Discorso di Jeffrey Sachs al Parlamento Europeo – Trascrizione in Italiano

Jeffrey Sachs è intervenuto al Parlamento Europeo il 19 febbraio 2025, criticando aspramente le politiche adottate dagli Stati Uniti, dalla NATO e l’implicazione dell’Europa nel conflitto in Ucraina

Chi è Jeffrey Sachs
Jeffrey Sachs è uno degli economisti e geopolitologi più autorevoli e ascoltati al mondo. Professore alla Columbia University e già direttore dell’Earth Institute, è stato consigliere di governi in oltre 125 paesi e ha collaborato direttamente con leader come Michail Gorbaciov, Boris Eltsin, e Kravchuk in Ucraina. È noto per il suo approccio pragmatico e umanista allo sviluppo globale ed è stato consulente delle Nazioni Unite per decenni. Sachs è considerato una delle voci più indipendenti, informate e coraggiose nel panorama accademico e politico internazionale. A mio avviso ha inoltre una qualità rara: il suo giudizio non è inquinato da pre-concetti ma si basa sull’osservazione leale della realtà.

Perché propongo questo video
Il discorso che Jeffrey Sachs ha tenuto al Parlamento Europeo è di vitale importanza per comprendere le vere cause della guerra in Ucraina e il ruolo svolto dagli Stati Uniti e dalla NATO negli ultimi 30 anni. Con una lucidità rara, Sachs ricostruisce il contesto storico e geopolitico che ha portato al conflitto, smontando molte delle narrazioni ufficiali occidentali. Non si tratta di un’opinione qualunque, ma del punto di vista di un uomo che ha partecipato in prima persona agli eventi, ha consigliato i protagonisti e ha accesso diretto alle informazioni più accurate.

Condivido questo video, e la relativa traduzione integrale migliorata in italiano, perché ritengo che solo con una comprensione onesta e documentata degli eventi russo-ucraini possiamo costruire una vera via per la pace. In un’epoca di propaganda e disinformazione, la voce di Jeffrey Sachs è un faro di verità e responsabilità.

️ Guarda il video completo di sottotitoli in italiano qui di seguito:
Il discorso dell’economista Jeffrey Sachs al Parlamento Europeo

Leggi la trascrizione integrale in italiano: (segue testo)

Professor Jeffrey Sachs: Discorso al Parlamento europeo del 19 febbraio 2025 (*1)

Trascrizione modificata

Introduzione

Michael, grazie mille, e grazie a tutti voi per questa opportunità di essere insieme e riflettere insieme.
Questo è davvero un momento complicato, in rapido cambiamento e molto pericoloso.
Perciò, abbiamo davvero bisogno di chiarezza di pensiero.

Sono particolarmente interessato alla nostra conversazione, quindi cercherò di essere il più conciso e chiaro possibile.

Ho osservato molto da vicino gli eventi in Europa orientale, nell’ex Unione Sovietica, in Russia e in Ucraina negli ultimi 36 anni.
Sono stato consulente del governo polacco nel 1989, del team economico del presidente Gorbaciov nel 1990 e 1991, del team economico del presidente Eltsin dal 1991 al 1993, e del team economico del presidente Kuchma in Ucraina dal 1993 al 1994.
Ho contribuito all’introduzione della valuta estone.
Ho aiutato diversi paesi dell’ex Jugoslavia, in particolare la Slovenia.

Dopo il Maidan, il nuovo governo mi invitò a Kiev, dove fui accompagnato a visitare il Maidan, e appresi molte cose in prima persona.

Sono in contatto con i leader russi da oltre 30 anni.
Conosco da vicino anche la leadership politica americana.
La nostra precedente Segretaria al Tesoro, Janet Yellen, fu la mia straordinaria insegnante di macroeconomia 52 anni fa.
Siamo amici da mezzo secolo.
Conosco queste persone.

Dico questo perché ciò che voglio spiegare nel mio punto di vista non è di seconda mano.
Non è ideologia.
È ciò che ho visto con i miei occhi e vissuto in questi anni.

Voglio condividere con voi la mia comprensione degli eventi che hanno colpito l’Europa in molti contesti, e includerò non solo la crisi ucraina, ma anche la Serbia nel 1999, le guerre in Medio Oriente, comprese Iraq, Siria, le guerre in Africa, inclusi Sudan, Somalia, Libia.

Questi eventi sono, in misura molto significativa, il risultato di politiche statunitensi profondamente sbagliate.

Quello che dirò potrebbe sorprendervi, ma parlo in base alla mia esperienza diretta e alla conoscenza degli eventi.

(*1)  Trascrizione riveduta del discorso del Professor Jeffrey Sachs al Parlamento Europeo in occasione di un evento intitolato “La geopolitica della pace”, ospitato dall’ex Segretario Generale Aggiunto delle Nazioni Unite e attuale eurodeputato del BSW Michael von der Schulenburg, il 19 febbraio 2025. La trascrizione è stata riveduta per maggiore chiarezza e corredata di note a piè di pagina e link ipertestuali. La trascrizione integrale e la versione audio sono disponibili qui:  https://singjupost.com/transcript-jeffrey-sachs-on-the-geopolitics-of-peace-in-the-european-parliament/

La geopolitica della pace
I. La politica estera degli Stati Uniti

Queste sono guerre che gli Stati Uniti hanno guidato e causato. E questo è vero ormai da più di trent’anni. Gli Stati Uniti giunsero alla convinzione, specialmente nel periodo 1990-91, e poi con la fine dell’Unione Sovietica, che ora gli Stati Uniti governassero il mondo e che non avessero più bisogno di ascoltare il punto di vista di nessuno: né le linee rosse, né le preoccupazioni, né i punti di vista sulla sicurezza, né gli obblighi internazionali, né il quadro normativo dell’ONU. Mi dispiace esprimermi in modo così diretto, ma è importante che comprendiate bene.

Nel 1991 ho cercato con grande impegno di ottenere un aiuto finanziario per Gorbaciov,(*2) che considero il più grande statista del nostro tempo moderno. Di recente ho letto il memorandum d’archivio della discussione al Consiglio di Sicurezza Nazionale sulla mia proposta, il 3 giugno 1991, e per la prima volta ho visto come la Casa Bianca l’avesse completamente respinta, deridendo la mia richiesta di aiutare l’Unione Sovietica con la stabilizzazione finanziaria e gli aiuti per le riforme. Il memorandum documenta che il governo degli Stati Uniti decise di fare il minimo indispensabile per evitare un disastro, ma proprio il minimo.(*3) Decisero che non spettava agli Stati Uniti aiutare. Anzi, l’opposto.(*4)

Quando l’Unione Sovietica cessò di esistere nel 1991, questa visione divenne ancora più estrema. E potrei citarvi nomi e documenti, ma l’idea era: “siamo noi [gli USA] a comandare il gioco”. Cheney, Wolfowitz e molti altri nomi che conoscerete credevano letteralmente che il mondo fosse ormai degli Stati Uniti e che avrebbero potuto fare ciò che volevano. Che avrebbero “ripulito” i resti dell’Unione Sovietica. Che avrebbero eliminato ogni alleato dell’era sovietica rimasto. Paesi come Iraq, Siria e così via sarebbero stati spazzati via. E questa è stata la politica estera che stiamo vivendo da ormai 33 anni.

