Doppia morale: accogliamo i profughi siriani ma distruggiamo il loro paese

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Francia e Gran Bretagna si preparano ad intervenire in Siria: una semplice analisi ragionata.

di Ricci Patrizio

I leader europei da 4 anni, dall’inizio della crisi progettata in Siria, mantengono le stesse posizioni benché la situazione sia mutata. L’esodo in atto delle migliaia di profughi sono la misura dell’opera di destabilizzazione delle politiche europea messe in atto.

Le dichiarazioni rese in questi giorni dai maggiori leader europei non fanno ben sperare: il cancelliere britannico George Osborne ha affermato che (per avere) «un piano per una Siria più stabile e in pace» deve prevedere la lotta contro la «radice del problema: il malvagio regime di Bashar al-Assad e i terroristi dell’Isis».

Gli fa eco il primo ministro inglese Cameron ha la stessa ‘linea’: ‘bisogna combattere contro ISIS e contro la Siria.
Non dissimile è la posizione di Hollande che ha detto: la soluzione non può passare dal mantenimento di Bashar al-Assad al potere in Siria. Ha sparato sul suo popolo, ha usato armi chimiche, è lui che ha rifiutato ogni discussione“.

Alla luce della situazione attuale, queste dichiarazioni sono sconcertati. Le ragioni sono elementari:

1) Assad ha sempre combattuto il fondamentalismo islamico. La nascita dell’ISIS è legata all’ invasione degli USA in IRAQ . E’ la diretta conseguenza delle infelici ed improvvide decisioni di sciogliere l’esercito iracheno e di far governare il paese su base settaria e non inclusiva.

2) I civili fuggono dai territori conquistati dal Free Syrian Army e dai jadisti e si rifugiano nelle aree ancora in mano al governo.

3) I crimini perpetrati contro la popolazione civile sono stati compiuti nella stragrande maggioranza dei casi, dai ribelli e dalle varie sigle jadiste che ne costituiscono la componente maggioritaria. Le forze armate siriane difendono legittimamente il paese e ciò comporta la perdita di vite umane, le stesse perdite di vite umane che nelle guerre occidentali vengono chiamate ‘effetti collaterali’.

4) I ‘ribelli’ ad Aleppo e Damasco bombardano indiscriminatamente  ogni giorno. Le scuole vengono colpite in prossimità delle ore di maggior affluenza degli studenti: sono uno degli obiettivi ‘privilegiati’. In Aleppo ‘i ribelli’ hanno privato impunemente 2.000.000 di persone di acqua. E cosa dire della sorte dei cristiani? Verso di loro è in atto un vero e proprio genocidio. Ma niente di tutto questo sembra scatenare nessuna riprovazione internazionale

5) Non esiste nessuna primavera araba in Siria. La guerra ingaggiata dalla cosiddetta ‘opposizione armata’  è guerra straniera di conquista. La presenza di guerriglieri provenienti da oltre 80 paesi dimostra inequivocabilmente che si tratta di una aggressione organizzata contro uno stato sovrano voluta e sostenuta da potenze regionali nemiche (Arabia Saudita, Qatar, Turchia).

6) Le aggressioni chimiche sono state compiute dagli improbabili ribelli-pro democrazia e sono abbondantemente provate. Ciononostante tuttora sul suolo siriano gli aggressivi chimici vengono usati da ISIS sotto lo sguardo volontariamente distratto degli ex ‘ amici della Siria’ ora riuniti nel ‘gruppo di Londra’.

7) E’ falso che Assad ha rifiutato ogni discussione: sono i cosiddetti ribelli che hanno sempre rifiutato ogni negoziato dettando precondizioni inaccettabili prima ancor prima che cominciasse ogni discussione: i ribelli non chiedono più libertà, ma l’istituzione di un regime islamico.

‘Chiedono le dimissioni del presidente al-Assad (come Hollande e Cameron) , “non a causa della sua politica, ma perché si rifanno a una setta sunnita, il takfirismo, accusano Assad di essere un eretico (è alawita) usurpando il potere in un paese musulmano, che non può legittimamente essere governato che da un sunnita della loro scuola teologica” (Thierry Meyssan ).  In definitiva: in nessuna delle zone sotto il controllo dei ribelli islamisti  esiste una forza aperta al dialogo.

Alla luce di tutto questo è patetico additare Assad come ‘il problema’ e continuare a differenziare, fra i gruppi che combattono all’interno delle frontiere della Siria, tra gli estremisti islamici appartenenti ad Al Qaeda ed all’ISIS ed i cosìddetti “moderati”.

I leader francesi e britannici hanno continuato per tutto il tempo ad appoggiare le forze distruttrici: prima hanno provocato con le sanzioni lo svuotamento del paese, ora sull’onda emotiva dei migranti,  non sanno far altro che risfoderare i loro slogan desueti.

Appare chiaro che le decisioni prese da Hollande e Camerun sono il modo maldestro di giustificare l’illegale posizione occidentale che con il continuo flusso di denaro in contanti e di armi verso la Siria da una parte perpetua il conflitto e dall’altra finge di voler intervenire contro ISIS  per poi colpire curdi e esercito siriano (che combattono ISIS).

Da parte occidentale non sta avvenendo nessuna seria lotta all’ISIS ed i  militari in campo lo hanno detto pubblicamente. E’ significativo che la meno potente aviazione siriana da sola compie ogni giorno più raid contro l’ISIS di tutte le aviazioni alleate messe insieme (vedi anche qui).

E’ incomprensibile che da parte europea da un lato si accentua l’opera di destabilizzazione della Siria e dall’altra ci si dice ‘magnanimi’ per l’accoglienza dei profughi: è nient’altro (come diceva Monti) che il ‘nuovo orizzonte’ sostanziato dal costruire artificialmente stati emergenziali permanenti che giustifichino la perdita di porzioni di democrazia sempre più elevate…

Confida il potere su gente annoiata, svilita e preoccupata per il proprio futuro. Creano le crisi accentuando i divari. Fingono l’umanitarismo con il più bieco autoritarismo. Creano un’informazione omologata. Di fatto, creando mentalità, si sottraggono al giudizio.

Dobbiamo farci una ragione che il mondo di giustizia speranza e carità esiste solo dentro il nostro cuore.  Dobbiamo però continuare a coltivare queste cose e costruire intorno a noi ambiti di umanità vera, perché la vera libertà è insopprimibile, rinasce con ogni vita umana. 

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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