha seguito, visto che i polacchi stravedono per tutto ciò che è americano, specialmente con l’amministrazione Trump che incarna di più che precedentemente l’attaccamento alla tradizione , cosa radicata in Polonia, come in genere, in tutti i paesi dell’est.
Rafal Trzaskowski (53 anni): Sindaco di Varsavia, poliglotta (parla cinque lingue) e laureato in filologia, Trzaskowski è l’uomo di punta della Piattaforma Civica (PO), il partito del premier Donald Tusk. Incarnazione dell’élite globalista, è un atlantista convinto che spinge per un’Europa centralizzata e una linea dura contro Mosca. Ha promesso di portare le spese militari al 5% del PIL, dichiarando: “Putin capisce solo la forza”. Trzaskowski è noto per il suo attivismo pro-LGBT, avendo ordinato la rimozione di simboli religiosi dagli uffici comunali di Varsavia, mossa che ha alienato molti cattolici. Nel 2020, durante la campagna presidenziale, Trzaskowski fu criticato per aver partecipato a un evento finanziato da George Soros, un’associazione che i conservatori polacchi usano per dipingerlo come “marionetta delle élite globali”.
Strategie e Ingerenze: la mano di Washington e la propaganda di Bruxelles
Gli Stati Uniti stanno giocando un ruolo chiave nel sostenere Nawrocki. La visita alla Casa Bianca è stata un colpo da maestro dello staff di campagna, guidato da figure come Paweł Szefernaker e Adam Bielan. Trump ha persino dichiarato: “Vincerai”, un endorsement che ha rafforzato la percezione di Nawrocki come leader internazionale. Inoltre, il vicepresidente JD Vance parteciperà al CPAC di Rzeszów (26-27 maggio), insieme a leader sovranisti come Viktor Orbán e George Simion, per consolidare il fronte conservatore in vista del ballottaggio. Fonti vicine al PiS suggeriscono che Trump potrebbe visitare la Polonia prima del secondo turno, un evento che potrebbe ribaltare i sondaggi.
Sul fronte opposto, i media polacchi, in gran parte allineati a Tusk, hanno scatenato una campagna denigratoria contro Nawrocki. Un recente scandalo immobiliare, legato all’acquisto di un appartamento a Danzica da un pensionato malato, è stato amplificato da testate come Gazeta Wyborcza. Le accuse, definite “disgustose” da Slawomir Mentzen, mancano di prove concrete, ma hanno danneggiato l’immagine di Nawrocki. Tusk stesso ha sfruttato la vicenda, ironizzando: “Nawrocki doveva prendersi cura di un anziano, ma si è preso cura del suo appartamento”. Nel frattempo, il PiS contrattacca accusando Trzaskowski di opacità su finanziamenti stranieri alla sua campagna del 2020, ma la narrativa mediatica pro-PO domina.
Mosca non resta a guardare. Il ministro polacco per la Digitalizzazione ha denunciato tentativi russi di interferenza elettorale tramite attacchi informatici e campagne di disinformazione, mirate a indebolire entrambi i candidati principali. Tuttavia, i sovranisti polacchi sospettano che queste accuse siano un pretesto per giustificare censure contro i media conservatori, come TV Republika.
I Candidati Minori: L’Asso nella Manica di Nawrocki
Slawomir Mentzen (16-18%): Leader della Confederazione, 38 anni, economista e avvocato, Mentzen è il volto della destra radicale polacca. Popolare tra i giovani grazie a TikTok, propone deregulation economica e un’uscita graduale dall’UE, pur avendo moderato questa posizione di recente. La sua retorica trumpiana, che dipinge l’UE come una “prigione globalista”, lo rende un alleato naturale di Nawrocki al ballottaggio. Mentzen gestisce una birreria artigianale, usata come simbolo della sua campagna “anti-élite”.
Grzegorz Braun (4-5%): Espulso dalla Confederazione per la sua candidatura indipendente, Braun è un cattolico cosidetto “integralista” noto per gesti provocatori, come aver spento una menorah ( una lampada ad olio a sette bracci ebraica) in Parlamento con un estintore nel 2023. Sotto processo per vari reati, Braun non ha chance di vittoria, ma il suo elettorato nazionalista potrebbe confluire su Nawrocki al secondo turno. Braun è un monarchico dichiarato e ha proposto di restaurare la monarchia polacca, un’idea che, pur marginale, entusiasma alcune frange ultraconservatrici.
Il Contesto geopolitico: Polonia al Bivio
La Polonia è un pilastro della NATO e il principale hub per gli aiuti militari all’Ucraina, ma le elezioni presidenziali potrebbero ridefinirne il ruolo. Nawrocki, con il sostegno di Trump, punta a una politica estera più autonoma, riducendo la dipendenza da Bruxelles e aprendo a un dialogo con Mosca per garantire la stabilità regionale. Trzaskowski, invece, si allinea alla linea bellicista dell’UE, spingendo per un’escalation militare e una maggiore integrazione europea, che i critici definiscono “una svendita della sovranità polacca”.
I sondaggi riflettono questa polarizzazione: Trzaskowski oscilla tra il 34% e il 38%, Nawrocki tra il 24% e il 28%, con Mentzen al 16-18%. Il secondo turno, previsto per il 1° giugno, è quasi certo, e il risultato dipenderà dalla capacità di Nawrocki di unire l’elettorato conservatore, eroso dalla Confederazione, e di smontare la narrazione mediatica pro-Trzaskowski.
Conclusione: Una Scelta tra Libertà e Sottomissione
Le elezioni polacche non sono solo una questione interna: rappresentano un referendum sul futuro dell’Europa. Da un lato, Nawrocki e il fronte sovranista, appoggiati da Trump, difendono l’identità nazionale, la fede cattolica e un’alleanza strategica con gli USA. Dall’altro, Trzaskowski e le élite di Bruxelles spingono per un’Europa globalista, dove la Polonia rischia di diventare una pedina dell’agenda atlantista. In un mondo sempre più instabile, il 18 maggio i polacchi decideranno se essere protagonisti della loro storia o succubi di un’UE in declino. Naturalmente da come andranno queste elezioni e da quale risultato emergerà al 2° turno si vedrà se un cambiamento sarà possibile per tutti noi. Se infatti si riposizionerà la Polonia e poi anche la Romania, il sommovimento sarà grandissimo e noi potremmo vedere il riaccendersi della speranza di un’Europa più libera e radicata nella sua storia.