L’Europa ha pagato un prezzo altissimo per questo, perché non ha avuto alcuna politica estera durante questo periodo, almeno per quanto io possa capire: nessuna voce, nessuna unità, nessuna chiarezza, nessun interesse europeo, soltanto obbedienza agli Stati Uniti.

Ci sono stati momenti in cui c’erano delle divergenze — e, a mio avviso, divergenze molto positive. L’ultima volta significativa fu nel 2003, in vista della guerra in Iraq, quando Francia e Germania dissero di non appoggiare gli Stati Uniti nell’aggirare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per quella guerra. Quella guerra fu direttamente orchestrata da Netanyahu e dai suoi alleati nel Pentagono statunitense.(*5) Non sto dicendo che ci fosse una relazione formale o reciproca, sto dicendo che fu una guerra combattuta per conto di Israele. Fu una guerra coordinata da Paul Wolfowitz e Douglas Feith con Netanyahu.

Quella fu l’ultima volta in cui l’Europa ebbe una voce propria. Parlai allora con diversi leader europei, che furono molto chiari, ed è stato davvero incoraggiante sentire la loro opposizione a una guerra inaccettabile. Dopo di allora, l’Europa perse del tutto la propria voce, in particolare dal 2008 in poi.

Cosa accadde dopo il 1991 e ci portò al 2008? Gli Stati Uniti decisero che l’unipolarismo significava l’allargamento della NATO da Bruxelles fino a Vladivostok, passo dopo passo.

(*2) Che divenne parte di un progetto guidato dal Prof. Graham Allison presso la Harvard Kennedy School of Government con il consigliere economico di Gorbachev Grigory Yavlinsky e pubblicato nel libro Window of Opportunity: The Grand Bargain for Democracy in the Soviet Union, Pantheon Books, 1991.

(*3) Richard Darman, dell’OMB, la mette così: “Nel definire l’interesse degli Stati Uniti, dobbiamo essere in qualche modo machiavellici. Qual è il minimo necessario per placare un regime con cui desideriamo lavorare su altri temi? In altre parole, qual è il minimo indispensabile per far andare avanti le cose. Non credo che dobbiamo preoccuparci della decomposizione dell’URSS. Se questa è la nostra comprensione interna, allora possiamo procedere pubblicamente”. Più avanti, Darman aggiunge: “Voglio  apparire  serio senza illuderci. Abbiamo già abbastanza ingredienti per un buon pacchetto di pubbliche relazioni”. (Enfasi nell’originale)

(*4) Vedi anche il mio articolo “Come i neoconservatori hanno scelto l’egemonia sulla pace nei primi anni ’90”, disponibile qui: h] ps://www.jeffsachs.org/newspaper-ar^cles/bfsmbpe4plx7cc6lgxhf37lx249r22?rq=how%20the%20neocons

(*5) Vedi Dennis Fritz, Deadly Betrayal: The Truth about why the United States Invaded Iraq, OR Books, 2024. Link qui: h] ps://orbooks.com/catalog/deadly-betrayal/

II. Espansione della NATO

Non ci sarebbe stato alcun limite all’espansione verso est della NATO. Questo avrebbe rappresentato il mondo unipolare degli Stati Uniti. Se da bambini avete giocato a Risiko, come facevo io, questo è l’approccio americano: avere un pezzo su ogni parte della plancia. Qualsiasi luogo che non ospiti una base militare americana è considerato un nemico, sostanzialmente. La neutralità è una parolaccia nel vocabolario politico degli Stati Uniti.

La neutralità è forse la parola più sporca, secondo la mentalità americana. Se sei un nemico, sappiamo che sei un nemico. Ma se sei neutrale, sei un sovversivo, perché in realtà sei contro di noi, solo che non lo dici esplicitamente. Stai solo fingendo di essere neutrale. Questo era davvero il modo di pensare dominante, e la decisione fu formalmente presa nel 1994, quando il presidente Clinton approvò l’allargamento della NATO verso est.

Ricorderete che il 7 febbraio 1990, Hans-Dietrich Genscher e James Baker III parlarono con Gorbaciov. Genscher tenne una conferenza stampa subito dopo, in cui spiegò che la NATO non si sarebbe spostata verso est.(*6) Germania e Stati Uniti non avrebbero approfittato dello scioglimento del Patto di Varsavia. Vi prego di capire che questo impegno fu assunto in un contesto giuridico e diplomatico, non in modo informale. Questi impegni erano centrali nei negoziati per concludere la Seconda guerra mondiale e permettere la riunificazione della Germania.

Fu raggiunto un accordo esplicito secondo cui la NATO non si sarebbe spostata di un solo pollice verso est.(*7) E ciò è ben documentato, in innumerevoli archivi. Basta consultare il National Security Archive della George Washington University: troverete decine di documenti. Il sito si intitola “What Gorbachev Heard About NATO” (Cosa ha sentito Gorbaciov sulla NATO). Dateci un’occhiata, perché tutto ciò che vi viene raccontato dagli Stati Uniti su questa promessa è una menzogna, ma gli archivi sono chiarissimi.

Così, la decisione fu presa da Clinton nel 1994: espandere la NATO fino all’Ucraina. Si tratta di un progetto a lungo termine degli Stati Uniti, non di una singola amministrazione. È un progetto portato avanti dal governo americano da oltre trent’anni. Nel 1997, Zbigniew Brzezinski pubblicò The Grand Chessboard (La Grande Scacchiera), descrivendo proprio l’espansione verso est della NATO.

Quel libro non è solo il frutto delle riflessioni personali di Brzezinski. È, piuttosto, una presentazione al pubblico di decisioni già prese dal governo degli Stati Uniti — è così che funzionano libri di questo tipo. Il volume descrive l’allargamento verso est dell’Europa e della NATO come eventi simultanei e congiunti. C’è anche un capitolo interessante che si chiede: che cosa farà la Russia mentre Europa e NATO si espandono verso est?

Conoscevo personalmente Zbig Brzezinski. Fu molto gentile con me. All’epoca stavo consigliando il governo polacco, e lui fu di grande aiuto. Era un uomo intelligente, ma si sbagliò completamente nel 1997. Scrisse in modo dettagliato perché la Russia non avrebbe potuto fare altro che accettare l’espansione verso est della NATO e dell’Europa.(*9) Anzi, sosteneva che l’espansione dell’Europa — e non solo dell’Europa, ma della NATOera inevitabile. Questo era un piano, un progetto americano. E Brzezinski spiegava che la Russia non si sarebbe mai alleata con la Cina. Impensabile. Che la Russia non si sarebbe mai alleata con l’Iran.

Secondo Brzezinski, la Russia non aveva altra vocazione se non quella europea. Quindi, man mano che l’Europa si spostava verso est, la Russia non poteva farci nulla. Ecco cosa diceva un altro stratega americano. C’è da stupirsi se siamo sempre in guerra? Perché una cosa sugli Stati Uniti è che “sappiamo sempre” cosa faranno i nostri avversari, e ci sbagliamo sempre! E uno dei motivi per cui ci sbagliamo è che, nella teoria dei giochi non cooperativi praticata dagli strateghi americani, non si parla mai con l’altra parte. Si presume di sapere quale sarà la sua strategia. Comodo, no? Risparmia un sacco di tempo. Non serve più la diplomazia.

(*6)  https://www.youtube.com/watch?v=ogM0EjYbPRk

(*7) Si trattò di un accordo, seppur verbale, poiché Gorbaciov sottolineò agli Stati Uniti e alla Germania l’importanza dell’impegno preso da entrambi gli Stati Uniti di non espandere la NATO verso est.

