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Elezioni: lottare affinché non sia confermata l’assoluta irrazionalità

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È curioso che nel parlamento italiano esista divergenza di opinioni su una certa pluralità di argomenti, ma non sulla politica estera e sui rapporti con la Commissione Europea. Eppure è questo quel livello dove si formano le decisioni che potrebbero velocemente condurci nel baratro.

Rispetto ai grandi potentati occidentali, il parlamento italiano è diventato mero esecutore delle direttive sovranazionali che rispondono alle regole fissate da Washington e dai grandi centri di potere politico-finanziari che si sono assunti l’onere di governare, ponendo direttamente i loro uomini nella Commissione Europea e nelle istituzioni nazionali.

Credo che anche voi, la maggior parte di voi, segua ormai con un certo distacco e disillusione la politica, dato che ormai, dopo più di due anni di emergenza covid , esegue i suoi compiti alla luce del sole, imponendo un controllo sociale sempre più incostituzionale e pervasivo, senza più bisogno di nascondere le proprie anomalie antidemocratiche

In questo, ai “Cinque Stelle” la più grande responsabilità. Hanno portato a termine il loro compito: hanno allentato le viti costituzionali e spostato il sistema – attraverso le emergenze ed attraverso l’autoritarismo diventato normalità – fino al punto di equilibrio che era stato loro richiesto.

Ma ora i poteri sovranazionali che governano direttamente l’Italia non hanno più bisogno del sostegno degli estremisti; è ora di toglierli dal tabellone e metterli nell’armadio. Chiaramente, non saranno liquidati, come Ayman al-Zawahiri, ma dovranno essere messi a catena, semplicemente per non intralciare. Quindi assimilati e, almeno una parte di loro, premiati in vari modi.

Molto probabilmente, ora il “movimento 5 stelle”, sarà integrato nel mainstream politico, ha avuto il ‘merito’ di creare tanta sfiducia nella gente e quindi ha generato un effetto negativo prolungato anche nei tempi che verranno, lasciando dietro di sé una buona parte dell’elettorato zombificato. Le idee sono già state realizzate, l’agenda Draghi continuerà anche senza di lui ed è in corso di realizzazione, quindi è giunto il momento di rimandare i marinai rivoluzionari da dove sono venuti, salvandone i leader.

Intendiamoci, giacché tutto ciò che il governo fa in Italia dipende interamente dalla politica internazionale, una grandissima dose di colpa è da imputare anche a Lega, Fratelli d’Italia e Berlusconi (il nemico era già noto ma da loro non ci si aspettava una alleanza con il nemico). Questi partiti che rappresentano la maggioranza, hanno di fatto imbrogliato gli italiani ed ora si preparano a fare da amministratori che obbediscono alle direttive esterne.

Quindi, a mio avviso, per quando riguarda le elezioni – tenendo presente che si tratta pur sempre di un tentativo ironico – è assolutamente controproducente votare questi partiti. L’establishment sa molto chiaramente cosa rischia ed ha potenti mezzi di manipolazione e “orientamento delle masse”, perciò difficilmente la maggior parte degli italiani si muoverà sufficientemente verso i partiti antisistema. Se però essi – come spero – arriveranno a superare le soglie di sbarramento, allora e solo allora potremmo sperare in un reale cambiamento, che attualmente consiste nel cominciare a dialogare con l’Europa e gli Stati Uniti, ad esclusivo interesse del bene comune degli italiani.

Per far questo, servirà avere le idee molto chiare soprattutto in politica estera e nei rapporti con la UE, poiché è da lì che viene il pericolo e bisognerà fare chiarezza. Perché a cosa serve ricostruire, se il mondo è in procinto di cadere nel baratro, senza che la maggior parte delle persone ne abbia percezione?

Come abbiamo visto nella pericolosissima crisi a Taiwan, il mondo è sull’orlo del baratro. Ringraziando Dio, la crisi per il volo della nonna-Speaker americana a Taiwan si è conclusa senza un disastro per la ragionevolezza cinese e non per merito di quella occidentale.

Ma la cosa preoccupante è che le crisi si verificano frequentemente, molto spesso e rapidamente. E per ragioni assolutamente insignificanti, che, a dire il vero, sarebbero passate letteralmente inosservate prima. Si tratta in tutti i casi di crisi indotte, crisi sanitaria, finanziaria, di politica internazionale, di deficit democratico.
Tutti i passaggi dolorosi che abbiamo vissuto sulla nostra pelle testimoniano la più grave crisi generale globale, quando tutto regge semplicemente perché ci sono ancora dei resti di stabilità, ma le forze razionali anche se esistono ancora sono oggi minoritarie e non riescono a prevalere più sull’assoluta irrazionalità.

Lo abbiamo visto chiaramente nelle ultime due crisi: né in Kosovo né intorno a Taiwan le parti di un potenziale conflitto, infatti, hanno obiettivi strategici oggettivi che potrebbero essere risolti in uno scontro militare. Ma le parti oggi molto facilmente aumentano il grado di pericolosità delle escalation, portando la questione a situazioni probabilistiche estremamente pericolose, quando qualsiasi incidente può portarle in uno stato di irreversibilità.

Tutto questo è un segnale allarmante dello stato generale delle cose, che non può essere definito normale. A quanto pare, in futuro si verificheranno crisi simili per sciocchezze, come sta accadendo per l’Ucraina (una crisi che poteva essere risolta sul nascere). In un certo senso, questo ricorda le scosse primordiali prima di un terremoto: non c’è ancora, ma la tensione nelle placche in movimento si sta accumulando. Dopodiché, si verificherà inevitabilmente un breve spostamento, e si libererà tutta la colossale energia accumulata.

Quindi questo aspetto deve essere affrontato e non può essere affrontato dai partiti che finora sono presenti in parlamento, eccetto qualche deputato o senatore indipendente. È la politica estera e non la politica interna che modellerà il nostro futuro e deciderà la nostra vita quotidiana e la possibilità di avere libertà personali riconosciute.

VPNews

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