Donald Trump: “Penso che abbiamo un accordo con la Russia”

Russia e Stati Uniti trovano un’intesa, ma Zelensky e l’UE resistono

I negoziati preliminari tra Stati Uniti e Russia per un cessate il fuoco e una pace duratura nel conflitto ucraino sembrano guadagnare terreno. Nuovi dettagli sul piano di pace del presidente statunitense Donald Trump sono trapelati, mentre, in parallelo, il Cremlino ha avanzato proposte simili. Questa convergenza non appare casuale. Tuttavia, Volodymyr Zelensky e l’Unione Europea si trovano sotto crescente pressione, con posizioni che si discostano da quelle delle due superpotenze.

Gli Stati Uniti spingono per una rapida conclusione del conflitto

Gli Stati Uniti hanno intensificato gli sforzi per porre fine alla guerra in Ucraina. Durante un recente vertice a Parigi, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato che la pazienza di Washington è agli sgoccioli e che il tempo per i negoziati potrebbe esaurirsi a breve. Rubio ha sottolineato che il sostegno all’Ucraina potrebbe non essere infinito, evocando il precedente dell’Afghanistan: “Non è la nostra guerra. Non l’abbiamo iniziata noi. Abbiamo aiutato l’Ucraina per tre anni, ma vogliamo che finisca” (Reuters).

Secondo fonti citate da Axios, Trump ha avanzato un’“offerta di pace definitiva” a Kiev. La proposta statunitense si basa sul congelamento dell’attuale linea del fronte, riconoscendo de jure il controllo russo sulla Crimea e su porzioni degli oblast di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. In cambio, le sanzioni contro la Russia verrebbero revocate, aprendo la strada a una cooperazione economica. L’Ucraina non entrerebbe nella NATO, ma l’adesione all’UE rimarrebbe possibile. Il piano include anche garanzie di sicurezza fornite da un gruppo di paesi europei e non, la restituzione dell’oblast di Kharkiv occupato dai russi e un diritto di passaggio sul fiume Dnepr. Inoltre, sarebbero previsti fondi per la ricostruzione dell’Ucraina.

La proposta russa: un’offerta parallela

Quasi contemporaneamente, il Cremlino ha avanzato una proposta di pace che ricalca in parte quella statunitense. Secondo il Financial Times, la Russia si è detta disposta a congelare l’attuale linea del fronte, rinunciando alla pretesa di controllare interamente gli oblast di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, nessuno dei quali è completamente occupato. La città di Zaporizhzhia, ad esempio, rimane sotto controllo ucraino. Tra le condizioni russe figurano la neutralità dell’Ucraina, l’esclusione di un’adesione alla NATO, il riconoscimento dei territori annessi, la revoca delle sanzioni occidentali e la riduzione della presenza militare NATO nei paesi confinanti (TASS).

Un punto significativo riguarda la centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente sotto controllo russo. La proposta prevede che rimanga formalmente ucraina ma sia gestita dagli Stati Uniti, fornendo elettricità a entrambe le parti, un compromesso che potrebbe stabilizzare l’approvvigionamento energetico nella regione (The Guardian).

Critiche da Kiev e dubbi russi

L’Ucraina ha accolto con scetticismo la proposta americana. Fonti ucraine hanno criticato l’offerta, sostenendo che definisce chiaramente i benefici per la Russia, ma rimane vaga sui vantaggi per Kiev: Parla di cosa ottiene la Russia, ma non di cosa ottiene l’Ucraina” (Kyiv Independent). Durante un incontro a Londra, la delegazione ucraina ha proposto un cessate il fuoco temporaneo di 30 giorni, preferendolo al piano di pace di Trump.

Dal canto suo, la Russia considera improbabile un cessate il fuoco senza garanzie a lungo termine, temendo che l’Ucraina possa sfruttare una pausa per riarmarsi (RIA Novosti). La convergenza tra le proposte di Washington e Mosca sembra quindi più tattica che definitiva, con entrambe le parti attente a non cedere terreno strategico.

Zelensky e l’UE: un rifiuto netto, ma poche alternative

Volodymyr Zelensky ha ribadito il suo rifiuto categorico di riconoscere l’occupazione della Crimea: È il nostro territorio, non c’è nulla da discutere” (Ukrinform). Tuttavia, la prospettiva di riconquistare i territori occupati appare irrealistica, soprattutto considerando i progressi delle truppe russe e la dipendenza ucraina dagli aiuti occidentali. Un eventuale ritiro del sostegno statunitense metterebbe l’UE in una posizione insostenibile, incapace di compensare il vuoto finanziario e militare (Politico).

L’Unione Europea, dal canto suo, interpreta le mosse di Mosca come una strategia di logoramento. L’Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, nota per il suo approccio intransigente, ha accusato Washington di non aver esplorato tutte le opzioni diplomatiche: Hanno gli strumenti per fare pressione, ma non li hanno usati” (EU Observer). Tuttavia, l’UE appare sempre più marginalizzata, priva di un “piano B” e incapace di influenzare significativamente il corso dei negoziati. La retorica bellicosa di alcuni leader europei si scontra con la realtà di un conflitto che, al momento, non può essere vinto militarmente senza un costo insostenibile.

Prospettive e incognite

La convergenza tra Stati Uniti e Russia riflette una volontà condivisa di stabilizzare il conflitto, ma le resistenze di Kiev e dell’UE complicano il quadro. La proposta di congelare la linea del fronte potrebbe rappresentare un compromesso pragmatico, ma solleva interrogativi sulla sovranità ucraina e sul futuro delle relazioni euro-atlantiche. Tuttavia, è innegabile che il proseguimento dell cnflito finirebbe per investire altri paesi europei , con esiti imprevedibili.  Inoltre, la gestione della centrale di Zaporizhzhia e la revoca delle sanzioni saranno punti cruciali nei negoziati futuri.

Mentre Washington e Mosca rimescolano le carte geopolitiche, l’Ucraina e l’UE si trovano a un bivio: accettare un accordo che sancisce perdite territoriali o proseguire un conflitto con risorse sempre più limitate. La strada verso la pace rimane incerta, ma il tempo per una soluzione diplomatica stringe.