(*8) Molti dei documenti chiave sono qui  https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2017-12-12/nato-expansion-what-gorbachev-heard-western-leaders-early  e qui  https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2018-03-16/nato-expansion-what-yeltsin-heard

(*9) Ecco cosa scrive Brzezinski: “L’unica vera opzione geostrategica della Russia – l’opzione che potrebbe dare alla Russia un ruolo internazionale realistico e massimizzare l’opportunità di trasformarsi e modernizzarsi socialmente – è l’Europa. E non un’Europa qualsiasi, ma l’Europa transatlantica dell’UE e della NATO in espansione. Un’Europa di questo tipo sta prendendo forma, come abbiamo visto nel capitolo 3, ed è anche probabile che rimanga strettamente legata all’America. Questa è l’Europa con cui la Russia dovrà relazionarsi, se vuole evitare un pericoloso isolamento geopolitico”. Brzezinski, Zbigniew. La grande scacchiera: il primato americano e i suoi imperi geostrategici (p. 118). Basic Books. 1997.

III. La strategia del Mar Nero

Questo progetto è iniziato seriamente nel 1994 e abbiamo avuto una continuità nella politica del governo per 30 anni, almeno fino a ieri, forse.(*10) Un progetto trentennale. Ucraina e Georgia erano i cardini di questo progetto. Perché? Perché l’America ha imparato tutto ciò che sa dagli inglesi.

Siamo l’Impero britannico mancato. E ciò che l’Impero britannico aveva capito nel 1853, con Lord Palmerston — scusate, Mr. Palmerston, no, Lord Palmerston — [insieme a Napoleone III], è che bisogna circondare la Russia nel Mar Nero e negarle l’accesso al Mediterraneo orientale. Quello che state vedendo oggi è un progetto americano per fare la stessa cosa nel XXI secolo.

L’idea degli Stati Uniti era mettere Ucraina, Romania, Bulgaria, Turchia e Georgia nella NATO, per escludere la Russia dal Mar Nero, negandole uno status internazionale e riducendola a poco più che una potenza regionale. Brzezinski è molto chiaro su questa visione geografica.

Dopo Palmerston e prima di Brzezinski, c’è stato naturalmente Halford Mackinder nel 1904, con la sua celebre formula:

“Chi controlla l’Europa orientale comanda il Cuore della Terra;
Chi comanda il Cuore della Terra comanda l’Isola-Mondo;
Chi comanda l’Isola-Mondo comanda il mondo.”(*11)

Ho conosciuto i presidenti statunitensi e/o i loro team. Da Clinton a Bush Jr., da Obama a Trump fino a Biden, non è cambiato molto. Forse, passo dopo passo, sono peggiorati. Biden, secondo me, è stato il peggiore. E forse anche perché, negli ultimi due anni, non era più nel pieno delle sue facoltà mentali. Lo dico seriamente, non come battuta sarcastica.

Il sistema politico americano è un sistema d’immagine. È un sistema di manipolazione mediatica quotidiana. È un sistema di pubbliche relazioni. Si può avere un presidente che in pratica non è più operativo, ma mantenerlo in carica per due anni e candidarlo alla rielezione.

L’unica cosa che ha dovuto fare è stare in piedi su un palco per 90 minuti da solo, e quella è stata la fine. Se non ci fosse stato quell’intoppo, sarebbe andato avanti con la sua candidatura, anche se dormiva ogni giorno dopo le 16. Questa è la realtà. E tutti ci stanno dentro, nessuno dice nulla. È sconveniente dire quello che sto dicendo, perché oggi non si dice la verità su quasi nulla nel mondo.

Questo progetto è andato avanti fin dagli anni ’90. Bombardare Belgrado per 78 giorni consecutivi nel 1999 faceva parte di questo progetto. Smembrare quel paese, quando i confini — ci viene detto — sono “sacri”. Tranne che per il Kosovo, ovviamente. I confini sono sacri tranne quando è l’America a cambiarli.

Anche la divisione del Sudan è stata un progetto correlato degli Stati Uniti. Pensate alla ribellione del Sud Sudan. È successo tutto perché i sud-sudanesi si sono ribellati? O volete che vi legga il manuale operativo della CIA?

Cerchiamo di capire da adulti di cosa si tratta. Le campagne militari sono costose. Richiedono equipaggiamento, addestramento, basi, intelligence, finanziamenti. Questo tipo di sostegno viene dalle grandi potenze, non da insurrezioni locali. Il Sud Sudan non ha sconfitto il Sudan con una battaglia tribale. Spezzare il Sudan è stato un progetto americano.

Io stesso andavo spesso a Nairobi, e lì mi imbattevo in militari statunitensi o senatori o altri con un “profondo interesse” per la politica interna del Sudan. Quella guerra faceva parte del gioco dell’unipolarismo americano.

(*10) Mi riferisco alla telefonata tra Trump e Pu^n del 12 febbraio 2025 e alle dichiarazioni che seguirono in rapida successione.

(*11) Nel 1919 Mackinder scrisse il libro DemocraEc Ideals and Reality, basandosi sul suo precedente lavoro The Geographical Pivot of History del 1904.

IV. La politica estera degli Stati Uniti e l’espansione della NATO

L’allargamento della NATO, come sapete, iniziò nel 1999 con Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. La Russia fu estremamente contrariata, ma si trattava ancora di paesi lontani dai suoi confini. La Russia protestò, ma ovviamente invano. Poi entrò in carica George Bush Jr.. Quando avvennero gli attacchi dell’11 settembre, il presidente Putin offrì pieno sostegno agli Stati Uniti. E fu allora che, intorno al 20 settembre 2001, gli Stati Uniti decisero di lanciare sette guerre in cinque anni!

Potete ascoltare il generale Wesley Clark in un video che ne parla (*12). Fu il comandante supremo della NATO nel 1999. Andò al Pentagono intorno al 20 settembre 2001. Gli fu consegnato un foglio che spiegava il piano di sette guerre americane “a scelta”. In realtà, erano le guerre di Netanyahu.

Il piano del governo americano era in parte quello di eliminare i vecchi alleati sovietici e in parte di colpire i sostenitori di Hamas e Hezbollah. L’idea di Netanyahu era — ed è ancora — che ci sarà un solo Stato, grazie, in tutta la Palestina pre-1948. Sì, un solo Stato. Sarà Israele. Israele controllerà tutto il territorio dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo. E se qualcuno si oppone, sarà rovesciato. Beh, non da Israele in prima persona, ma dal nostro amico, gli Stati Uniti. Questa è stata la politica americana fino a stamattina. Non sappiamo se cambierà. L’unica variante oggi è che forse saranno gli USA a “possedere Gaza” [secondo il presidente Trump] invece di Israele.

L’idea di Netanyahu esiste da almeno 25 anni. Risale a un documento chiamato “Clean Break”, che Netanyahu e il suo team politico americano elaborarono nel 1996 per eliminare l’idea della soluzione a due Stati. Potete trovare questo documento online (*13).

Quindi, questi sono progetti di lungo periodo degli Stati Uniti. È sbagliato chiedersi: “È colpa di Clinton? Di Bush? Di Obama?” Questa è una visione banale della politica americana, come se fosse un gioco da giorno per giorno o da anno in anno. Ma la politica americana non è questo.

