Ecco perchè il Referendum sul Green Pass nuocerebbe a tutti

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Innanzitutto dico subito che in questo ragionamento non c’entrano l’affidabilità e la efficacia dei vaccini come mezzo di contrasto alla pandemia, ma c’entra la legalità costituzionale, ove la libertà – prima che quella della salute – è un patrimonio ereditato dai nostri padri che, una volta incrinato, difficilmente si potrà tornare indietro.

Detto questo che per me è essenziale – penso sia sotto gli occhi di tutti coloro che abbiano onestà intellettuale –  che  nel provvedimento del green pass  c’è un vizio di fondo che è quello di una imposizione surrettizia.

Ovviamente questo è a prescindere se si è propensi o meno a vaccinarsi con il siero approvato con procedura di emergenza.

Quindi proporre un referendum per abrogare la norma illegale, equivale a legittimarne la sua presenza nel nostro ordinamento ed il metodo del ricatto in atto.

Pertanto, la prima ragione per cui il referendum è un autogol (per tutti , sia per i pro vax e sia per i cosiddetti no vax), è l’indiretta legittimazione di un provvedimento che usa l’arma del ricatto senza prendersene le responsabilità.

Mi spiego: se il governo ritiene che il vaccino dovesse essere obbligatorio e non contrario alla Costituzione, sarebbe lineare che si assumesse la responsabilità politica dell’adozione e che lo rendesse obbligatorio.

In questo modo, non sussisterebbe la anomala situazione che il cittadino debba richiedere il vaccino come se lo desiderasse, e verrebbe eliminata tutta quella sequela di ricatti – come la privazione di determinati diritti sociali e persino lo stesso lavoro che è tutelato dalla Costituzione e dalla dottrina sociale dalla chiesa – che l’accompagnano.

Inoltre, se il governo rendesse obbligatoria la vaccinazione , sarebbe giocoforza riconoscere  il diritto di essere risarciti in caso di effetti avversi. Questo in fondo è un atto dovuto per qualsiasi farmaco,  e non si capisce perchè i vaccini non debbano sottostare a questa casistica.

In base a queste considerazioni, dovrebbe essere chiaro che mettere in discussione l’istituto del Green pass, è indirettamente legittimare il provvedimento.

Questo probabilmente avrebbe il suo effetto anche nel lungo termine: una eventuale (e quasi certa) vittoria del ‘no’, probabilmente, renderebbe il green pass, da misura provvisoria, a prassi ricorrente.

Poi c’è la questione della procedura di approvazione del referendum che  è molto lunga, per cui la consultazione popolare avverrebbe l’anno prossimo. Mentre il Green pass, connesso allo stato di emergenza, scadrebbe il 31/12. Pertanto, non potrebbe essere ulteriormente prorogato: anche secondo questo aspetto, il referendum non avrebbe senso.

Infine, c’è da considerare che in base ai sondaggi , la maggioranza degli italiani voterebbe a favore del greenpass. Questo esito sarebbe ‘aiutato’ dal prevedibile aumento dei contagi nei mesi invernali ed in base ad una prevedibile campagna (aggiuntiva a reti unificate) su cui convergerebbero opinionisti, su cui sono allineati tutti i poteri dello stato, esecutivo, legislativo e giudiziario e persino la Chiesa. Ovviamente dall’altro lato il nulla, solo il discredito ed evidenze che non vuole sentire nessuno e censura preventiva, come stiamo vedendo.

In altri termini, una battaglia si combatte se la si può vincere e non solo perchè si è arroccati su certe posizioni, la questione è quindi di strategia e credo anche di umiltà. Quella dei promotori del referendum. non è una strategia vincente.

Anche se ci sono una infinità di argomentazioni – che in fondo costituiscono il sale della dialettica politica  bisogna che ci si renda conto che essi sono  metodi leciti e legali contro l’illecito e l’illegalità.

Di conseguenza, bisogna che si si renda conto che alla fine se siamo in democrazia si deve accettarne anche i suoi pericoli, quelle faglie che vengono abbondantemente oggi utilizzate dalle elite.

La democrazia , tanto richiesta e a volta imposta anche in versione esportazione,  è un’arma a doppio taglio:  la democrazia può decidere anche il peggio o comunque può approvare linee politiche opinabili da una parte della popolazione, ma che poi valgono per tutti.

Per fuggire da tale pericolo esiste solo una strada:  la democrazia si preserva con un lavoro continuo di acculturazione , di memoria e di conservazione della tradizione.

E’ per questo che tutti questi elementi sono invisi oggi la potere.

Essenzialmente mi è sempre interessato più questo che le campagne isolate, ora a favore della famiglia, ora contro l’eutanasia etc. Quando si mettono in atto queste campagne e certi provvedimenti sono proposti in Parlamento, vuol dire che si è già mancanti ed è troppo tardi.

Quando si è dentro una palude bisogna capire bene come ci si è arrivati e se si vuole cambiare le cose si può solo avere la speranza di drenare, ma fare discorsi al centro della palude dove non ascolterà nessuno, sicuri della giustezza delle proprie tesi, è tempo sprecato. Bisogna prima lavorare e ricostruire intorno ad una attrattiva.

patrizioricci by @vietatoparlare

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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