Dopo il 1999, il successivo ampliamento della NATO fu nel 2004, con altri sette paesi: i tre Stati baltici, Romania, Bulgaria, Slovenia e Slovacchia. A questo punto, la Russia era decisamente irritata. Questa seconda ondata di allargamento della NATO fu una completa violazione dell’ordine postbellico concordato al momento della riunificazione tedesca. Di fatto, fu un inganno fondamentale o una rottura dell’impegno cooperativo da parte degli Stati Uniti nei confronti della Russia.

Come tutti ricordano — e lo abbiamo appena rivissuto con la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco della scorsa settimana — il presidente Putin andò alla conferenza nel 2007 per dire: “Fermatevi, ora basta.” Ovviamente, gli Stati Uniti non ascoltarono (*14).

Nel 2008, gli Stati Uniti imposero all’Europa il loro vecchio progetto di allargare la NATO all’Ucraina e alla Georgia. Questo è un progetto di lungo corso. Ascoltai Mikheil Saakashvili a New York nella primavera del 2008, durante un intervento al Council on Foreign Relations. Disse che la Georgia è nel cuore dell’Europa e che, in quanto tale, sarebbe entrata nella NATO. Uscii dalla sala e chiamai mia moglie dicendole: “Quest’uomo è folle; farà esplodere il suo paese.” Un mese dopo scoppiò la guerra tra Russia e Georgia, e la Georgia fu sconfitta. Anche gli eventi recenti a Tbilisi non aiutano la Georgia, soprattutto con i vostri europarlamentari che vanno lì a istigare le proteste. Questo non salva la Georgia, la distrugge completamente.

Nel 2008, come tutti sanno, l’ex direttore della CIA William Burns, che allora era ambasciatore USA in Russia, inviò un lungo cablogramma diplomatico alla Segretaria di Stato Condoleezza Rice, intitolato famosamente “Nyet significa Nyet” (*15). Il messaggio di Burns era che l’intera classe politica russa si opponeva all’allargamento della NATO, non solo Putin.

Noi conosciamo questo cablogramma solo grazie a Julian Assange. Credetemi, il nostro governo e i principali giornali americani non raccontano una sola parola di tutto questo al popolo americano. Quindi dobbiamo ringraziare Julian Assange per quel memo, che possiamo leggere nei dettagli.

Come sapete, Viktor Yanukovych fu eletto presidente dell’Ucraina nel 2010, con un programma basato sulla neutralità del paese. La Russia non aveva alcun interesse territoriale o disegno sull’Ucraina. Lo so, perché in quegli anni ci andavo e tornavo. Quello che la Russia stava negoziando nel 2010 era un affitto di 25 anni per la base navale di Sebastopoli, fino al 2042. Tutto qui. Non c’erano richieste sulla Crimea, né sul Donbass. Nulla di simile.

L’idea che Putin voglia ricostruire l’impero russo è propaganda infantile. Scusatemi.

Chi conosce la storia reale, giorno per giorno e anno per anno, sa che si tratta di sciocchezze infantili. Eppure, le sciocchezze infantili sembrano funzionare meglio della verità degli adulti. Non c’erano rivendicazioni territoriali prima del colpo di Stato del 2014. Ma gli Stati Uniti decisero che Yanukovych doveva essere rovesciato, perché favorevole alla neutralità e contrario all’ingresso nella NATO. Si chiama operazione di “regime change”.

Dal 1947 ci sono state circa cento operazioni di cambio di regime da parte degli Stati Uniti, molte nei vostri paesi [rivolto agli europarlamentari] e molte in tutto il mondo (*16). È questo che fa la CIA per mestiere. Sappiatelo. È un tipo molto particolare di politica estera. Nel governo americano, se non ti piace l’altra parte, non ci parli. Cerchi di rovesciarla, preferibilmente in segreto. Se non funziona in modo coperto, lo fai apertamente. E poi dici sempre che non è colpa tua. Che loro sono l’aggressore. Che loro sono “l’altro lato.”

Loro sono “Hitler”. Questo paragone torna ogni due o tre anni. Che sia Saddam Hussein, Assad o Putin, è molto comodo. È l’unica spiegazione di politica estera che viene data al popolo americano.

“Stiamo rivivendo Monaco 1938.” Non possiamo parlare con l’altra parte. Sono malvagi e nemici implacabili.”
Questo è l’unico modello di politica estera che sentiamo dal nostro governo e dai media di massa.
I media lo ripetono parola per parola, perché sono completamente sottomessi al governo degli Stati Uniti.

(*12) Vedere l’intervista dell’ex comandante supremo della NATO, il generale Wesley Clark, rilasciata nel 2011 a Democracy, in cui un funzionario del Pentagono gli disse: “Attaccheremo e distruggeremo i governi di 7 paesi in cinque anni: inizieremo con l’Iraq, poi ci sposteremo in Siria, Libano, Libia, Somalia, Sudan e Iran”.

(*13) Nel 1996, Netanyahu e i suoi consiglieri americani pubblicarono il documento “Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm” con l’Istituto di Studi Strategici e Politici Avanzati. Questa nuova strategia di “clean break” invitava Israele a rifiutare il modello di “terra in cambio di pace”. Questo sosteneva efficacemente che Israele non si sarebbe ritirato dai territori occupati dalla Palestina nel 1967 in cambio della pace regionale. Israele avrebbe invece continuato con la sua politica di occupazione fino a garantire “pace in cambio di pace”, rimodellando il Medio Oriente a proprio piacimento. Ridisegnare la mappa della regione significava rovesciare i governi che si opponevano al predominio di Israele. Link qui:  https://www.dougfeith.com/docs/Clean_Break.pdf

(*14) Il 10 febbraio 2007, il presidente russo Vladimir Putin ha pronunciato un discorso alla 43a Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Il discorso è disponibile qui:  http://en.kremlin.ru/events/president/transcripts/24034

(*15) Il promemoria dell’ambasciatore William Burns “Nyet significa Nyet: le linee rosse della Russia per l’allargamento della NATO”. Il promemoria è disponibile qui:  https://wikileaks.org/plusd/cables/08MOSCOW265_a.html

(*16) La politologa Lindsey O’Rourke ha documentato 64 operazioni segrete statunitensi di cambio di regime tra il 1947 e il 1989, concludendo che “Le operazioni di cambio di regime, in particolare quelle condotte segretamente, hanno spesso portato a una prolungata instabilità, guerre civili e crisi umanitarie nelle regioni colpite”. O’Rourke, Covert Regime Change: America’s Secret Cold War, 2018. Dopo il 1989, ci sono ampie prove del coinvolgimento della CIA in Siria, Libia, Ucraina, Venezuela e molti altri paesi.

V. La rivoluzione di Maidan e le sue conseguenze

Nel 2014, gli Stati Uniti lavorarono attivamente per rovesciare Yanukovych. Tutti conoscono la telefonata intercettata tra la mia collega della Columbia University, Victoria Nuland, e l’ambasciatore statunitense Peter Pyatt. Non esiste prova migliore. I russi intercettarono la chiamata e la pubblicarono su Internet. Ascoltatela (*17).

È affascinante. Dopo quell’episodio, tutti furono promossi nell’amministrazione Biden. Questo è il mestiere. Quando ci fu il Maidan, fui contattato poco dopo:

“Professor Sachs, il nuovo primo ministro ucraino vorrebbe incontrarla per discutere della crisi economica.”

Così volai a Kyiv, e mi portarono in giro per il Maidan. Mi fu detto che gli Stati Uniti avevano pagato le persone presenti intorno alla piazza, quella che fu definita la “spontanea” rivoluzione della dignità.

Signore e signori, per favore: da dove sono spuntate all’improvviso tutte quelle emittenti ucraine al tempo del Maidan?
Da dove è venuta tutta quell’organizzazione?
Da dove venivano tutti quegli autobus? Tutte quelle persone?
State scherzando? Questa è stata un’operazione organizzata.
E non è un segreto, se non forse per i cittadini d’Europa e degli Stati Uniti.
Tutti gli altri lo capiscono benissimo.

Poi, dopo il colpo di Stato, arrivarono gli accordi di Minsk, in particolare Minsk II, che, per inciso, fu modellato sull’autonomia dell’Alto Adige per i tedeschi etnici in Italia. Anche i belgi possono comprendere bene Minsk II, dato che prevedeva autonomia e diritti linguistici per i russofoni dell’Ucraina orientale. Minsk II fu approvato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU (*18). Eppure gli Stati Uniti e l’Ucraina decisero che non sarebbe stato applicato.
Anche Germania e Francia, garanti del processo di Normandia, lasciarono che fosse ignorato.
Questo rigetto di Minsk II fu un’altra azione unilaterale americana, con l’Europa, come sempre, in un ruolo subordinato del tutto inutile, nonostante fosse garante dell’accordo.

Trump vinse le elezioni del 2016 e poi aumentò le forniture di armi all’Ucraina. Ci furono migliaia di morti nei bombardamenti ucraini sul Donbass. L’accordo di Minsk II non fu mai attuato.
Poi entrò in carica Biden nel 2021. Speravo in qualcosa di meglio, ma fui profondamente deluso ancora una volta.
Ero un tempo membro del Partito Democratico. Ora non appartengo a nessun partito, perché tanto sono tutti uguali.
I Democratici sono diventati completamente guerrafondai, e non c’è stata una sola voce nel partito a favore della pace.
Proprio come nella maggior parte dei vostri parlamentari, allo stesso modo.

Alla fine del 2021, Putin propose un ultimo tentativo per raggiungere un modus operandi con gli USA, sotto forma di due bozze di accordo sulla sicurezza, una con l’Europa, una con gli Stati Uniti.
Presentò la bozza di accordo Russia-USA il 15 dicembre 2021.

Successivamente, ebbi una telefonata di un’ora con Jake Sullivan [Consigliere per la Sicurezza Nazionale] alla Casa Bianca.
Lo implorai:

“Jake, evita la guerra. Puoi evitarla.
Basta che gli Stati Uniti dicano: ‘La NATO non si espanderà in Ucraina.’”
E lui mi disse:
“Oh, la NATO non si espanderà in Ucraina. Non ti preoccupare.”

Io risposi:

“Jake, dillo pubblicamente.”
Lui:
“No. No. No. Non possiamo dirlo pubblicamente.”
E io:
“Jake, stai per scatenare una guerra su qualcosa che nemmeno accadrà?”
Lui:
“Non preoccuparti, Jeff. Non ci sarà alcuna guerra.”

Non sono persone molto brillanti.
Ve lo dico sinceramente: non sono persone brillanti.
Parlano solo tra loro. Non parlano con nessun altro.
Giocano alla teoria dei giochi.
Nella teoria dei giochi non cooperativa, non parli con l’altra parte.
Ti limiti a elaborare la tua strategia.
Questa è l’essenza della teoria dei giochi non cooperativa.
Non è teoria della negoziazione.
Non è teoria della pace.
È una teoria unilaterale e non cooperativa
— per chi conosce la teoria formale dei giochi.

È questo il gioco che giocano.
Quel tipo di teoria dei giochi iniziò alla RAND Corporation.
Ed è quello che ancora oggi applicano.
Nel 2019 uscì un documento della RAND intitolato:
“Estendere la Russia: competere da una posizione di vantaggio” (*19).
Incredibilmente, il documento — pubblico — si chiede come gli Stati Uniti possano infastidire, provocare e indebolire la Russia.
Questa è letteralmente la strategia:
provocare la Russia,
spingerla a collassare,
magari attuare un cambio di regime,
forse causare disordini o una crisi economica.

E questo, secondo voi europei, è il vostro alleato.

Così, lì ero io, al telefono con Sullivan, frustrato e al freddo.
Stavo cercando di godermi una giornata sugli sci.

“Oh, non ci sarà guerra, Jeff.”
E sappiamo bene cos’è successo dopo:
l’amministrazione Biden si rifiutò di negoziare seriamente sull’espansione della NATO.

L’idea più stupida della NATO è la cosiddetta politica della “porta aperta”, fondata sull’articolo 10 del Trattato NATO (1949).
La NATO si riserva il diritto di espandersi dove vuole, purché il governo ospitante acconsenta, senza che alcun vicino — come la Russia — possa dire nulla.

Beh, io dico ai messicani e ai canadesi:

“Non provateci.”

Sapete, Trump potrebbe voler annettere il Canada.
Allora il governo canadese potrebbe dire alla Cina:

“Perché non costruite una base militare in Ontario?”
Io non lo consiglierei.
Gli Stati Uniti non direbbero:
“Beh, è una porta aperta. È una questione tra Canada e Cina, non nostra.”
Gli Stati Uniti invaderebbero il Canada.

Eppure, adulti responsabili — anche in Europa, in questo Parlamento, nella NATO, nella Commissione Europea — ripetono il mantra assurdo che la Russia non ha voce in capitolo sull’allargamento della NATO.
Questa è roba da pazzi.
Non è nemmeno geopolitica da bambini.
È mancanza totale di pensiero.

Così, la guerra in Ucraina è esplosa nel febbraio 2022 quando l’amministrazione Biden si è rifiutata di negoziare seriamente.

(*17) Link alla trascrizione della telefonata trapelata tra il vicesegretario di Stato Victoria Nuland e l’ambasciatore statunitense in Ucraina, Geoffrey Pyatt  https://www.bbc.com/news/world-europe-26079957

(*18) L’accordo di Minsk II è stato approvato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite attraverso la risoluzione 2202, adottata all’unanimità il 17 febbraio 2015.  https://press.un.org/en/2015/sc11785.doc.htm

(*19) Link al documento RAND:  https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR3063.html

VI. La guerra in Ucraina e il controllo degli armamenti nucleari

Qual era l’intenzione di Putin nella guerra?
Posso dirvi qual era: costringere Zelensky a negoziare la neutralità. Questo accadde nei primi giorni dell’invasione.
Dovete capire questo punto fondamentale, non la propaganda che viene scritta sull’invasione, secondo cui l’obiettivo della Russia era conquistare l’Ucraina con poche decine di migliaia di soldati.

Su via, signore e signori. Per favore, comprendete qualcosa di basilare.
L’idea dell’invasione russa era tenere la NATO fuori dall’Ucraina.
E cos’è davvero la NATO? È l’apparato militare statunitense, con i suoi missili, i dispiegamenti della CIA e tutto il resto.
L’obiettivo della Russia era tenere gli Stati Uniti lontani dal proprio confine.

Perché la Russia è così interessata a questo?
Immaginate se la Cina o la Russia decidessero di installare una base militare sul Rio Grande o al confine canadese: non solo gli Stati Uniti andrebbero nel panico, ma ci sarebbe guerra entro dieci minuti.
Quando l’Unione Sovietica cercò di farlo a Cuba nel 1962, il mondo rischiò seriamente un Armageddon nucleare.

Tutto questo è reso ancora più grave dal fatto che gli Stati Uniti hanno abbandonato unilateralmente il Trattato sui missili anti-balistici (ABM) nel 2002, distruggendo così il relativo quadro di stabilità del controllo degli armamenti nucleari.
Questo è un punto di estrema importanza.
Il quadro del controllo degli armamenti nucleari si basa in larga misura sulla deterrenza rispetto a un primo attacco nucleare (decapitante).
Il Trattato ABM era un componente critico di quella stabilità.
Gli Stati Uniti ne sono usciti unilateralmente nel 2002.
Questo mandò su tutte le furie la Russia.
Quindi, tutto ciò che ho descritto sull’allargamento della NATO è avvenuto nel contesto della distruzione americana del quadro nucleare di sicurezza.

A partire dal 2010, gli Stati Uniti hanno cominciato a installare sistemi antimissile Aegis in Polonia, e successivamente in Romania.
Alla Russia questo non piace affatto.

Uno dei temi sul tavolo nel dicembre 2021 e gennaio 2022 era se gli Stati Uniti rivendicassero il diritto di installare sistemi missilistici in Ucraina.
Secondo l’ex analista della CIA Ray McGovern, Blinken disse a Lavrov, nel gennaio 2022, che gli Stati Uniti si riservano il diritto di collocare sistemi missilistici in Ucraina.

Questo, cari amici, è il vostro presunto alleato.
E ora gli Stati Uniti vogliono collocare missili a raggio intermedio in Germania.
Ricordate che gli USA sono usciti dal trattato INF nel 2019.
Attualmente non esiste alcun quadro di controllo degli armamenti nucleari (*20).
Praticamente nessuno.

Quando Zelensky, pochi giorni dopo l’invasione russa, dichiarò che l’Ucraina era pronta alla neutralità, un accordo di pace era a portata di mano.
So i dettagli di questo perché ho parlato a lungo con negoziatori e mediatori chiave, e ho appreso molto anche dalle dichiarazioni pubbliche di altri.

Poco dopo l’inizio dei negoziati, nel marzo 2022, fu scambiato un documento tra le parti, approvato dal presidente Putin e presentato da Lavrov.
La mediazione era gestita dai mediatori turchi.
Volai ad Ankara nella primavera del 2022 per ascoltare di prima mano e in dettaglio cosa fosse accaduto durante la mediazione.

Il punto fondamentale è questo:
l’Ucraina si è ritirata unilateralmente da un accordo praticamente raggiunto.

(*20) Gli Stati Uniti si sono formalmente ritirati dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) il 2 agosto 2019, dopo un periodo di sospensione di sei mesi iniziato il 2 febbraio 2019

VII. La fine della guerra in Ucraina

Perché l’Ucraina si è ritirata dai negoziati?
Perché gli Stati Uniti glielo hanno detto, e perché il Regno Unito ci ha messo il carico da novanta mandando BoJo (Boris Johnson) a Kiev all’inizio di aprile per ribadire lo stesso messaggio.
Keir Starmer si è rivelato perfino peggiore, ancora più guerrafondaio.
Sembra inimmaginabile, ma è vero.

Boris Johnson ha spiegato — e potete trovarlo sul web — che ciò che è in gioco qui non è l’Ucraina, ma niente meno che l’egemonia occidentale!
Non l’Ucraina, ma l’egemonia dell’Occidente.

Michael von der Schulenburg ed io ci incontrammo in Vaticano con un gruppo di esperti nella primavera del 2022, e scrivemmo un documento in cui spiegavamo che da una guerra prolungata non poteva venire nulla di buono (*21).
Il nostro gruppo sostenne con forza che l’Ucraina avrebbe dovuto negoziare immediatamente, perché ogni ritardo avrebbe significato morti in massa, rischio di escalation nucleare, e forse una sconfitta totale nella guerra.

Non cambierei una sola parola di quello che scrivemmo allora.
Quel documento non aveva nulla di sbagliato.
Da quando gli Stati Uniti hanno convinto l’Ucraina a rinunciare ai negoziati, forse un milione di ucraini sono morti o sono stati gravemente feriti.

E senatori americani, tanto cinici quanto spietati, dicono che questa è una spesa meravigliosa per gli Stati Uniti, perché non muore nessun americano.
È la guerra per procura nella sua forma più pura.

Uno dei nostri senatori, Richard Blumenthal del Connecticut, vicino allo Stato di New York, lo ha detto ad alta voce.
Anche Mitt Romney lo ha detto ad alta voce:

“È il miglior investimento che l’America possa fare. Nessun americano muore.”
È irreale.

E arriviamo ad oggi: il progetto americano in Ucraina è fallito.

L’idea centrale del progetto è sempre stata che la Russia avrebbe ceduto.
Che non avrebbe resistito, come Zbigniew Brzezinski sosteneva già nel 1997.
Gli americani erano convinti di avere il pieno controllo della situazione.

“Gli Stati Uniti vinceranno perché li blefferemo.
I russi non combatteranno davvero.
Non si mobiliteranno seriamente.”

Avremmo usato l’“opzione nucleare economica” di escludere la Russia dal sistema SWIFT.
Questo avrebbe distrutto la sua economia.
Le sanzioni l’avrebbero messa in ginocchio.
I missili HIMARS l’avrebbero annientata.
Gli ATACMS, gli F-16, l’avrebbero distrutta.

Onestamente, ascolto questo tipo di discorsi da più di 50 anni.
I nostri responsabili della sicurezza nazionale parlano sciocchezze da decenni.

Ho implorato gli ucraini: restate neutrali. Non ascoltate gli americani.
Ho ricordato loro il famoso adagio di Henry Kissinger:

“Essere nemici degli Stati Uniti è pericoloso,
ma essere loro amici è fatale.”

Lasciate che lo ripeta anche per l’Europa:

“Essere nemici degli Stati Uniti è pericoloso,
ma essere loro amici è fatale.”

(*21) L’incontro in Vaticano ha avuto luogo nell’ambito della Sessione di Economia Fraterna sul Giubileo 2025: La speranza nei segni dei tempi. Link:  https://www.pass.va/content/dam/casinapioiv/pass/pdf-booklet/2024_booklet_fraternal_economy.pdf

VIII. L’amministrazione Trump

Lasciatemi concludere con alcune parole sul presidente Donald Trump.
Trump non vuole ereditare la mano perdente di Biden.
È per questo che Trump e il presidente Putin con tutta probabilità troveranno un accordo per porre fine alla guerra.
Anche se l’Europa continuerà con il suo atteggiamento guerrafondaio, non cambierà nulla.
La guerra sta finendo.
Quindi, per favore, liberatevene dalla mente.
Dite ai vostri colleghi: “È finita.”
È finita perché Trump non vuole avere a che fare con una sconfitta.
Chi sarà salvato dai negoziati in corso in questo momento sarà, innanzitutto, l’Ucraina. E poi l’Europa.

I vostri mercati azionari sono saliti negli ultimi giorni proprio a causa della “terribile notizia” di negoziati e possibile pace.
So che questa prospettiva di una pace negoziata è stata accolta con orrore in queste aule, ma si tratta della migliore notizia possibile per voi.

Ho cercato di mettermi in contatto con alcuni leader europei.
Ho detto: non andate a Kiev, andate a Mosca.
Negotiate con i vostri omologhi.
Siete l’Unione Europea.
Siete 450 milioni di persone e un’economia da 20.000 miliardi di dollari.
Comportatevi di conseguenza.

L’Unione Europea dovrebbe essere il principale partner commerciale della Russia.
L’Europa e la Russia hanno economie complementari.
Il potenziale per un commercio reciprocamente vantaggioso è fortissimo.

A proposito, se qualcuno vuole discutere di come gli Stati Uniti abbiano fatto esplodere il Nord Stream, sarei felice di parlarne anche di quello.

L’amministrazione Trump è imperialista nell’animo.
Trump ovviamente crede che le grandi potenze dominino il mondo.
Gli Stati Uniti saranno spietati e cinici, e sì, anche nei confronti dell’Europa.
Non andate a mendicare a Washington.
Non servirà.
Probabilmente non farebbe che stimolare la loro spietatezza.
Invece, abbiate una vera politica estera europea.

Non sto dicendo che siamo entrati in una nuova era di pace, ma ci troviamo in un tipo molto diverso di scenario politico, un ritorno alla politica delle grandi potenze.

L’Europa ha bisogno di una sua politica estera,
non solo di una politica estera basata sulla russofobia.

L’Europa ha bisogno di una politica realistica, che comprenda la situazione della Russia,
che comprenda la situazione dell’Europa,
che comprenda cosa sono gli Stati Uniti e cosa rappresentano,
e che cerchi di evitare che l’Europa venga invasa dagli Stati Uniti.

Non è affatto impossibile che l’America di Trump sbarchi truppe in Groenlandia.
Non sto scherzando. E nemmeno Trump, secondo me, sta scherzando.
L’Europa ha bisogno di una politica estera. Una vera.
L’Europa ha bisogno di qualcosa di diverso dal dire: “Sì, negozieremo con il signor Trump e gli andremo incontro a metà strada.”
Sapete cosa succederà, vero?
Chiamatemi dopo, e ve lo spiego.

Per favore, dotatevi di una politica estera europea.
Dovrete convivere con la Russia per molto tempo, quindi negoziate con la Russia.
Ci sono vere questioni di sicurezza sul tavolo, sia per l’Europa sia per la Russia.
Ma i toni aggressivi e la russofobia non servono affatto alla vostra sicurezza.
Non servono affatto alla sicurezza dell’Ucraina.

Questa avventura americana a cui avete aderito,
e di cui ora siete diventati i primi tifosi,
ha contribuito a circa 1 milione di vittime ucraine.

IX. Sul Medio Oriente e la Cina

A proposito del Medio Oriente, incidentalmente, gli Stati Uniti hanno completamente consegnato la loro politica estera a Netanyahu già trent’anni fa.
La lobby israeliana domina la politica americana.
Per favore, non abbiate alcun dubbio a riguardo.
Potrei spiegare per ore come funziona. È molto pericoloso.

Spero che Trump non rovini la sua amministrazione, e, cosa ben peggiore, non distrugga il popolo palestinese, a causa di Netanyahu, che io considero un criminale di guerra, correttamente incriminato dalla Corte Penale Internazionale (*22).

L’unico modo affinché l’Europa possa avere pace alle proprie frontiere con il Medio Oriente è la soluzione dei due Stati.
C’è un solo ostacolo a questa soluzione, ed è il veto degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, su richiesta della lobby israeliana.
Quindi, se volete che l’UE abbia un minimo d’influenza, dite agli Stati Uniti di togliere il veto.
In questo, l’Unione Europea sarebbe affiancata da circa 160 altri paesi nel mondo.
Gli unici che si oppongono a uno Stato palestinese sono sostanzialmente: gli Stati Uniti, Israele, Micronesia, Nauru, Palau, Papua Nuova Guinea, Argentina e Paraguay (*23).

Il Medio Oriente è un’area dove l’Unione Europea potrebbe avere una grande influenza geopolitica.
Eppure, l’Europa è rimasta in silenzio sull’accordo nucleare JCPOA con l’Iran, e circa metà dei paesi europei tacciono di fronte ai crimini di guerra di Israele e al blocco della soluzione dei due Stati.

Il sogno più grande di Netanyahu nella sua vita è una guerra tra gli Stati Uniti e l’Iran.
E non ha rinunciato a questo obiettivo.
Non è affatto impossibile che arrivi anche una guerra USA-Iran.
Ma l’Europa potrebbe impedirlo, se solo avesse una propria politica estera.
Spero che Trump metta fine all’influenza di Netanyahu sulla politica americana.
E anche se così non fosse, l’UE può collaborare con il resto del mondo per portare pace in Medio Oriente.

Infine, permettetemi di dire una cosa riguardo alla Cina:
la Cina non è un nemico.
La Cina è semplicemente una grande storia di successo.
Ed è per questo che gli Stati Uniti la vedono come un nemico: perché la Cina ha un’economia più grande di quella americana (se misurata a prezzi internazionali).

Gli Stati Uniti resistono alla realtà.
L’Europa non dovrebbe fare lo stesso.

Lo ripeto:
la Cina non è un nemico e non è una minaccia.
È un partner naturale dell’Europa, nel commercio e nella salvaguardia dell’ambiente globale.

È tutto.
Molte grazie.

(*22) “Benjamin NETANYAHU, Primo Ministro di Israele, e Yoav GALLANT, Ministro della Difesa di Israele, sono penalmente responsabili dei seguenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi sul territorio dello Stato di Palestina”. Link alla CPI: https://www.icc-cpi.int/news/statement-icc-prosecutor-karim-aa-khan-kc-applications-arrest-warrants-situation-state

(*23) Le Nazioni Unite possono porre fine al conflitto in Medio Oriente accogliendo la Palestina come membro. Link al mio articolo qui: https://www.aljazeera.com/opinions/2025/1/10/the-un-can-end-the-middle-east-conflict-by-welcoming-palestine-as-a-member

Sezione Q&A
Domanda del pubblico: L’Europa dovrebbe aumentare la sua spesa militare?

Risposta del professor Jeffrey Sachs:

Non sarei contrario a un approccio in cui l’Europa spendesse dal due al tre percento del PIL per una struttura di sicurezza europea unificata e investisse in Europa e nella tecnologia europea, senza che gli Stati Uniti dettassero legge sull’uso della tecnologia europea. I Paesi Bassi producono le uniche macchine per semiconduttori avanzati che utilizzano la litografia ultravioletta estrema. Quell’azienda, ovviamente, è ASML. Eppure, sono gli Stati Uniti a determinare ogni politica di ASML. Se fossi in te, non cederei tutta la sicurezza e la tecnologia agli Stati Uniti.

Suggerirei di avere un proprio quadro di sicurezza, così da poter avere anche un proprio quadro di politica estera. L’Europa rappresenta molte cose che gli Stati Uniti non rappresentano. L’Europa rappresenta l’azione per il clima. Il nostro presidente è completamente pazzo su questo. E l’Europa rappresenta la decenza, la socialdemocrazia, come ethos. L’Europa rappresenta il multilateralismo. L’Europa rappresenta la Carta delle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti non rappresentano nessuna di queste cose. Il nostro Segretario di Stato Marco Rubio ha recentemente annullato il suo viaggio in Sudafrica perché uguaglianza e sostenibilità erano all’ordine del giorno. Questo è un vivido, seppur cupo, riflesso del libertarismo anglosassone. Egualitarismo non è una parola del lessico americano. Né lo è sostenibilità.

Forse saprete che, dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, 191 hanno presentato piani per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) all’ONU nell’ambito del Forum Politico di Alto Livello (HLPF). Solo tre Paesi non lo hanno fatto: Haiti, Myanmar e Stati Uniti d’America. Al Tesoro di Biden non è stato nemmeno permesso di usare l’espressione Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Vi dico tutto questo perché avete bisogno di una vostra politica estera.

Pubblico due rapporti ogni anno. Uno è il  Rapporto Mondiale sulla Felicità . Nel rapporto del 2024, 8 dei primi 10 Paesi sono europei. L’Europa ha la più alta qualità della vita al mondo. Gli Stati Uniti si sono classificati al 23° posto. L’altro rapporto annuale è il  Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile . Nel rapporto del 2024, 19 dei primi 20 Paesi per sviluppo sostenibile si trovano in Europa. Gli Stati Uniti si sono classificati al 46° posto. Serve una politica estera specifica per proteggere questa qualità della vita! Ero e rimango un grande sostenitore dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e continuo a credere che l’OSCE sia il quadro di riferimento adeguato per la sicurezza europea. Potrebbe davvero funzionare.

Domanda del pubblico: Come dovrebbe l’Europa interagire diplomaticamente con la Russia? Risposta del professor Jeffrey Sachs:

Credo che ci siano questioni di estrema importanza per l’Europa su cui negoziare direttamente con la Russia. Pertanto, esorterei il Presidente Costa e la leadership europea ad avviare colloqui diretti con il Presidente Putin, perché la sicurezza europea è in gioco. Conosco molto bene i leader russi, molti di loro. Sono ottimi negoziatori, e dovreste negoziare con loro, e dovreste negoziare bene con loro. Vorrei porre alcune domande alle controparti russe. Chiederei loro: quali sono le garanzie di sicurezza che possono garantire la fine definitiva di questa guerra? Quali sono le garanzie di sicurezza per gli Stati baltici? Parte del processo negoziale consiste nel chiedere alla controparte le proprie preoccupazioni. Conosco il Ministro degli Esteri Lavrov da 30 anni. Lo considero un brillante Ministro degli Esteri. Parlate con lui. Negoziate con lui. Raccogliete le sue idee. Mettete le vostre idee sul tavolo. La cosa più importante è smettere di urlare, smettere di fomentare la guerra e discutere con le controparti russe. E non supplicate di essere al tavolo con gli Stati Uniti. Non c’è bisogno che tu stia nella stessa stanza con gli Stati Uniti. Tu sei l’Europa. Dovresti stare nella stessa stanza con l’Europa e la Russia. Non affidare la tua politica estera a nessuno, né agli Stati Uniti, né all’Ucraina, né a Israele. Mantieni una politica estera europea. Questa è l’idea di base.

Domanda del pubblico :  Paesi come Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca volevano aderire alla NATO. Lo stesso vale per l’Ucraina. Perché non dovrebbe essere loro permesso?

Risposta del professor Jeffrey Sachs:

La NATO non è una scelta tra Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca o Ucraina. La NATO è un’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti. Il problema che l’Europa si trova ad affrontare nel 1991 e oggi è come garantire la pace. Se avessi preso decisioni nel 1991, avrei posto fine alla NATO allo scioglimento del Patto di Varsavia, e certamente allo scioglimento dell’Unione Sovietica stessa. Quando i paesi hanno richiesto l’adesione alla NATO, avrei spiegato loro ciò che il nostro Segretario alla Difesa William Perry, l’eminente statista George Kennan e l’ultimo ambasciatore statunitense in Unione Sovietica, Jack Matlock, hanno detto negli anni ’90. Tutti hanno detto, in effetti: “Capiamo i vostri sentimenti, ma allargare la NATO non è una buona idea perché potrebbe facilmente provocare una nuova Guerra Fredda con la Russia”. C’è un ottimo libro recente di Jonathan Haslam, pubblicato dalla Harvard University Press, intitolato ”  Hubris” . Offre una documentazione storica dettagliata dell’allargamento della NATO. Spiega come gli Stati Uniti siano stati troppo arroganti per discutere, negoziare e rispettare le linee rosse della Russia, anche dopo aver promesso che la NATO non si sarebbe allargata.

Domanda del pubblico: Quali sono le conseguenze a lungo termine di questa guerra persa? Risposta del professor Jeffrey Sachs:

Stiamo vivendo il più grande progresso tecnologico della storia umana. È davvero incredibile ciò che si può fare ora. Sapete, mi meraviglio del fatto che qualcuno che sa poco di chimica abbia vinto il Premio Nobel per la Pace per la chimica perché è un genio nell’intelligenza artificiale e nelle reti neurali profonde, un genio in assoluto, Demis Hassabis. Lui e il suo team di DeepMind hanno capito come usare l’intelligenza artificiale per risolvere il problema del ripiegamento delle proteine, un problema che ha impegnato generazioni di biochimici. Quindi, se ci dedichiamo con impegno, risorse ed energie, possiamo trasformare il sistema energetico mondiale per la sicurezza climatica. Possiamo proteggere la biodiversità. Possiamo garantire a ogni bambino un’istruzione di qualità. Possiamo fare tante cose meravigliose ora. Di cosa abbiamo bisogno per avere successo? A mio avviso, la cosa più importante è la pace. E il mio punto fondamentale è che non ci sono ragioni profonde per il conflitto, perché ogni conflitto che studio è solo un errore. Non stiamo lottando per il Lebensraum. Quell’idea, che essenzialmente proveniva da Malthus e in seguito divenne un’idea nazista, è sempre stata sbagliata, un errore intellettuale fondamentale. Abbiamo avuto guerre razziali, guerre nazionali per la sopravvivenza, per paura di non avere abbastanza per tutti su questo pianeta, quindi siamo in una lotta per la sopravvivenza. Come economista, posso dirvi che abbiamo abbastanza sul pianeta per lo sviluppo sostenibile di tutti. Abbondanza. Non siamo in conflitto con la Cina. Non siamo in conflitto con la Russia. Se ci calmiamo, se ci interroghiamo sul lungo termine, il lungo termine è molto buono, cioè se non ci facciamo saltare in aria prima. Quindi, questo è il mio punto. Le prospettive sono molto positive se costruiamo la pace.

Domanda del pubblico: Pensa che la via d’uscita da questo conflitto sia la finlandizzazione dell’Ucraina? Risposta del professor Jeffrey Sachs:

Ottima domanda. Vorrei solo sottolineare un aspetto della finlandizzazione. La finlandizzazione ha portato la Finlandia al primo posto nel World Happiness Report anno dopo anno. La Finlandia è ricca, di successo, felice e sicura. Sto parlando della Finlandia pre-NATO. Quindi la “finlandizzazione” è stata una cosa meravigliosa per la Finlandia. Quando Svezia, Finlandia e Austria erano neutrali, bravo. Intelligente. Quando l’Ucraina era neutrale, intelligente. Se si hanno due superpotenze, bisogna tenerle un po’ separate. Se gli Stati Uniti avessero un minimo di buon senso, avrebbero lasciato questi paesi come spazio neutrale tra le forze armate statunitensi e la Russia, ma gli Stati Uniti hanno decisamente troppo poco buon senso.